Ricevo e pubblico
da Antonino Lomonaco
Nella terra di mezzo
La Sicilia è sempre stata una "terra di mezzo", una terra di confine, dove le culture si sono sempre incotrate e scontrate, così come i popoli che le esprimevano. La storia ha attraversato la Sicilia lasciandola gravida di magnifiche testimonianze, che assieme ad un paesaggio naturale variegato, ad un clima favorevole, genera una specie di abbondanza disorientante, capace persino di obliare la propria ricchezza preferendo, ad essa, la sciatteria.Tuttavia la nostra posizione geografica continua ad inserirci nella storia delle migrazioni dei popoli: siamo fra le prime terre d'Europa subito dopo l' Africa e l'Asia. E siamo anche una tradizione che onora gli ospiti come un "bene" da custodire e curare. Ci mancherebbe che non ci prodigassimo nell'accoglienza dei profughi! Che non aiutassimo chi chiede aiuto dalle sopraffazioni e dagli stupri che da più di un secolo e mezzo a questa parte l'Europa ha praticato all'Africa ed agli altri continenti. Eppure dobbiamo porci quella domanda: fino a quando si può continuare a tenere le braccia aperte dell'accoglienza?... Poiché si tampona l'emergenza senza intervenire all'origine dell'emergenza, come se quell'origine non vi fosse, o fosse comodo non considerarla. Quest'eccesso si somma agli eccessi di cui noi siciliani già ci fregiamo. Sempre più spesso, infatti, sento parole di insofferenza, come se gli effetti fossero causa di malessere e la guerra dei poveri una semplice e spontanea verità. Mi ricordo, allora, di un articolo letto qualche giorno fa, in cui si racconta di un paesino del Molise, Castelnuovo al Volturno, il quale, nel maggio del '44 fu utilizzato dalla propaganda statunitense come set cinematografico per documentare l'eroismo dell'esercito americano che si batteva contro la cattiveria tedesca, e gli abitanti, evacuati, si videro bombardare le proprie case ed i propri beni come se queste fossero, per loro sfortuna, al centro degli scontri bellici. In realtà la linea "Gustaf" era 70 Km più a nord, ma quei bombardamenti filmati servivano a convincere, avevano un compito di pedagogia sociale e divulgativa, così come, di recente, le armi di distruzione di massa nell'Iraq di Saddam, o in Libia, ed in tutti quegli altri paesi in cui ha interessato la loro destabilizzazione. Anni di lotte civili e sindacali rischiano di vanificarsi nei prossimi anni, il mito della "crisi" economica, il favorire un flusso senza fine di disperati, che fuggono dall'orrore e dalla distruzione e che, per questo, sono disposti a quel che noi ormai, giustamente, non siamo più disposti a fare, aprono il via alla lotta fra i poveri, dove saremo tutti a perdere. Dove saranno solo pochi a vincere su tutti gli altri. L'anno scorso ebbi a scrivere che non si sarebbe più dovuto ripetere quell'onta delle squadre di antincendio boschivo siciliane, in cui milito, che, circondate dagli incendi, non potevano intervenire, dal momento che i mezzi ed i dispositivi di sicurezza personali non avevano avuto la necessaria manutenzione, e le visite mediche non erano state realizzate nel modo opportuno, lasciandoci, così, al pubblico ludibrio ed al dileggio mediatico. Soprattutto nel tempo in cui domina la propaganda mediatica, il pubblico ludibrio ed il dileggio, hanno la funzione di giustificare l'astio e l'aggressione verso una categoria di persone. In tutto ciò, mi colpisce l'atteggiamento degli Ispettorati forestali, i quali, che io sappia, non hanno mai prodotto un documento di disappunto e di protesta sull'operato del governo regionale in questo settore, lasciandoci soli come se loro non lavorassero con noi e come se il nostro mancato operare non sortisse alcun disastro territoriale. Poi, però, mi rendo conto che anche altre categorie di lavoratori vengono attaccate in modo analogo, e noto che si tratta sempre di categorie di lavoratori dipendenti. Il lavoro dipendente, qualunque esso sia, da un lato è dileggiato, dall'altro subisce la pressione dei disperati della terra. Non ha importanza, per fare un esempio, se un Marchionne in un anno guadagni da solo quanto migliaia di operai della Fiat! Esempi del genere ve ne sono a bizzeffe. Quel che conta è, come ben ha insegnato quel ministro della propaganda nazista, che una menzogna ripetuta tante volte diventi verità. Quel che conta è la volontà che sta dietro quella "menzogna" e la sua forza nel condizionare. Siamo a ridosso della campagna di antincendio boschivo ed anche quest'anno i mezzi ed i dispositivi di sicurezza personali, non hanno avuto alcuna manutenzione, rendendoci sicuramente e nuovamente inetti di fronte ai disastri ambientali causati dagli incendi. Questo significherà un aumento esponenziale dei rischi connessi a questa attività, poichè molti di noi, nei casi estremi, non rimarremo certo con le mani in mano ad osservare ed a subire la negligenza nella forma di maggiore colpevolezza. Anche gli insegnanti, la categoria che dovrebbe formare i futuri cittadini, consapevoli dei propri diritti e doveri, stanno subendo una riforma esemplare, ingessante e mortificante. Anche i sindacati, ed il loro significato sociale, vengono attaccati con l'intenzione di esser deleggittimati. E sono attaccati soprattutto da una retorica del riformare, come se il riformare fosse positivo di per sè, al di là dei contenuti proposti. Anche quando il riformare coincida, casualmente, con un regredire sociale e civile. Può darsi che in tutto ciò vi sia della casualità, e chi subisce direttamente i problemi è portato a crederlo, come quando si assiste ad uno spettacolo di prestigiazione che, distratti dal movimento di una mano non si nota l'altra che opera il cambiamento.Tuttavia mi ricordo di un presidente del consiglio Craxi che già si provava nell'attacco ai diritti dei lavoratori e, quindi, civili, seguito a ruota da quel tale Berlusconi. Oggi Renzi ed i suoi accoliti hanno trovato le condizioni giuste per realizzare quel qualcosa che gli altri avevano solo provato a realizzare, e che, guarda caso, faceva parte di un programma di una particolare loggia dal nome molto significativo di "P2". Appunto: "Propaganda 2". Quell'Andreotti, che ha attraversato tutta la vita politica della seconda metà del secolo appena trascorso, che sapeva tanto perchè aveva "intessuto" tanto, ripeteva spesso che pensar male è peccato ma, a pensar male, capita che ci si azzecchi quasi sempre. E, quest'ultimo, di "trame" se ne intendeva bene.
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