Servizio antincendio in Sicilia: i mezzi ci sono, ma mancano i soldi per farli funzionare
Commentiamo per voi una notizia che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, non andrà mai a raccontare e a commentare all’Arena di Giletti. Sapete perché il Servizio antincendio della nostra Isola spesso non funziona? I mezzi ci sono: ma non ci sono i soldi per farli funzionare. Sì, mancano i soldi: i soldi che il Governo Renzi ha scippato alla Sicilia. Ma all’Arena di Giletti vanno a raccontare che gli operai della Forestale sono troppi e vagabondi… Questa è l’informazione in Italia
Come al solito, se bruciano decine e decine di ettari di boschi intorno alla Capitale tutti i giornali ne parlano. Se però (come ogni estate) vengono inceneriti decine di ettari di foreste in Sicilia, non importa quasi a nessuno. Al massimo, questa notizia serve come spunto per dare al colpa ai forestali e agli operatori stagionali (ovvero quelli rischiano la propria vita per spegnerli, quegli incendi) di essere dei fannulloni incompetenti. Poi, domate le fiamme, non se ne parla più.
Nessuno parla del problema dell’accorpamento dei forestali all’esercito o alla polizia di stato o ad altro. E nessuno parla del fatto che, se molti incendi riescono a distruggere così tanti alberi, la colpa non è dei forestali, ma del fatto che, spesso, non possono intervenire. Non perché non hanno i mezzi per farlo, ma perché mancano loro i soldi per mantenere questi mezzi operativi. La giustificazione, come sempre in Sicilia, è una sola: non ci sono i soldi.
Quelli che mancano non sono i mezzi, ma la manutenzione, o meglio i fondi per tenerli attivi. È una storia vecchia. In molti Comuni siciliani avviene la stessa cosa con i mezzi per il trasporto pubblico: a Palermo, ad esempio, l’AMAT utilizza meno della metà dei mezzi di cui dispone; gli altri fanno la muffa nei garage. Lo stesso avviene per i forestali: solo che, in questo caso, le conseguenze son ben più gravi: molto (troppo) spesso i mezzi per intervenire e sedare le fiamme che devastano decine e decine di ettari di boschi (e distruggono un intero ecosistema) restano parcheggiati nelle postazioni o fermi nelle officine.
I mezzi di soccorso e di primo intervento sono sottoposti a gravi sollecitazioni, per questo devono essere sempre efficienti al cento per cento e hanno bisogno di manutenzione e riparazioni. Questo chi di competenza fa finta di non saperlo. Così le squadre antincendio boschivo forestale si ritrovano spesso con l’acqua alla gola.
Anche i mezzi operativi, spesso, lo sono grazie al fatto che gli interventi di manutenzione ordinaria vengono effettuati “in economia” dagli stessi operatori dell’AIB. Sostituire una lampadina o cambiare l’olio? Sono loro stessi a rivoltarsi le maniche e svolgere compiti che non spetterebbero a loro. Quando, però, si tratta di interventi più delicati o complicati, è necessario rivolgersi a officine esterne (non sempre i meccanici del CFRS possono riparare i mezzi). Ma questi interventi sono possibili solo se ci sono i soldi per pagarli. E quando soldi in cassa non ce ne sono? In questo caso i mezzi restano fermi in garage.
Così gli operatori antincendio spesso non possono fare nulla per intervenire dove necessario e domare gli incendi prima che possano divampare e arrecare danni ben maggiori.
Questo ai giornali non interessa. Al massimo, si riportano i danni riportati dall’incendio. O, al limite, si accusano i forestali di essere fannulloni e poco professionali, magari accendendo un fuoco di paglia parlando del loro numero. Nessuno parla di quei fuochi che non sarebbero mai divampati se qualcuno, ai piani alti, si fosse preso la briga di prevedere in bilancio voci di spesa congrue per servizi essenziali come quelli forniti dai Canadair o per la manutenzione dei mezzi dei forestali, quelli che restano in garage mentre mezza Sicilia brucia.
24 Agosto 2016
TimeSicilia
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