Regione siciliana, debiti per 1,2 miliardi di euro
di Raffaella Pessina
Il dato emerge da un decreto del Ragioniere generale, Salvatore Sammartano. Spese impegnate ma non ancora pagate a terzi
PALERMO - Riprendono questo pomeriggio i lavori all’Assemblea regionale siciliana. Dopo la maratona per l’approvazione dei documenti finanziari, i parlamentari tornano ad occuparsi delle questioni lasciate in sospeso prima della sessione di bilancio: all’ordine del giorno, figurano l’esame del disegno di legge sulla valorizzazione del demanio trazzerale e una serie di mozioni tra le quali quella che tratta della “disdetta dell’accordo finalizzato alla rinuncia ai ricorsi in materia di legittimità costituzionale promossi innanzi alla Corte costituzionale”.
Sulla norma, approvata nella Finanziaria la scorsa settimana, che salva la partecipata Riscossione Sicilia è intervenuto Nello Musumeci, leader dell’opposizione: “Il metodo con cui il Pd e tutto il centrosinistra all’Ars si sono liberati del presidente di Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo è degno della peggiore arte sicaria. Siamo all’ennesimo volto della autoproclamata rivoluzione che Crocetta sacrifica sull’altare della politica. è stata una estorsione in piena regola nei confronti del governo: per salvare Riscossione (una società in costante perdita) si è chiesta la testa di Fiumefreddo. Una scelta tutta da ascrivere alla maggioranza”. Musumeci ha aggiunto che da più di un anno Lista Musumeci chiedeva invece il passaggio ad Equitalia.
“Il Partito di Crocetta - ha concluso Musumeci - ha compiuto una scelta doppiamente sbagliata: da un lato, l’inutile e dannoso salvataggio di Riscossione Sicilia; dall’altro, offrire un argomento insperato a chi oggi può dire che la casta si è vendicata. Al netto di tutto: anche questo è il segno della rivoluzione farlocca”.
Intanto, l’Ars incassa una bacchettata da parte della Corte dei Conti.
In questo fine settimana, infatti, il procuratore regionale della
sezione giurisdizionale per la Regione siciliana della Corte dei Conti,
Giuseppe Aloisio, nella sua relazione ha sottolineato come “non sia
giustificabile e sostenibile mantenere elevati livelli di spesa per il
funzionamento degli apparati burocratici che ci governano”. Il
procuratore ha puntato il dito contro gli eccessivi costi dell’Ars
per le spese di funzionamento degli organi politici, impiegate con
modalità “non riconducibili agli scopi istituzionali per i quali sono
stati previsti”. Per tale ragione, nel 2015 sono state emesse 4
citazioni in giudizio di capi gruppo parlamentari dell’Assemblea
regionale siciliana, che si aggiungono alle 8 già depositate nel 2014.
Sui contenuti della relazione, per la parte che riguarda l’Ars, è intervenuto il Presidente Ardizzone. “Sono state notificate diverse sentenze che hanno fotografato una situazione chiaramente non edificante. è sotto gli occhi di tutti. Le sentenze si eseguono e non si commentano”. “Già da tempo - ha proseguito - abbiamo recepito il decreto Monti e abbiamo cambiato il sistema. In tema di riduzione dei costi, l’Ars ha ridotto e di molto i costi della politica. Il consigliere regionale della Sicilia con i suoi 5 milioni di abitanti prende quanto il consigliere regionale del Molise con i suoi 300mila abitanti”.
Secondo Ardizzone c’è un problema di corruzione diffusissima che
riguarda tutti i settori della vita pubblica e non solo. “C’è
un’immoralità diffusa che va contrastata ma accanto a tanti corrotti ci
sono anche tantissimi corretti. Nelle amministrazioni bisogna sviluppare
gli anticorpi necessari a bloccare il virus della corruzione, che è in
ogni settore”. E sulla vicenda gettonopoli, ha aggiunto: “Condivido la
relazione della Corte dei conti su questo punto di vista. Nella prima
ipotesi di legge dobbiamo recepito in toto la normativa in merito a
status e indennità dei consiglieri comunali e degli amministratori
locali, perché non abbiamo ragione di differenziarci su questa materia.
Se poi si debba fare a consiliatura avviata o meno -ha concluso- è un
altro tipo di ragionamento, però il cittadino ha bisogno di messaggi
positivi”.
Il Gruppo Misto, intanto, ha restituito all’Ars 70.000 euro. Il
presidente del gruppo Girolamo Fazio ha deciso di rimettere alle casse
dell’Assemblea la somma che costituisce un risparmio rispetto ai fondi
assegnati. Nella nota firmata da Fazio ed inviata al presidente Giovanni
Ardizzone e al segretario generale Fabrizio Scimè, si legge che “il
gruppo, sin dall’inizio della legislatura, ha effettuato cospicui
risparmi, gestendo in modo oculato e parsimonioso le somme accreditate
per il funzionamento del Gruppo, assicurando comunque i servizi
previsti”.
Ha destato molto più clamore del risparmio restituito alle casse della Regione, il decreto del Ragioniere generale, Salvatore Sammartano, firmato a fine febbraio, da cui emerge che il volume dei residui passivi mantenuti nel bilancio della Regione ammonta a circa 1 miliardo e 200 milioni: si tratta delle spese impegnate ma non ancora pagate, dunque debiti dell'amministrazione regionale verso terzi, pubblici o privati. Nel decreto si legge che l’ammontare dei residui passivi da eliminare definitivamente è pari a 113,89 milioni di euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
08 Marzo 2016
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