31 gennaio 2016

RIPARTONO LE MANIFESTAZIONI DEI LAVORATORI FORESTALI


Ripartono le manifestazioni dei lavoratori forestali


Domani le Segreterie provinciali di Flai, Fai, e Uila di Palermo si autoconvocheranno per cercare sbloccare gli aggiornamenti delle graduatorie.

Giovedi 4 febbraio sarà la volta del Mab Sicilia. Raggiungerà in corteo la Presidenza della Regione, la partenza è dal piazzale del Teatro Massimo alle ore 9.30













UNA CHIACCHIERA DA BAR SCELTA DA FACEBOOK


Scelta da facebook

Chiacchiere da bar!




Dalle ultime notizie dei corridoi del palazzo regionale sembra che il governo stia preparando una proposta di riordino di tutto il settore forestale da presentare entro marzo previo confronto con il sindacato .
Si parla di divisione definitiva tra azienda e antincendio con passaggio definitivo di quest'ultimo all'Assessorato Territorio e Ambiente


Nota

Può anche darsi che questa notizia sia veritiera, ma se prima non arriva l'ufficialità, questa rimane solamente una chiacchiera da bar. Una come tante altre...








"SI VUOLE COLPIRE IL REGIONALISMO" ARS IMPRODUTTIVA PER TG5, ARDIZZONE: “ATTACCO MEDIATICO CONTRO LA SICILIA”


"SI VUOLE COLPIRE IL REGIONALISMO"

Ars improduttiva per Tg5, Ardizzone: “Attacco mediatico contro la Sicilia”


Giovanni Ardizzone

“Alcune testate o alcuni editorialisti preferiscono omettere, per continuare a sostenere la propria tesi. Perché un attacco così pesante alla Sicilia? Forse perché si vuole colpire il regionalismo?”. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, replicando a un servizio del Tg5 andato in onda nell’edizione di ieri sera che contestava la scarsa produttività dell’Ars.
In effetti, a gennaio, il Parlamento siciliano ha tenuto 5 sedute
, ma per Ardizzone ciò è avvenuto perché, essendo stata avviata la sessione di bilancio (che dura 45 giorni), cosi’ come previsto dal regolamento interno, a lavorare sono le commissioni legislative che dal 7 al 28 gennaio si sono riunite 38 volte per procedere all’esame dei disegni di legge di stabilità e di bilancio per il 2016. Per quanto riguarda il costo del Parlamento, rivendica l’inquilino di Palazzo dei Normanni, in questa legislatura si e’ passati dai 175 milioni del 2012 ai 155 di quest’anno, con una previsione di spesa di 146 nel 2018. Quindi con una riduzione di costi che si avvicinerà ai 30 milioni di euro, oltre il 16%. Sul bilancio pesano, a differenza di tutti gli altri consigli regionali, dove a pagare e’ l’Inps, sottolinea Ardizzone, quasi 51 milioni di euro per le pensioni dei dipendenti in quiescenza e 20 milioni per i vitalizi degli ex deputati.

Ardizzone ci tiene a spiegare che le somme delle altre assemblee legislative sono maggiori
 “per il semplice fatto che il Parlamento siciliano ha iniziato a operare dal 1947, mentre le Regioni ordinarie sono nate solamente nel 1970. Quindi mentre le altre Regioni avviavano la loro attività, in Sicilia c’era chi andava in pensione e si erano già svolte ben 8 legislature”. Ecco il perché della differenza, spiega il presidente dell’Ars, ed ecco perché “se dai 155 milioni sottraiamo i 71 milioni di pensioni e vitalizi il bilancio è in linea con quello degli altri Consigli regionali. Tutti dati, questi, che erano già stati forniti al giornalista prima della messa in onda del servizio. Perché allora un attacco cosi’ pesante alla Sicilia? Cui prodest? Mi chiedo senza sapermi dare una risposta. E per questo mi convinco, sempre di più, senza voler generalizzare, che forse aveva ragione Mark Twain, quasi 200 anni fa, quando sosteneva che ‘il giornalista è colui che distingue il vero dal falso… e pubblica il falso’”.


30 Gennaio 2016
http://palermo.blogsicilia.it/ars-improduttiva-tg5-ardizzone-attacco-mediatico-la-sicilia/324065/





Notizie correlate:










INTERVISTA AL SEGRETARIO DEL PD FAUSTO RACITI. "NON SI PUÒ TIFARE PERCHÉ ROMA RISOLVA TUTTO. NEL PD NESSUNO FINGA DI NON ESSERE AL GOVERNO"


L'INTERVISTA

"Non si può tifare perché Roma risolva tutto. Nel Pd nessuno finga di non essere al governo"


fausto raciti, pd, rifiuti, rosario crocetta, Politica

Intervista al segretario del Pd Fausto Raciti. "I verdiniani? Partito della Nazione non vuol dire acquisire la maggioranza del ceto politico del Paese. Il trasformismo? Lo sta mettendo in atto Forza Italia".


PALERMO - "Se guardiamo alla composizione del governo regionale nessuno nel Pd può far finta di non esserci". Fausto Raciti, segretario del Pd siciliano commenta così le ultime baruffe in casa dem, accese dalla vicenda degli inceneritori. Che hanno rappresentato l'occasione perché i renziani tornassero all'attacco della giunta regionale,
 
Segretario, il dibattito sui termovalorizzatori è sembrato riaccendere le tensioni e le divisioni dentro il Pd siciliano, dopo la tregua del Crocetta quater. Avete ricominciato a litigare?

“Partiamo da una premessa. Noi come partito abbiamo fatto insieme a Crocetta una scelta, quella di un nuovo modello. Quello del rapporto tra il Pd e le forze moderate e dell'impegno diretto della classe dirigente del Pd nel governo. Questo chiama tutti a una responsabilità. Non è più possibile il gioco delle differenziazioni dei posizionamenti, siamo chiamati a svolgere un ruolo di sintesi. Bloccare il Pd significa bloccare il motore del governo: nessuno pensi di trarne vantaggio”.

Sì, ma tornando ai termovalorizzatori, le sembra che sia andata così?

“Penso che ci sia un errore. Il punto non può essere quanti termovalorizzatori metti in cantiere, ma stabilire con chiarezza come vogliamo gestire il ciclo dei rifiuti puntando sulla raccolta differenziata, sul riciclo, sul riuso intervenendo su un settore nel quale sono cresciute rendite e interessi da ridimensionare decisamente. Stabilito questo si stabilisce quanto e cosa bruciare. Oggi esprimiamo noi l'assessore al ramo ed è arrivata l'ora di affrontare la questione”.

Sono queste rendite e questi interessi secondo lei ad aver bloccato per più di dieci anni la Sicilia portandola a questo livello di emergenza?

“Questo insieme a un'indecisione di fondo della politica. Ognuno deve prendersi una responsabilità, spero che la Regione e i Comuni lo facciano, superando un sistema iniquo e inquinante e abbattendo i costi per i cittadini. Una cosa certo non possiamo fare”.

Cosa?

“Tifare perché il problemi ce li risolvano altri, governiamo noi questa regione. Non fa bene a nessuno la rappresentazione di un governo nazionale contrapposto a quello regionale: parliamo di istituzioni, non di correnti di partito. Dovremmo invece partire da un fatto: la Sicilia ha pagato più di ogni altra regione il risanamento della finanza dello Stato, sia rispetto al proprio PIL che alla propria popolazione, la nostra autonomia è più formale che sostanziale. Oggi si può segnare un punto di svolta. C'è la disponibilità palese del governo nazionale su questo. Andiamo fino in fondo su questo anziché giocare alla contrapposizione confondendo politica e istituzioni”.

Eppure questo forse è già accaduto. Ricorderà che a un certo punto si disse che qualcuno incrociava la questione del risanamento della Sicilia con il destino della poltrona dell'assessore Lantieri...

“Sarebbe stato un fatto talmente grave da renderlo del tutto irrealistico. Sono convinto che la responsabilità verso i siciliani dovrebbe prevalere anche tra governi di colore diverso, figuriamoci tra due governi guidati dallo stesso partito. Il governo ha messo 900 milioni in finanziaria, il tavolo sul resto, partendo dalla riscrittura del patto Stato-Regione per finire ai 500 milioni che mancano è attivo. Dobbiamo fare di tutto perché vada a buon fine: è un'occasione di portata storica che libererebbe lo Stato dalla preoccupazione su come ogni anno la Sicilia chiude il proprio bilancio e restituirebbe responsabilità e autonomia alla regione. Questo governo regionale sta cercando di recuperare un rapporto forte con i siciliani, sarebbe un bel coronamento di questo sforzo. E comunque se guardiamo alla composizione del governo regionale nessuno nel Pd può far finta di non esserci".

Lei poco fa parlando dei rifiuti accennava alla responsabilità dei Comuni. Ma cosa dovrebbero fare questi Comuni siciliani ormai alla bancarotta, se dopo tutti i tagli la Regione non gira nemmeno quei pochi soldi a loro destinati?

“Una parte del problema dei rifiuti è stato il fallimento degli strumenti di governance dei servizi pubblici. È stato un esempio di cattiva politica. Così come non possiamo nasconderci che la piaga del precariato è rimasta tale perché le nostra normativa non incentiva affatto i Comuni alla stabilizzazione, anzi. Serve un nuovo patto tra enti locali e Regione. I Comuni devono essere dotati degli strumenti di governance necessari e chiamati a una responsabilità diversa”.

Tornando al quadro politico, lei parlava del nuovo patto con le forze moderate. Che poi sarebbero Ncd, visto che gli altri già erano in maggioranza. Ma non le pare che ci sia un deficit di chiarezza visto che Ncd almeno a parole dice di non essere in maggioranza?

“Hanno detto che sostengono le riforme. È un significativo passo avanti che spero possa preludere a un patto politico vero e proprio in vista delle prossime scadenze con la costituzione di Area Popolare”.

Nel frattempo a Roma qualcosa di simile accade tra il Pd e Ala di Verdini. Si ripeterà anche in Sicilia?

“Non vedo all'orizzonte un allargamento ad altri partiti, nemmeno a livello nazionale. Checché se ne dica i verdiniani non sono al governo del Paese e non è all'ordine del giorno che lo siano in Regione. Va mantenuta salda e leggibile la conformazione di una coalizione che prova a cambiare i meccanismi di potere cristallizzati in questa regione. Il Pd è il partito del socialismo europeo, con una vocazione al cambiamento. Puntiamo a parlare alla maggioranza degli italiani, non ad acquisire la maggioranza del ceto politico del Paese. Io voglio rinnovare il Pd, non sostituirne la classe dirigente con quella esule dalla fine del centrodestra siciliano”.

Non è che alle prossime elezioni regionali attorno al Pd si salderanno le classi dirigenti di Cuffaro, Lombardo e Crocetta?

“Non credo. Vorrei ricordare che l'Udc ha attraversato guidato un profondo processo di rinnovamento, guidato da Gianpiero D'Alia, prima di scegliere l'alleanza con noi. Noi abbiamo un disegno politico originale distante dalla riproposizione della stessa classe dirigente. E anche la compagine di governo è caratterizzata da una storia lineare. Chi mi sembra sta mettendo in campo un disegno di questo genere è Forza Italia, strappando pezzi di ceto politico scontento per tentare l'operazione nostalgia del vecchio centrodestra: lo stesso che ci ha lasciato la pesante arretratezza che ci potiamo appresso”.

Ma non potrà negare che il Pd in questa legislatura abbia attraversato in pieno il trasformismo. Avete sette o otto deputati nel vostro gruppo che sono stati eletti altrove. E tra i vostri alleati all'Ars ci sono tanti deputati eletti in altre coalizioni.

“Il Pd ha sviluppato una grande forza attrattiva, ma non cambiato pelle e i nostri nuovi compagni di partito lo sanno: chi aderisce al Pd ne rispetta regole e linea politica. Di questo io ho il dovere di essere garante. Insieme al presidente della Regione abbiamo scelto la strada del rapporto con le forze politiche, dopo un confronto a viso aperto. Questo cambiamento incoraggia alcuni gruppi parlamentari nati a sostegno del governo regionale, che non aveva una maggioranza all'Ars, a diventare veri e propri partiti che si vogliono misurare alle prossime elezioni regionali: Mi pare che il lavoro in questa direzione sia da incoraggiare, nella chiarezza delle posizioni”.

Lei parlava prima di un patto politico per il futuro. Ma, per quanto lontane possano essere le elezioni regionali, l'impressione è che tra le opzioni possibili la coalizione non contempli la ricandidatura di Crocetta. O no?

“Apriremo quel dibattito quando sarà arrivato il momento dei bilanci. Noi stiamo lavorando già ora per costruire un'alleanza e per dare alcune fondamentali risposte ai siciliani. Chi candideremo presidente lo vedremo quando sarà il momento discutendo con i nostri alleati e con Crocetta, come è normale”.

“SICILIA NON HA POLITICA AMBIENTALE”. DENUNCIA DI LEGAMBIENTE A PALERMO


DOMANI TRE INIZIATIVE NEL'ISOLA

“Sicilia non ha politica ambientale”
Denuncia di Legambiente a Palermo



legambiente

“C’è un grande vuoto nella politica siciliana, tra i tanti, cioè quello della tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico. E questo nonostante il ricco, variegato, e per certi versi unico, patrimonio ambientale e naturale che abbiamo”. Lo ha detto Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia, nel corso dell’incontro si è svolto oggi a Palermo, a Villa Niscemi, sulle aree naturali protette della Sicilia.

“Vogliamo sollecitare – ha continuato Zanna – la Regione affinché si doti, finalmente, di una politica sull’ambiente, non solo per valorizzare questo patrimonio, ma anche per istituire nuove riserve, riprendere il percorso per l’istituzione dei parchi nazionali, mettere in rete le aree marine protette, mettere in luce i geositi riconosciuti dall’Unesco quale patrimonio dell’umanità. Lo faremo proponendo a tutti i gruppi parlamentari una mozione, ovviamente da presentare e discutere all’Ars, che dia questo indirizzo ad un Governo regionale che, purtroppo, continua ad essere latitante”.

E domani, domenica 31 gennaio, in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, ricorrenza della data di sottoscrizione della Convenzione di Ramsar (2 febbraio 1971) che ha sancito la tutela, a livello mondiale, di queste aree particolarmente importanti per la conservazione della biodiversità sul Pianeta, Legambiente Sicilia organizza tre iniziative in tre punti diversi dell’isola, CAPO FETO (Mazara del Vallo Petrosino), PANTANI SICILIA SUD ORIENTALE (Noto Ispica e Pachino), RISERVA ORIENTATA “LAGHETTI DI MARINELLO (Patti), al fine di valorizzarne il ruolo fondamentale che svolgono questi ambienti e spiegarne sia il ruolo che la loro importantissima funzione per la conservazione della vita e della sua diversità. Non si tratta di semplici escursioni, ma di manifestazioni politiche in cui Legambiente Sicilia chiede che queste aree vengano protette e salvaguardate.


30 Gennaio 2016
http://palermo.blogsicilia.it/sicilia-non-politica-ambientale-denuncia-legambiente-palermo/324076/





Nota

I lavoratori forestali possono diventare una grandissima risorsa per l'ambiente e il territorio








LO SCONTRO. LA MAGGIORANZA CONTRO CROCETTA: "RISCRIVA IL PATTO PER LA SICILIA". LA NOTA DEL BLOG


LO SCONTRO

La maggioranza contro Crocetta:
"Riscriva il Patto per la Sicilia"


di Accursio Sabella

Braccio di ferro tra Ars e governo. La commissione bilancio ha approvato all'unanimità una risoluzione che impegna l'esecutivo a revocare la delibera che ha destinato 2,5 miliardi ai Comuni siciliani. Critiche durissime anche dai deputati alleati del governo. Patto per la Sicilia, pioggia di soldi a Gela  TUTTI I CONTRIBUTI  I politici gelesi: "Polemiche strumentali"


, Politica


PALERMO - Una rivolta. La Commissione bilancio, senza alcuna differenza di colore e di partito, ha chiesto formalmente al governo di “rimangiarsi” la delibera del Patto per la Sicilia. La distribuzione, cioè, di circa 2,5 miliardi di euro ai Comuni siciliani. Una suddivisione di fondi che, come ha raccontato Livesicilia, ha favorito alcuni centri (a cominciare da Gela, città del governatore), a discapito di altri.

Così oggi i deputati hanno convocato l'esecutivo di Crocetta per chiedere spiegazioni. Per conoscere, cioè, i requisiti alla base dell'attribuzione dei finanziamenti. In commissione bilancio si è dapprima presentato l'assessore all'Economia Alessandro Baccei, che avrebbe però, stando al racconto dei commissari presenti, in un certo senso disconosciuto la paternità del documento. All'Ars è poi giunto il responsabile del Territorio Maurizio Croce. Che ha spiegato il motivo della maggior parte degli interventi, cioè di quelli destinati al dissesto idrogeologico. Spiegazioni che però non hanno convinto i deputati.

“Abbiamo chiesto – spiega il presidente della Commissione Vincenzo Vinciullo – quali fossero i criteri alla base della distribuzione degli interventi. E le risposte non ci hanno convinto. Inoltre, c'erano errori marchiani: interventi finanziati due volte, altri che non erano allo stadio in cui venivano descritti. Infine, - conclude Vinciullo - molti territori erano stati completamente dimenticati. Per questo motivo abbiamo chiesto di riscrivere la delibera”.

Un documento che porta in calce le firme praticamente di tutte le forze politiche all'Ars. A sottoscrivere la risoluzione, infatti, oltre al presidente Vincullo (deputato di Ncd), quelle di Riccardo Savona (Forza Italia), Claudia La Rocca e Giancarlo Cancelleri (Movimento cinque stelle), Santi Formica (Lista Musumeci), Roberto Clemente (Cantiere popolare), oltre a diversi deputati di maggioranza come Giovanni Di Giacinto (Pse, ex Megafono), Mimmo Turano (capogruppo Udc), Giovanni Panepinto, Mario Alloro e Luca Sammartino (Pd).

Insomma, buona parte della maggioranza si è schierata contro il governo. E ai firmatari se ne aggiungono altri. A cominciare dal deputato di Sicilia Futura Michele Cimino: “Chiedo con forza – ha detto - che nel Piano per il Sud vengano stanziate le risorse necessarie per superare le criticità dovute al dissesto idrogeologico in Sicilia e che tra gli stanziamenti per l'emergenza ci siano anche le risorse necessarie per il recupero del centro storico e per i lavori nella Cattedrale di Agrigento. Per Sicilia Futura un altro obiettivo indispensabile sarà varare con l'apporto dell'assessore regionale Croce la legge per il riordino delle coste”. E il Patto per la Sicilia era stato apertamente contestato nei giorni scorsi da esponenti del Pd come Luca Sammartino e Mario Alloro. Quest'ultimo ha parlato di delibera vergognosa. “Del resto – ha spiegato oggi a Livesicilia – quella distribuzione è stata compiuta senza aver discusso con nessuno. Era un atto programmatorio e doveva passare dall'Ars. Senza contare il fatto che alcuni territori, come quello di Enna, sono stati completamente dimenticati”.

E ovviamente va all'attacco l'opposizione: “Così come era stata formulata – dicono i deputati M5S, Giancarlo Cancelleri e Claudia La Rocca - la delibera presentava numerosi aspetti critici, a cominciare dall'assenza dei criteri attraverso i quali si è proceduto all'individuazione dei nuovi interventi e delle rispettive dotazioni finanziarie. Le opere previste, inoltre, non risultavano equamente distribuite su tutto il territorio regionale. “Ancora una volta – commentano i deputati - questa delibera ha messo in evidenza la spaccatura tra Crocetta e la sua maggioranza”. “Il presidente Crocetta – ha rincarato la dose il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone - continua a sottrarsi al confronto in commissione Bilancio sul Patto per il Sud, dibattito che lo vedrebbe soccombere, attesa l’inconsistenza degli interventi previsti della delibera. Purtroppo, ancora una volta, protagoniste sono solo le parole, di fronte ad una totale assenza di fatti. Abbiamo dunque avuto nuovamente  ragione a contestare l’operato di Palazzo d’Orleans, un nulla di nulla che ha addirittura spinto la commissione ad una risoluzione con la quale si invita il governo regionale a ritirare la delibera”. La rivolta dei deputati. La nuova rivolta della maggioranza contro Crocetta.







MESSAGGIO DELL'AVVOCATO FASANO A TUTTI I PRECARI


Dalla pagina facebook 
dell'Avvocato Angela Fasano


Per tutti i precari



Foto ilfattoquotidiano.it

La sentenza "Mascolo" della Corte di Giustizia, rende approdo giurisprudenziale di chiaro valore legale, valevole per tutti I precari che orbitano nel territorio dello Stato italiano. Non solo, quindi, per il personale della scuola. Il principio e', invero, di logica e giuridica estensione a tutti I precari. Non esistono precari di seria A e precari di serie B. L'applicazione reiterata nel tempo di contratti a termine e'illeggitima. Punto. La conversione a tempo indeterminato del rapporto e', quindi,obbligo che il nostro Stato sta elegantemente eludendo, affidandosi a giudizi della Cassazione protezionistici degli interessi statali, ma non gia' dei poveri lavoratori. Per tutti I precari stiamo redigendo I relativi atti da presentare in Commissione europea per la procedura di infrazione. I lavoratori della scuola sono stati stabilizzati, adesso tocca a tutti gli altri! Per info: studiolegale.fasano@alice.it




Ricorso collettivo lavoratori forestali della Regione siciliana. Alcuni chiarimenti sorti in seguito alle erronee informazioni rese da operatori estranei alla nostra azione:

1. In caso di positivo accoglimento del ricorso, non sarà previsto alcun trasferimento del lavoratore al di fuori dai confini regionali, essendo l'Ente datore di lavoro, Organo operativo esclusivamente nella Regione siciliana;
2. La quota di adesione è unica e non verranno chieste altre cifre;
3. Non vi è alcuna incompatibilità con azioni individuali già promosse da e con altri legali, poichè trattasi di strategia legale avente oggetto differente. La procedura di infrazione europea, invero, non ha alcuna margine di incompatibilità con azioni promosse dinanzi al Giudice del Lavoro. Lo studio, del resto, sta curando per i medesimi ricorrenti, sia azioni individuali, sia azioni collettive europee;
4. Lo studio legale Fasano, ai fini del ricorso collettivo, NON COLLABORA con NESSUN sindacato o movimento politico. Siamo assolutamente indipendenti. Vi preghiamo, quindi, di segnalare all'indirizzo mail studiolegale.fasano@alice.it eventuali nominativi di soggetti o organizzazioni che si spacciano per nostri delegati, ai fini delle eventuali denunzie agli organi di comperenza;
5. Lo studio legale Fasano, ai fini del ricorso collettivo, non collabora con altri studi legali. Trattasi di strategia legale dello studio legale Fasano, frutto di lunghi mesi di attività e ricerca. Vi preghiamo, quindi, di segnalare all'indirizzo mail studiolegale.fasano@alice.it eventuali nominativi di soggetti che si spacciano per nostri delegati, ai fini delle eventuali denunzie al Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di competenza;
Grazie per l'attenzione.
avv. Angela Maria Fasano







QUANDO UN'AZIONE INDIVIDUALE SE PUR LEGITTIMA, PESA SU TUTTI. RISPOSTA AL LAVORATORE DEL SERVIZIO ANTINCENDIO CHE RINGRAZIA IL SINDACATO SINALP PER AVER RICEVUTO IERI L'ASSEGNO RELATIVO ALLA QUARTA RATA DEGLI ARRETRATI CONTRATTUALI 2006-2009


Ricevo e pubblico
da un lavoratore che vuole rimanere anonimo


Quando un'azione individuale se pur legittima, pesa su tutti. Risposta al lavoratore del servizio antincendio che ringrazia il Sindacato Sinalp per aver ricevuto ieri l'assegno relativo alla quarta rata degli arretrati contrattuali 2006-2009





Quando un'azione individuale se pur legittima, pesa su tutti


Caro collega ho letto il tuo messaggio pieno di ringraziamenti e di comprensibile allegrezza per il positivo riscontro dell’azione giudiziaria messa in campo a tutela di tue e nostre sacrosante rivendicazioni, ma vorrei farti notare due cose che a dire il vero non ho gradito:
• la prima è stato il tono di quasi derisione nei confronti di tutti noi che come degli stupidi abbiamo aspettato fiduciosi che la Regione rispettasse gli impegni presi dandoci alla fine quanto ci spetta e quanto dato già da anni ai colleghi dell’Azienda. L’ho percepito nel passaggio dove dici che dato che la sentenza a te favorevole non è stata impugnata neppure la Cassazione può toglierli anche se li giudicasse non dovuti, onestamente da come scrivi, cioè in perfetto italiano, potevi arrivarci anche da solo cioè senza consultare il tuo legale.
• La seconda e più grave, ma forse non te ne sei nemmeno reso conto, è da dove sono stati presi i soldi per pagarti. In pratica dobbiamo ringraziare il fatto che il sindacato a cui ti sei rivolto, sinceramente mai sentito, non ha migliaia d’iscritti perché se no chissà cosa sarebbe successo. Vedo di essere più chiaro dalla tabella allegata al decreto che tu hai fatto pubblicare si vede chiaramente che i soldi sono stati presi dai finanziamenti per la campagna antincendio 2015 e che quindi ti sono stati liquidati a discapito delle giornate fatte in meno dal 20% dei colleghi oppure dello straordinario o del rimborso chilometrico che non vogliono riconoscerci. In pratica i tuoi soldi li abbiamo pagati tutti noi invece quelli liquidati con l’accordo sono stati aggiuntivi.
Calcolatrice alla mano a te sono stati liquidati €1.284,00 che moltiplicati x 7.000 addetti fa €8.988.000 forse di più di 1/10 di quanto hanno speso per tutta la campagna antincendio 2014.
Forse era meglio che ti spendevi i soldi con la tua famiglia senza fare tutta sta pubblicità e propaganda.
Saluti collega
Lettera firmata


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L'INUTILE GENNAIO DI PALAZZO DEI NORMANNI. CINQUE MILIONI SPESI PER DUE ORE DI LAVORO. 11.100 EURO LORDI PER OGNI DEPUTATO


ARS

L'inutile gennaio di Palazzo dei Normanni. Cinque milioni spesi per due ore di lavoro


, Politica


di Accursio Sabella

Nel primo mese dell'anno i deputati regionali si sono riuniti solo cinque volte. E quasi sempre le sedute sono durate meno di mezz'ora. In compenso, sono stati ovviamente erogati stipendi, indennità e compensi. Per produrre? Nulla. Ars, i nuovi consulenti  Assenze e presenze dei deputati  Tutti i consulenti dell'Ars  All'Ars le vacanze non finiscono mai



PALERMO - Due ore di lavoro in un mese. In cambio, ecco 11.100 euro lordi per ogni deputato. Oltre, ovviamente, ai compensi per lo stuolo di consulenti, collaboratori, autisti. E senza contare le spese per un palazzo che negli ultimi trenta giorni è stato sostanzialmente inutile: utenze, spese varie, stipendi dei lavoratori.  

Le due ore di lavoro di gennaio a Palazzo dei Normanni sono costate ai siciliani la bellezza di cinque milioni. Tanto costa, al mese, l'Assemblea regionale. Se escludiamo dal conteggio spese come quelle riguardanti le pensioni, che poco hanno a che vedere con la produttività dell'Assemblea. Ma che porterebbero i costi a oltre dodici milioni al mese.  

Ci siamo limitati, quindi, solo ai costi strettamente legati all'attività parlamentare. A cominciare, ovviamente, dalle indennità dei deputati. Questo inutile gennaio, infatti, l'Ars erogherà comunque circa un milione e mezzo agli onorevoli che di certo non si sono ammazzati di fatica. La spesa annua per gli stipendi dei deputati infatti è superiore ai 16 milioni di euro. Ma a questa, ovviamente, va aggiunta la spesa legata a tutto ciò che ruota attorno al parlamentare: personale di segreteria, consulenze, auto di servizio. In un anno all'Ars costano – i dati sono quelli dell'ultimo bilancio di previsione – 3,7 milioni di euro: in un mese, quindi, circa 300 mila euro. Ma insieme ai consulenti ecco i cosiddetti “portaborse” o, per meglio dire, i dipendenti dei gruppi parlamentari, la cui busta paga è garantita dalla voce “Contributi ai gruppi”: altri 6,2 milioni di euro, che in un mese fanno oltre mezzo milione.  

Ma ovviamente, il silenzio di Sala d'Ercole non si traduce nella chiusura di un palazzo dove lavorano decine di dipendenti. Assolutamente “incolpevoli”, ovviamente, della inerzia dei politici. Gli stipendi dei dipendenti dell'Ars, però, la cui somma complessiva è notevolmente calata negli ultimi anni, costano ancora 26,7 milioni di euro l'anno. Più di due milioni al mese. Anche questo mese. Quello di gennaio in cui le sedute sono poche e – come vedremo – dalla brevità imbarazzante. Alle spese poi necessarie anche in questo mese di vacanza camuffata, ecco quelle riferibili al cerimoniale e all'attività istituzionale (2,5 milioni l'anno, quindi duecentomila euro al mese) e quella relativa alla manutenzione e alla fruizione di beni e servizi: altri 5,8 milioni annui, quindi quasi mezzo milione al mese.  

Per un totale di circa cinque milioni di euro al mese. Tutte spese che l'Ars ha dovuto affrontare nonostante il risultato sia poco lusinghiero: a gennaio le sedute complessive dell'Aula saranno solo cinque. Nell'ultima, infatti, svolta martedì dopo quasi due settimane di “pausa di riflessione”, i parlamentari si sono dati appuntamento al due febbraio. E il numero delle sedute non rende nemmeno l'idea dell'immobilismo di Sala d'Ercole.


Così, è necessario entrare nel dettaglio. La seduta del sette gennaio, infatti, è durata, al netto delle pause, meno di un'ora. Una seduta-flash penserà qualcuno? No. Questa è la più lunga del mese. Le altre, infatti, raramente supereranno la mezz'ora. Il dodici gennaio, infatti, i deputati staranno tra gli scranni appena 25 minuti effettivi. È il caso di tralasciare, tra l'altro, il numero reale dei parlamentari in Aula. Un'Aula spesso vuota come una strada di periferia alle quattro del mattino. Il giorno dopo, si è fatto persino di meglio. I minuti stavolta sono ventiquattro. Del tutto inutili, tra l'altro, perché l'Aula, che avrebbe dovuto affrontare il tema di un disegno di legge rivolto ai lavoratori della Formazione, ha preso semplicemente atto dell'assenza del governo e ha rimandato tutto al giorno dopo. Quando invece la seduta toccherà la vertiginosa quota dei quarantaquattro minuti. Una maratona, insomma. Utile per vedere affossato dai franchi tiratori proprio quel disegno di legge.


Dopo quella faticata, il meritato riposo. L'Ars si è fermata per dodici giorni. “Un tempo utile per dare alle commissioni di merito il tempo di esaminare la legge Finanziaria”. Per carità. Peccato che dopo quei dodici giorni di studio matto e disperato, l'Assemblea si è accorta di aver concluso poco o nulla. Tanto è vero che la conferenza dei capigruppo convocata per martedì scorso, ha deciso l'arrivo della manovra a Sala d'Ercole solo per il 16 febbraio. Un mese e mezzo dopo l'approvazione dell'esercizio provvisorio. E a meno di due settimane dalla scadenza dello stesso. Una decisione, quella dei capigruppo, che è stata a quel punto ufficializzata in Aula. Poi, tutti a casa. Dopo 23 minuti. Appuntamento a febbraio. Per gennaio, in effeti, si è già fatto abbastanza.
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PRECARIATO ENTI LOCALI, IL VICE PRESIDENTE DELL’ARS VENTURINO INCONTRA VENERDI’ 29 AD AGRIGENTO I LAVORATORI CON IL SINDACO CALOGERO FIRETTO


PRECARIATO ENTI LOCALI, IL VICE PRESIDENTE DELL’ARS VENTURINO INCONTRA VENERDI’ 29 AD AGRIGENTO I LAVORATORI CON IL SINDACO CALOGERO FIRETTO

VENTURINO

“Il precariato degli Enti Locali e le prospettive di stabilizzazione dei rapporti di lavoro precario” è il tema dell’incontro, organizzato dal vice presidente vicario dell’Assemblea Regionale, Antonio Venturino, che si svolgerà venerdì  29 gennaio, alle 16, ad Agrigento, nella sala della Biblioteca comunale in piazza Vittorio Emanuele.

Si tornerà a discutere di precariato, delle rivendicazioni e delle prospettive e delle ragioni della stabilizzazione definitiva di tutti i lavoratori, che da anni prestano servizio negli Enti Locali dell’Isola. Venturino è il primo firmatario di due disegni di legge, n. 741 e n. 742, fermi da quasi due anni in V Commissione Lavoro che prevedono un percorso definitivo, attraverso l’applicazione di norme chiare

Saranno presenti all’incontro, oltre al vice presidente vicario dell’Ars, Antonio Venturino, anche Gaetano Aiello, collaboratore della vice presidenza vicaria dell’Ars ed esperto in materia di lavoro e pubblica amministrazione, e il sindaco di Agrigento Calogero Firetto.

28 Gennaio 2016
http://www.siciliaonpress.com/agrigento-i-precari-incontrano-il-vicepresidente-dellars-venturino/







28 gennaio 2016

UN LAVORATORE DEL SERVIZIO ANTINCENDIO RINGRAZIA IL SINDACATO SINALP PER AVER RICEVUTO IERI L'ASSEGNO RELATIVO ALLA QUARTA RATA DEGLI ARRETRATI CONTRATTUALI 2006-2009. ECCO L'ASSEGNO


Ricevo e pubblico
da Carmelo Troina


Un lavoratore del servizio antincendio ringrazia il Sindacato Sinalp per aver ricevuto ieri l'assegno relativo alla quarta rata degli arretrati contrattuali 2006-2009




Ringrazio il Sinalp.
Io Troina Carmelo, in servizio all'Ispettorato Ripartimentale Delle Foreste di Catania, voglio ringraziare angelo barbagallo e maurizio marino del SINALP perchè ieri sera ho ricevuto dall'avvocato Nicola Mazzaglia l'assegno relativo alla quarta rata degli arretrati contrattuali 2006-2009, poichè nella primavera del 2014, mi sono sentito preso in giro da tante parole e promesse che cambiando nei toni e nelle parole, avevano sempre lo stesso significato: aspetta, non cercare scorciatoie!
Dunque stufo di aspettare e di essere preso in giro, un anno e mezzo fa mi ero rivolto ai miei colleghi Maurizio Marino ed Angelo Barbagallo ed ho accettato le loro condizioni economiche di affiliazione sindacale ed ascoltato i loro suggerimenti, su come muovermi per ottenere in via giudiziale l'esecuzione di un accordo sottoscritto ormai sette anni or sono e rispettato dalle parti stipulanti, nonostante fosse un ente pubblico, all'epoca solo per metà.
Sinceramente con l'assegno in mano sono contento del risultato ottenuto, tuttavia ho colto l'occasione per chiedere al mio difensore chiarimenti su codesti provvedimenti amministrativi di recupero di tutte le rate relative agli arretrati contrattuali 2006-2009.
Il mio legale mi ha confermato a grandi linee i vizi di illegittimità di tali provvedimenti di recupero, che coincidono con i motivi sciorinati in questi ultimi tempi da tutti i blog, ma mi ha rincuorato precisandomi che io ed i miei colleghi che abbiamo ottenuto l'ultima rata in via giudiziale ci troviamo in una posizione rinforzata, cioè più tutelata. In sintesi ai vizi di sostanza che possono essere fatti valere da qualsiasi lavoratore che non ha ancora ricevuto il pagamento della quarta rata dell'accordo sindacale del 14\05\2009, si aggiungono a mia difesa ulteriori vizi di rito o procedurali che inficiano la validità di un eventuale provvedimento di recupero su tali somme.
Il mio vantaggio aggiuntivo è dato dal fatto che sul mio caso concreto, non potrà mai influire il cosidetto cambiamento di orientamento della giurisprudenza, perchè sulla mia situazione particolare la giurisprudenza si è già pronunciata.
Infatti l'amministrazione aveva un termine legale stabilito dalla legge per costituirsi in giudizio per far valere le proprie doglianze, ciò non è avvenuto e pertanto io dispongo di un titolo giudiziale esecutivo intangibile, che ha portato ad un'ordinanza di assegnazione somme del giudice del pignoramento ormai non più impugnabile perchè, una volta scaduti i termini di legge per impugnare, è passato in giudicato.
L'avvocato Mazzaglia mi ha spiegato, dato che in questo guazzabuglio di comunicati e notifiche di recupero che mirano a creare confusione e disagio per scopi a tutti noti, il principio primario della certezza del diritto e l'intangibilità del giudicato e mi ha confermato che nemmeno le sentenze della Corte Costituzionale, che per loro natura sono retroattive, cioè valgono anche per il passato, qualora abrogano una legge la quale era stata applicata dal giudice al caso concreto, possono avere effetto nei confronti delle pronunce giudiziali che sono passate in giudicato e che sono state interamente eseguite come è avvenuto nel mio caso concreto, solo quelle penali che sono parzialmente eseguite possono essere revocate, ma questo è un altro discorso.
Infine, a riprova che sono una persona sincera e che non perseguo nessun altro fine che far conoscere la verità di quanto mi è accaduto, ribadisco che i vertici dell'amministrazione regionale in data 24\09\2015 hanno emanato un decreto a firma del dirigente del servizio 9 pianificazione e programmazione dell'Assessorato Territorio ed Ambiente, identificato con DDS N. 1156 DEL 24\09\2015 consultabile on line, per chi ne ha voglia e tempo nel presente indirizzo internet, http://forestaliantincendiosicilia.blogspot.it/2015/09/arretrati-contrattuali-previsti-dai.html in cui si disponeva il soddisfacimento delle obbligazioni a favore dei lavoratori indicati nel suddetto provvedimento del dirigente centrale dell'assessorato competente.
Un rinnovato ringraziamento ai colleghi Marino Maurizio ed Angelo Barbagallo del Sinalp
Troina Carmelo










COLLESANO. CORSO DI POTATURA ALBERI DI ULIVO


Ricevo e pubblico
dal Presidente Anas Collesano
Antonino Vara












DISASTRO SICILIA SUI FONDI UE. DOVREMO RESTITUIRE UN MILIARDO ALL’EUROPA


Disastro Sicilia sui fondi Ue
Dovremo restituire un miliardo all’Europa


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Non 100, non 200 e neanche 320 milioni di euro. L’Europa contesta la spesa comunitaria siciliana per oltre 1 miliardo di euro. E non si tratta di fondi non spesi che si perdono ma di fondi spesi male e che la Commissione non riconosce e chiede indietro.

Insomma la Sicilia dai conti disastrati dovrà trovare il modo di risarcire la Comunità Europea per soldi che ha già speso e non ha più. Dove andremo a prendere un miliardo e 300 milioni complessivi se perdiamo tutti i contenziosi come non è difficile immaginare?

I conti in tasca ai fondi siciliani, la fa, questa mattina, il giornale La Sicilia secondo il quale a rischio non ci sono soltanto i 320 milioni di euro contestati da Bruxelles nel settore degli aiuti all’agricoltura biologica e che la Regione intende difendere con un ricorso. Adesso è quasi certo che la Sicilia dovrà restituire all’Ue una cifra pari a circa 1 miliardo di euro, cioè quasi 500 milioni del Fesr e circa 500 milioni del Fse, quindi sia fondi generali per le infrastrutture che fondi utilizzati per il lavoro e la formazione.

Il programma è scaduto e anche se c’è tempo fino a marzo per completare le operazioni e i pagamenti grazie ad una proroga, l’ Unione rimborserà, comunque, solo le spese certificate al 31 dicembre scorso. E fra quelle spese mancano complessivamente 1,3 miliardi che fanno della nostra isola la regione con la peggiore performance nel programma 2007-2013.

Ecco i numeri desunti dal monitoraggio del ministero e riportati dal giornale. Per quanto riguarda il Fesr (fondo infrastrutture), la Sicilia ha effettuato pagamenti pari al 68,34%, contro il 73,19% della Calabria, il 78,37% della Campania, l’ 89,24% della Puglia, il 78,74% della Basilicata. Tradotto in soldi, al 30 novembre scorso, su un budget impegnato di 4,35 miliardi di euro, la Regione ha certificato una spesa pari a 2,73 miliardi. All’ 11 gennaio scorso l’ insieme di coloro (enti e imprese) che hanno realizzato investimenti autorizzati con la promessa di risorse comunitarie, ha caricato sul sistema dei pagamenti 4,66 miliardi, mentre la Regione ha registrato 3,77 miliardi e ha validato, con timbro del dirigente generale, 3,31 miliardi, pari al 76% dei pagamenti.

Restano da registrare 1,2 miliardi entro marzo 2017. Ma la Regione, fatte le dovute verifiche, potrà tentare di recuperare solo 773 milioni proponendo di computare 119 progetti “retrospettivi”, di cui 109 già realizzati per l’ edilizia scolastica. In bilico quasi 500 milioni.

Situazione non molto diversa per il Fondo sociale europeo (istruzione -formazione -lavoro), che, sempre secondo l’ ultimo monitoraggio del ministero dell’ Economia a dicembre, vede la Sicilia fermarsi all’80,16% contro il 91,29% della Campania, il 99,31% della Calabria, l’ 87,10% della Basilicata e l’ 87,79% della Puglia. Sul portale Opencoesione risulta che al 31 ottobre scorso, su un budget impegnato di 1,6 miliardi di euro, la spesa certificata era al 74,1%, di cui pagamenti per l’ 80,16%, pari a 1,11 miliardi. Ci sono dunque in bilico circa 500 milioni.

Restano due mesi per mettere una pezza a questa situazione. Esistono escamotage che potrebbero permettere alla Regione di salvare una parte di queste risorse ma dovranno essere autorizzati da Bruxelles e non è detto che questo avvenga. Per la parte che, invece, non verrà salvata resta da chiedersi cosa fare. La Sicilia non ha le risorse per restituire i fondi quindi le soluzioni potrebbero essere due: chiedere indietro i contributi a chi li ha ottenuti con il probabile effetto di causare il fallimento di numerose aziende con disastrose conseguenze per l’economia siciliana e un vero e proprio effetto domino o compensare parte delle risorse sull’assegnazione del nuovo programma 2014-2020 ma questa seconda eventualità non sarebbe esattamente ‘regolare’.

27 Gennaio 2016
http://palermo.blogsicilia.it/disastro-sicilia-sui-fondi-ue-dovremo-restituire-un-miliardo-alleuropa/323536/







27 gennaio 2016

FORZA ITALIA BOCCIA LA FINANZIARIA. "MANOVRA DA CAMPAGNA ELETTORALE". CON POCA ATTENZIONE ALLE FASCE PIÙ DEBOLI COME I FORESTALI




Forza Italia boccia la finanziaria
"Manovra da campagna elettorale"

 


di Santi Sabella

I forzisti all'Ars: "Entrate e spese incerte". Il capogruppo Falcone: "Norme assurde". Chiesta una verifica agli uffici su alcune norme del testo.  
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PALERMO - Una legge di stabilita fatta da entrate "aleatorie" e "incerte", oltre che da "tagli indiscriminati". Il gruppo di Forza Italia all'Ars non usa mezze misure e boccia su tutta la linea la finanziaria che dovrebbe approdare a Sala d’Ercole il 12 febbraio. Incertezze alimentate non solo dalle cifre ma, spiega il capogruppo Marco Falcone, "dalla forte litigiosità tra il governo nazionale e quello regionale, e in particolare, tra il sottosegretario Davide Faraone e il governatore Crocetta". Rapporti tesi che secondo Falcone mettono a rischio quelle somme che da Roma dovrebbero arrivare a Palermo, “ma che non sappiamo - afferma Falcone in conferenza stampa all'Ars - se e quando verranno realmente assegnate alla Regione Siciliana". Poi l'affondo: "E' chiaro che siamo di fronte a una manovra per la prossima campagna elettorale - denuncia Falcone -, perché ci sono norme assurde, come quella proposta dall'assessore al Territorio, Maurizio Croce, che prevede l'assunzione di 30 persone esterne nella commissione istituita dalla precedente manovra, che affianca inspiegabilmente la Cru".

Tensione che si riflette, secondo il forzista, anche nelle singole norme della finanziaria. "Farone ha detto chiaramente che alla Sicilia non sarebbe stato più permesso di utilizzare i fondi dello Sviluppo e coesione per le spese correnti. Eppure - spiega Falcone -, la legge di stabilità prevede 173 milioni di euro per il cofinanziamento di programmi europei e 60 per i lavoratori forestali. E quel che è peggio è che si tratta di somme bloccate, che necessitano del via libera del Cipe. Insomma, non solo Crocetta ha di fatto smentito Faraone, ma per di più prevede di finanziare queste spese correnti con somme del tutto aleatorie".

Altra nota dolente, secondo il capogruppo di Forza Italia, riguarda i comuni dell’Isola. "Quest’anno i trasferimenti regionali hanno subito un ulteriore taglio. E pensare che già nel 2015 sono stati ben 272 i comuni commissariati perché non sono riusciti a chiudere il bilancio, proprio a causa della decurtazione ai trasferimenti. Una situazione – ricorda Falcone – aggravata dalla perdurante assenza del dirigente generale del dipartimento regionale agli Enti locali. La giunta non ha ancora nominato il nuovo direttore e 220 milioni di fondi destinati ai comuni restano bloccati in un cassetto perché manca chi firmi il via libera", conclude Falcone, che per la prossima settimana annuncia la presentazione da parte di Forza Italia di una manovra finanziaria alternativa in commissione bilancio.

Di previsioni "pressappochiste" parla, invece, Riccardo Savona. Il vice presidente della commissione bilancio pone l'accento, in particolare sulla presenza di "un’accozzaglia di norme che ben poco hanno a che fare con la manovra. Veri e propri ddl che per interno sono stati persi e messi in finanziaria, ma che andrebbero esaminati a parte". I dubbi di Savona si concentrano anche sull'aumento delle spese previste per i testimoni di giustizia e per l’ufficio stampa della Regione. "Previsioni che mancano di chiarezza. Non si capisce quante persone saranno assunte, per quanto tempo, con che tipo di contratto e con quali qualifiche".

Mancanza di chiarezza sottolineata anche dal vicecapogruppo Vincenzo Figuccia. "Ancora una volta - afferma - il governo ha trovato il modo per creare confusione. Un’altra ‘Crocettata’, insomma. Il risultato è una finanziaria falrlocca, con cifre ballerine, con poca attenzione alle fasce più deboli. E ancora una volta – aggiunge - alcune categorie come i forestali o gli ex Pip vengono restano appesi a un filo, senza vere soluzioni ai problemi".

Fi ha comunque chiesto alla ragioneria dell'Assemblea di verificare "alcune anomalie sulle entrate riscontrate nella finanziaria". In conferenza stampa all'Ars presenti oltre a Falcone e Savona, anche i deputati di Fi Giuseppe Milazzo, Franco Rinaldi, Vincenzo Figuccia e Bernadette Grasso.