25 marzo 2015

MA CROCETTA STOPPA TUTTI: VOLONTÀ COMUNE PER LE RIFORME. SCONTRI E DICHIARAZIONI MA NIENTE FINANZIARIA E CROCETTA FA IL PACIERE FRA ARDIZZONE E BACCEI



MA CROCETTA STOPPA TUTTI: "VOLONTÀ COMUNE PER LE RIFORME"


Scontri e dichiarazioni ma niente finanziaria
E Crocetta fa il paciere fra Ardizzone e Baccei




Giovanni-Ardizzone 940


“La Sicilia non è la Grecia e lui non è la Troika. Baccei dimentica di essere un assessore del governo regionale siciliano, con il precipuo compito di garantire alla nostra Isola le risorse che, per Costituzione e Statuto, le sono dovute e che non sono una cortesia del governo nazionale nei nostri confronti. E proprio su quest’ultimo aspetto, mi pare che fino a oggi ci siano stati troppi silenzi da parte di Baccei, anche quando, con semplici colpi di penna, lo Stato, come per magia, ha sottratto unilateralmente ingenti risorse”.
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L’affondo è del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone al quale non sono andate giù le parole dell’assessore regionale all’economia Alessandro Baccei che uscendo dall’incontro romano di ieri sera ha annunciato che il governo nazionale darà alla Sicilia i 3 miliardi che servono ma non c’è la firma perché dalla capitale non si fidano dell’Assemblea e temono che non approvino le riforme promesse in cambio degli aiuti.
 ”Gli incontri – conferma Baccei - sono andati tecnicamente bene, salvo ulteriori approfondimenti. Però, c’è un grosso punto interrogativo, cioè che all’Ars la finanziaria venga cambiata, facendo saltare le riforme. Se a Palazzo dei Normanni si mettono a fare i ‘maestrini’, a cominciare dal presidente Ardizzone, si rischia di complicare tutto”.
“C’è la forte preoccupazione che le riforme promesse non arrivino – aggiunge -. I timore è che le norme che abbiamo approvato in giunta vengano modificate dopo avere ricevuto l’aiuto richiesto”.
Ma Ardizzone non ci sta al ricatto “Il forte squilibrio dei conti regionali – riprende – è in massima parte riconducibile a decisioni statali che hanno creato, nel tempo, condizioni di forte criticità nelle finanze della Regione. L’assessore Baccei dimentica che nel 2007 lo Stato, unilateralmente, ha innalzato al 49,11% la quota di compartecipazione della Regione al Fondo sanitario, sottraendoci 600 milioni di euro l’anno. Ci restituiscano queste somme perché ci spettano e non per cortesia”.
“E che dire del contributo di 1,2 miliardi per il 2015 richiesto alla Sicilia per il risanamento dei conti pubblici nazionali? Un importo iniquo se rapportato a quelle delle altre regioni a Statuto speciale. Stesso discorso per la continua erosione dell’Irpef relativa ai redditi prodotti in Sicilia. Nonostante l’articolo 36 dello Statuto siciliano attribuisca all’Isola la totalità delle entrate tributarie erariali riscosse nel territorio, lo Stato ha progressivamente incamerato parte crescente di questo gettito, trasferendo al di fuori della Regione gli uffici finanziari addetti alla riscossione”.
“Le ultime stime ci dicono che il ‘danno’ è di circa 3 miliardi di euro l’anno. Un esempio? Il trasferimento a Latina del centro di riscossione per i dipendenti pubblici: meno 250 milioni. E ancora, l’assorbimento del Banco di Sicilia e Sicilcassa da parte di Unicredit con trasferimento del centro a Milano: meno 150 milioni. Anche queste somme devono tornare nelle casse della Regione. Senza se e senza ma”.
“Baccei – conclude – ha il dovere di proporre un bilancio e una legge finanziaria che consentano il risanamento economico della Regione e soprattutto lo sviluppo della nostra Isola. Tutto il resto sono chiacchiere in libertà”.
Tenta, invece, di gettare acqua sul fuoco della polemica il Presidente della Regione. Crocetta affida ad una nota il suo insolito ruolo di paciere: “Nell’incontro avuto ieri con il presidente Ardizzone, mi è sembrato di cogliere una grande volontà di portare avanti il processo riforme – dice Crocetta - la stessa sensazione avuta dal confronto con diversi rappresentanti parlamentari. Io credo che governo e parlamento, su questo fronte di rinnovamento per la Sicilia, lavoreranno insieme. Il tema principale ora è far quadrare i conti e cambiare rotta attraverso riforme serie. Con il presidente Ardizzone c’è una linea di confronto aperta, che continuerà per il bene comune della Sicilia”.

25 Marzo 2015







ARS, ADDIO ALLE REGOLE DELLA DEMOCRAZIA. ATTESA OGGI ANCHE LA ‘MEZZA FINANZIARIA’, MA SENZA BILANCIO NE COPERTURA ECONOMICA



Ars, addio alle regole della democrazia
Attesa oggi anche la ‘mezza finanziaria’


palazzo dei normanni


Le regole della democrazia e quelle interne dell’Ars non esistono più. Nessuna garanzia per le opposizioni, nessuna garanzia per la trattazione della materia economico finanziaria.
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Il nuovo corso siciliano è privo di regole. E’ la storia che raccontano gli ultimi eventi politici in Sicilia. ieri l’elezione del secondo vice presidente dell’Ars che, secondo le regole (non scritte e non vincolanti per carità) della democrazia spettava all’opposizione ed è stato assegnato anch’esso alla maggioranza fra polemiche e proteste, oggi l’approdo in Commissione della Finanziaria ma senza bilancio ne copertura economica.
Ieri il governatore ha incontrato il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone per chiedergli di avviare l’iter della finanziaria anche se non c’è ancora il bilancio così come aveva chiesto già anche al presidente della Commissione, Nino Dina, ottenendo un sostanziale via libera.
E con Ardizzone non è andata diversamente. L’iter della finanziaria partirà in Commissione non appena questa sarà trasmessa agli uffici dell’Ars. Ma Ardizzone si riserva di stralciare le norme che non avranno la copertura economica e avverte che l’avvio dell’iter non significa che l’intera manovra venga giudicata legittima.
A risolvere la querelle, almeno sulla carta, arriva la dichiarazione dell’assessore Alessandro Baccei, ieri a colloquio per un’ora a Roma con il sottosegretario Graziano Delrio. Per Baccei ci sono già tutte le soluzioni tecniche e Roma sarebbe pronta a coprire il buco da 3 miliardi e 200 milioni di euro ma manca ancora il sì della politica.
Intanto ieri la Commissione Affari istituzionali ha approvato, con due soli voti contrari, la riforma delle province che andrà in discussione in aula martedì attendendo il bilancio. “È stato un lavoro complesso, adesso tocca all’Aula – dice il presidente della commissione Antonello Cracolici – mi aspetto che a Sala d’Ercole si proceda con un confronto aperto ma sereno. È importante che il testo diventi legge al più presto per permettere già nella prossima estate di chiudere la stagione dei commissariamenti e avere i nuovi assetti di governo degli enti”.
A favore della riforma si sono espressi i nove esponenti di maggioranza; contrari due esponenti del M5S; assenti i tre esponenti di centrodestra. Il testo passa ora all’esame dell’Aula.Forse proprio quello della riforma delle province, resta l’unico iter ‘normale’ da un punto di vista regolamentare
Regola messe di lato in ogni altro settore in nome del salvataggio della Sicilia ma non si comprende il come ne il quando e soprattutto in un clima da tutti contro tutti che certamente non aiuta la democrazia ne la Sicilia

25 Marzo 2015
http://palermo.blogsicilia.it/ars-addio-alle-regole-della-democrazia-attesa-oggi-anche-la-mezza-finanziaria/291591/










LA CONSULTA "ESPELLE" I PRECARI E QUALCHE GIORNALE CI GODE. SECONDO IL QDS IN SICILIA SONO ALMENO 60.000, TRA QUESTI 24.000 FORESTALI



La Consulta "espelle" i precari

di Michele Giuliano
Rivoluzionaria sentenza n. 37/15 della Corte Costituzionale: illegittimmi 1.200 dirigenti dell’AE assunti senza concorso. In Sicilia sono almeno 60.000: forestali (24.000), Asu, Lsu, ex Pip, Formatori




La sentenza della Corte Costituzionale numero 37 del 2015, depositata martedì 17 marzo e in corso di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale (presumibilmente nella giornata di oggi, ndr), è destinata a sconvolgere il mondo delle pubblica amministrazione per gli effetti indiretti che avrà sulle migliaia di dipendenti pubblici assunti per chiamata diretta, senza passare dal concorso pubblico. La sentenza sostanzialmente boccia l’ingresso di ben 1.200 dirigenti all’Agenzia delle Entrate senza concorso. Se si guardano i numeri della Sicilia,  questo caso, seppur clamoroso, sembra quasi una bazzecola. Il perché è presto detto: attraverso questa modalità, cioè senza uno straccio di concorso, sono entrate (e sono ancora al libro paga di Comuni, Regione, Asp e altri enti ancora) nella pubblica amministrazione dell’Isola almeno 60.000 persone.

 © RIPRODUZIONE RISERVATA

25 Marzo 2015 
http://www.qds.it/18924-la-consulta-espelle-i-precari.htm


Nota
Ormai è arcinoto che il giornale di Confindustria vuole cancellare tutti i precari della Pubblica Amministrazione. Peccato però che confonde capre e cavoli.

Egregia Redazione, (da sempre contro le categorie più deboli) da Voi abbiamo subito solamente mortificazioni, siamo stati definiti: privilegiati, fannulloni, mandarini, parassiti ecc. ecc. ecc.
Per finanziare il sociale basterebbe eliminare i 120 milioni di euro all'anno (circa 240 miliardi delle vecchie lire) che vengono dati ai giornali. Lo sapete chi l'ha detto? L'attuale Presidente del Consiglio Matteo Renzi quando al Governo però c'era Mario Monti.
I privilegi del Vostro giornale, dal 2003 al 2013 ci sono costati la bellezza di circa 14 milioni di euro (27 miliardi delle vecchie lire), questi sì che sono fondi sottratti ai più bisognosi.
Se siamo in guerra guerra sia!











ACIREALE, OSTRUITO DA MESI IL PERCORSO TRA LA TIMPA «A NESSUNO SEMBRA IMPORTARE DELLE CHIAZZETTE». L’AREA È DEMANIALE E DUNQUE DI COMPETENZA DELLA FORESTALE, MA IL CROLLO HA INTERESSATO UN MURO APPARTENENTE A UN TERRENO PRIVATO



Acireale, ostruito da mesi il percorso tra la Timpa «A nessuno sembra importare delle Chiazzette»




Cronaca – Da quando la tromba d'aria dello scorso 5 novembre ha danneggiato molte parti della città, il passaggio che collega il centro alla frazione marinara di Santa Maria la Scala è bloccato dal crollo di un muro. «La zona non è stata neanche messa in sicurezza», denuncia Tiffany Greco, presidente dell'associazione Barock. Guarda le foto


«Quel muro è così da quattro mesi, ma a nessuno sembra importare qualcosa delle Chiazzette». Tiffany Greco, presidente dell’associazione Barock che da anni si prende cura del percorso pedonale che dal centro di Acireale conduce, attraverso la Timpa, alla frazione marinara di Santa Maria la Scala. Un luogo che offre vedute mozzafiato sul mar Ionio, ma che da tempo è vittima dell’incuria e dell’inciviltà. A cui dal 5 novembre scorso – il giorno in cui una tromba d’aria ha provocato seri danni in più parti della città – si è aggiunto il crollo di un muro in pietra lavica che ostruisce parzialmente la strada.
Nelle Chiazzette, ogni estate, l’associazione Barock organizza la manifestazione Timpa Viva: «Lo facciamo perché ci piacerebbe che questo luogo venisse riscoperto per quello che è, una perla», racconta Greco. Il crollo del muro, però, rischia di pregiudicare l’edizione 2015 dell’evento: «È inspiegabile come ancora oggi nulla sia stato fatto. La zona – continua la presidente di Barock – non è stata neanche messa in sicurezza. La bella stagione è alle porte, per strada si iniziano a vedere i primi turisti, eppure quel muro è rimasto nelle stesse condizioni del 5 novembre». E, sottolinea, «l’area non è stata neanche transennata e non abbiamo idea se la parete possa cedere ulteriormente».
Il crollo ha interessato un muro appartenente a un terreno privato, il cui proprietario però fino a oggi non ha fatto alcunché per ripararlo. «Ho incontrato il sindaco di Acireale nelle settimane scorse - spiega Tiffany Greco - L’area è demaniale e dunque di competenza della Forestale, tuttavia è anche vero che la strada appartiene al Comune. Noi di Barock ci chiediamo se non sia possibile intervenire, per poi rivalersi sul proprietario, o perlomeno vorremmo sapere quanto ci tocca ancora attendere prima che tutto torni alla normalità».
Ma il muro crollato è soltanto l’ultimo segno del degrado: «Amiamo le Chiazzette e ogni settimana veniamo qui a fare dei sopralluoghi – continua Greco –. Purtroppo non possiamo fare altro che constatare lo stato di abbandono dell’area. Basta guardarsi attorno per trovare escrementi e sporcizia, mentre in passato ci è toccato recuperare anche qualche siringa». Il recente annuncio dell’installazione di oltre 40 telecamere di videosorveglianza sul territorio comunale potrebbe agevolare il controllo del territorio: «Se ne parla da tempo, magari stavolta si farà davvero, ma senza un reale interesse per questa zona servirà a poco. È inaccettabile che un bene di tale importanza sia dimenticato dalle istituzioni».
Riguardo al cedimento del muro, intanto, l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Nando Ardita fa sapere che «la parete ricade all’interno della Riserva naturale orientata della Timpa e la competenza dei lavori è affidata alla Forestale. Noi abbiamo comunque raccolto la segnalazione – conclude Ardita – e inoltrato comunicazione alla Forestale che dovrà diffidare il proprietario al pronto ripristino della struttura».



 

 

 

 

 

24 Marzo 2015
http://catania.meridionews.it/articolo/32427/acireale-ostruito-da-mesi-il-percorso-tra-la-timpa-a-nessuno-sembra-importare-delle-chiazzette/





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NEL BOSCHETTO MELE DI DELIA (CL) PIANTUMATI ALTRI CENTO ALBERI DONATI DALL'AZIENDA FORESTE


Nel boschetto Mele di Delia
piantumati altri cento alberi


Le guardie ambientali a Delia


Delia. Nuovo intervento di ripiantumazione domenica all'interno del boschetto "Mele" di Delia. Le guardie ambientali, sotto la direzione e supervisione dell'assessore all'Agricoltura Antonio Gallo, hanno piantumato ben cento piante che, insieme alle 50 già piantumate in un precedente intervento, vanno così a ripopolare il boschetto deliano negli ultimi mesi causa di polemiche e accuse all'amministrazione Bancheri per il taglio degli eucalipti che da sempre lo avevano caratterizzato.
Come chiaritoci dal sindaco Gianfilippo Bancheri, "il taglio degli eucalipti è stato dovuto, su parere della forestale, al raggiungimento del limite di recidibilità. Gli eucalipti erano troppo maturi e quindi anche pericolosi per la pubblica incolumità. Da qui la decisione, direi necessaria, di provvedere al taglio degli alberi nel triennio 2015 - 2017".
Nelle ultime settimane, e in ultimo domenica, "le Guardie ambientali - spiega Bancheri - hanno piantumato 150 piantine, tra Roverella e Sughera, che ci sono state donate dall'Azienda Foreste su nostra esplicita richiesta".
L'intervento non è stato ancora concluso perché, spiega ancora Bancheri, "riceveremo ulteriori alberelli che provvederemo a far piantumare in modo da rendere il boschetto un luogo decoroso, accogliente e soprattutto sicuro per la pubblica incolumità".
Quindi in conclusione Gianfilippo Bancheri ci tiene a ringraziare "Gli assessori Antonio Gallo e Carmelo Alessi per l'impegno profuso e per essersi occupati, a fasi alterne, della vicenda".
Sebastiano Borzellino


24 Marzo 2015








24 marzo 2015

CROCETTA: “BILANCIO IN SETTIMANA SICILIA, SARÀ UNA GRANDE RIFORMA”




Crocetta: “Bilancio in settimana
Sicilia, sarà una grande riforma”



Crocetta: “Bilancio in settimana <br /> Sicilia, sarà una grande riforma”
“In settimana stiliamo la parte di bilancio vera e propria così la prossima settimana puo’ andare direttamente, già esitata, in commissione Bilancio e accelerare i tempi. E’ un modo per permettere un maggiore approfondimento considerando che non si tratta della solita ‘leggina’ ma di una legge che favorisce fortemente lo sviluppo della Sicilia. E’ veramente una grande riforma della Regione”.
Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, conversando con i giornalisti dell’iter della finanziaria a margine dell’incontro con il console tunisino a Palermo, Ben Souissi Fharat, per esprimere la solidarietà della Sicilia al popolo tunisino, duramente provato dal recente attentato terroristico avvenuto presso il museo del Bardo di Tunisi.
“La legge che abbiamo esitato è ‘sblocca Sicilia’, che non guarda solo agli aspetti di bilancio, perchè la politica non puo’ confondersi con i ragionieri, deve mirare alto – ha aggiunto Crocetta -. Il pareggio di bilancio è un obiettivo fondamentale ma anche le norme di sviluppo lo sono, se non facciamo lo sviluppo non abbiamo fatto nulla. Mettiamo a posto i conti e nel frattempo facciamo lo sviluppo”.
“Abbiamo tendenze favorevoli sul Pil dopo sette anni, quest’anno è previsto un ulteriore incremento ma rimane il problema della ripresa delle imprese e dell’occupazione ed è quello che vogliamo ottenere. Su questo fronte abbiamo anticipato dentro lo ‘sblocca-Sicilia’ norme che il Governo nazionale sta varando adesso”, ha aggiunto Crocetta.

24 Marzo 2015
http://www.siciliainformazioni.com/150423/crocetta-settimana-il-bilancio-sicilia-sara-una-grande-riforma










LEGALITA': DON CIOTTI E DON PATRICIELLO DICONO NO ALLA SOPPRESSIONE DELLA FORESTALE. SCIOGLIERE IL CORPO FORESTALE DELLO STATO "SAREBBE UNA TRAGEDIA. VIDEO



LEGALITA': DON CIOTTI E DON PATRICIELLO DICONO NO ALLA SOPPRESSIONE DELLA FORESTALE



Sciogliere il Corpo Forestale dello Stato "sarebbe una tragedia. In questi anni, nella Terra dei Fuochi, tutto quello che è stato possibile fare lo abbiamo fatto grazie alla Forestale"

Don Patriciello in una dichiarazione all'Agenzia Stampa ADNKRONOS fa un appello al premier Matteo Renzi a non sciogliere il Corpo forestale dello Stato perché "togliercelo adesso significherebbe tagliarci le gambe". Così Don Maurizio Patriciello, il prete impegnato nella battaglia della Terra dei Fuochi, annuncia una lettera aperta per chiedere di non essere lasciati soli in un territorio martoriato".
Dichiara anche "per questo, sto scrivendo adesso una lettera al premier Matteo Renzi per capire i motivi di questa scelta. Un appello affinché  il Corpo forestale dello Stato non venga sciolto. Per noi sarebbe un'assurdità".
Aggiunge anche che "i militari, con tutto il rispetto per il loro lavoro, chi li ha visti mai? E poi cosa possono fare? Utilizzare i militari non è una soluzione, è gettare polvere negli occhi".
Di Terra dei Fuochi, Don Patriciello ha avuto modo di parlare anche con il Santo Padre, lo scorso 21 marzo nel Duomo di Napoli. "Il Cardinale Sepe mi ha presentato al Pontefice come il prete della Terra dei Fuochi e il Santo Padre mi ha guardato con volto tristissimo dicendomi: "conosco lo scempio che siete costretti a subire' e ha invitato me e i volontari a continuare il nostro lavoro". Don Patriciello, ricorda che "la prossima Enciclica di Papa Francesco sarà dedicata all'ambiente". E per sottolineare quanto l'emergenza nella Terra dei Fuochi sia ancora alta, aggiunge: "eravamo ancora in Cattedrale quando i nostri volontari ci hanno avvertito che c'era un rogo immenso a Caivano".
Emergenza continua, dunque, anche se "c'è un tentativo in atto se non di negare, almeno di ridimensionare il problema che invece è più grave di quello che sembra".


24 Marzo 2015
http://www.corpoforestale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10792


Don Luigi Ciotti - No alla soppressione della Forestale

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L'OPINIONE DI IGOR GELARDA, DIRIGENTE NAZIONALE CONSAP: RIFORMA COMPARTO SICUREZZA: “CORPO FORESTALE NON SIA AGNELLO SACRIFICALE”

REGIONE UMBRIA. LETTERA APERTA DEL COMANDANTE DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO GUIDO CONTI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO


IL MINISTRO MADIA: ADDIO AL CORPO FORESTALE, LE FORZE DI POLIZIA DIVENTANO 4. LA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DEL SENATO HA DATO IL SUO OK ALL'EMENDAMENTO

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CORPO FORESTALE, BRAMBILLA: INVECE DI ABOLIRLO GOVERNO LO POTENZI. RIASSORBIRE LA FORESTALE IN ALTRI CORPI DI POLIZIA SIGNIFICA DISPERDERE PROFESSIONALITÀ PREZIOSE

LA FORESTALE CHE SERVE ALL’ITALIA. LA RIFORMA PROPOSTA DALLA CGIL NO ALL'ACCORPAMENTO, È NECESSARIO CAMBIARE ORGANIGRAMMI, MODALITÀ E CONSUETUDINI

LE GUARDIE FORESTALI RIMANGONO IN SICILIA E SCOMPAIONO IN LOMBARDIA. KARL ZELLER (SVP) E LA MARCIA INDIETRO DEL GOVERNO







L’ACCORPAMENTO DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO CON I CORPI FORESTALI REGIONALI RAPPRESENTA UNA RISPOSTA ALLA NECESSITÀ DI UNA MAGGIORE EFFICIENZA OPERATIVA NEL COMPARTO AGRICOLO-AMBIENTALE E ALIMENTARE, STRATEGICO PER UN ORDINATO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE DEL PAESE

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L'OPINIONE DI IGOR GELARDA, DIRIGENTE NAZIONALE CONSAP


Riforma comparto sicurezza: “Corpo forestale non sia agnello sacrificale”


guardia-forestale


Ma chi lo ha detto che in Italia le forze di Polizia sono 5? Intendendo, per forze di polizia, quelle che hanno compiti di polizia giudiziaria, cioè possono intervenire su qualsiasi tipo di reato. Proviamo a contarle insieme”.

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Lo dice Igor Gelarda, dirigente nazionale del sindacato di Polizia Consap che spiega: “Le cinque classiche (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Forestale) che secondo gli ultimi calcoli hanno circa 305 mila addetti. Ma il Corpo Forestale non è solo nazionale ed esiste anche come corpo regionale in alcune regioni d’Italia (solo in Sicilia ci sono più di 800 forestali regionali; in Sardegna 1400), quando non addirittura provinciale; dobbiamo poi annoverare la Capitaneria di Porto/ Guardia Costiera (circa 11.000 unità), la Polizia Provinciale (circa 2700 unità). E poi c’è la polizia Municipale. Incredibile a dirsi, ma in Italia manca ancora una banca dati centralizzata dell’organico e dei mezzi delle Polizie municipali degli oltre 8.000 comuni Italiani, e quindi nessuno sa dirvi con certezza quanti siano i Vigili Urbani in Italia, ma ad occhio e croce parecchie decine di migliaia, tenuto conto che sono circa 17.000 i Vigili Urbani delle sole sei maggiori città d’Italia, cui bisogna aggiungere quelli di altri 8.041 Comuni!”.
“Mi sembra di avere contato Nove forze di polizia! Altro che Cinque – tuona Gelarda – . Sicuramente un numero sproporzionato di polizie con compiti spesso simili se non esattamente uguali, con una coordinazione che stenta a diventare efficace e un dispendio enorme di risorse in termini economici, ma anche di mezzi e uomini, dato lo scarso coordinamento.
Ma non è certamente eliminando il Corpo Forestale che si sanerà questa anomalia tutta italiana. E poi con quali vantaggi e quali risparmi? La Forestale costa circa 30 milioni di euro l’anno allo Stato, ma buona parte di questi vengono compensati con le sanzioni amministrative elevate dagli stessi forestali. Una difesa della natura a basso costo ma che, con uno scioglimento del Corpo, rischierebbe di avere costi elevati, anche impensabili per il nostro ambiente. Teniamo conto poi che gli Italiani sono tutt’altro che campioni nel rispetto dell’ambiente, dato che si registrano quasi 30.000 reati ambientali all’anno. Senza considerare che in quel mostro tutto italiano, chiamato terra dei fuochi, se non ci fosse stata la Forestale a contrastare il fenomeno, i danni sarebbero stati enormemente maggiori!
Anche a livello funzionale o di operatività, non credo che le indagini di Polizia e Carabinieri si vadano a intrecciare o sovrapporre con quelli della Forestale: i compiti sono fin troppo differenti!
E allora, invece di porre mano ad una riforma del comparto sicurezza, una riforma seria, profonda e perciò complicatissima e difficile, che toccherebbe equilibri, sfere e competenze in ogni angolo del Paese, il Governo elimina la Forestale. Eliminiamo i più deboli, li accorpiamo alla Polizia di Stato che già barcolla per i fatti suoi, e che necessita a sua volta di una urgente riforma e non di un sovraccarico di questo tipo.

Il Governo è libero di organizzare il sistema sicurezza come più ritiene opportuno, ma chiedo una cortesia, non chiamate questo riforma. Non è nulla. Non mi sembra rilevante, né in termini di risparmio, né di operatività. Anzi, ne vedo solo aggravi e appesantimenti per tutto il sistema!”.

24 Marzo 2015
http://palermo.blogsicilia.it/riforma-comparto-sicurezza-corpo-forestale-non-sia-agnello-sacrificale/291484/









SOCIETÀ MANGIASOLDI DELLA REGIONE, ALTRI TRE ANNI PER LIQUIDARLE. INTANTO LA RESAIS PRENDE IN CARICO L'ESERCITO DEI FORESTALI E DAL PROSSIMO ANNO STIPULERÀ UNA CONVENZIONE CON GLI ASSESSORATI REGIONALI PER L'UTILIZZO DI QUESTI LAVORATORI


Società mangiasoldi della Regione, altri tre anni per liquidarle


La Finanziaria prevede un ufficio speciale per chiudere le spa-carrozzone che pesano su Palazzo d'Orleans. Ma è tutto da costruire. Intanto risorge la Resais, che si occuperà dei forestali in convenzione con l'amministrazione

di GIOACCHINO AMATO


Società mangiasoldi della Regione, altri tre anni per liquidarleNella Finanziaria dei tagli approvata venerdì scorso dalla giunta di Rosario Crocetta le forbici sembrano essersi spuntate nei confronti delle società partecipate che da anni il governatore afferma di voler ridurre da 33 ad una decina fra molti ripensamenti e continue bacchettate da parte della Corte dei Conti. Un carrozzone da 7.300 dipendenti con una decina di società in liquidazione da anni che, secondo la magistratura contabile, costano 300 milioni all'anno fra cui 73 milioni in consulenze, 13,7 milioni per pagare i consigli d'amministrazione e che accumulano 23 milioni di perdite. Poche di queste si mantengono sane ed efficienti, le altre continuano a dissanguare le casse della Regione e sempre secondo la Corte dei Conti accumulano irregolarità di gestione soprattutto nel settore del personale.

Ma in Finanziaria tutto sembra ricominciare da capo anche se l'intenzione dell'assessore all'Economia, Alessandro Baccei,
sarebbe proprio quella di rimettere tutto in gioco comprese le 11 società che Crocetta aveva deciso di salvare, e unificare i rivoli di leggi e provvedimenti nei quali si perdono le varie procedure in corso per le liquidazioni degli enti. Tutto si baserà sulla loro salute finanziaria ma per arrivare al loro smantellamento la strada appare lunga: Baccei prevede un Ufficio speciale delle liquidazioni nel suo assessorato che nomina un revisore unico per ciascun ente in liquidazione al posto dei collegi dei revisori che decadono insieme a tutti gli organi direttivi. Ma l'ufficio speciale è tutto da creare, con un decreto a firma Crocetta.

In Finanziaria ci sono solo una decina di articoli che regolano l'iter delle liquidazioni. Un iter lungo, se si prevede che l'incarico di revisori e eventuali commissari sia della durata di tre anni e per giunta rinnovabili. In più
alcune società acquisiscono in Finanziaria nuovi compiti e stanziamenti. L'Ast trasporti incassa i 19 milioni di euro per assicurare le corse dei suoi autobus, la Resais prende in carico l'esercito dei Forestali e dal prossimo anno stipulerà una convenzione con gli assessorati regionali per l'utilizzo di questi lavoratori ma anche per l'acquisto di beni e servizi che servono al loro lavoro. E la cura dimagrante della Regione sembra ancora troppo carica di calorie.


23 Marzo 2015
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/03/23/news/societa_mangiasoldi_della_regione_altri_tre_anni_per_liquidarle-110230614/




Nota
Siamo diventati strani jolly a disposizione di tutti.
La convenzione con gli altri Assessorati deve portare ad un aumento delle giornate. 

Nella società del ventunesimo secolo, le 78 e le 101 giornate nel settore pubblico non hanno più senso logico e produttivo.



http://forestaliantincendiosicilia.blogspot.it/








 

DOPO DECENNI DI ABBUFFATE INIZIA LA CURA DIMAGRANTE. PER I FORESTALI È PREVISTA NON SOLO LA FUORIUSCITA A 63 ANNI SECONDO LE NORME PRE FORNERO E UN CONTRIBUTO DI ACCOMPAGNAMENTO ALLA PENSIONE, MA SI TAGLIA ANCHE DI 1500 UNITÀ IL CONTINGENTE DEGLI ANTINCENDIO


Sicilia, dopo decenni di “abbuffate” inizia la cura dimagrante

di Valerio Morabito

I siciliani hanno sempre scelto il presidente con il vassoio di cannoli o quello con la cassata facile e adesso la dieta Finanziaria è necessaria: è prevista la fuoriuscita di 754 dirigenti, 1770 dipendenti e 3800 forestali, oltre un centinaio dipendenti dei consorzi di bonifica e dell'Esa e circa 500 del Corpo forestale. E infine un taglio di poltrone e incarichi di sottogoverno







La Sicilia si è ingrassata senza pensare alla “prova costume” delle future generazioni – La bella stagione è arrivata, almeno secondo il calendario, e in vista della classica “prova costume” quasi tutti hanno iniziato a stare attenti alla linea. Palestra, jogging e dieta sono all’ordine del giorno per provare a stare bene con se stessi. È un modo di fare così diffuso che, a quanto pare, ha coinvolto anche la regione Sicilia che di buon cibo ne sa qualcosa. L’isola del Mediterraneo, soprattutto negli ultimi decenni, si è ingrassata senza pensare alla “prova costume” delle future generazioni. Un ingurgitare che farebbe venire il vomito a chiunque, ma non a lei. La solare regione del sud Italia non si è preoccupata della linea e non ha pensato alle conseguenze delle proprie azioni. Il concetto di “responsabilità” non è stato quasi mai preso in considerazione e oggi si trova a essere così grassa da non riuscire a muoversi. Rispetto al resto del mondo che corre veloce e cambia con rapidità, la Sicilia sembra un dinosauro che prova, in maniera abbastanza goffa, a muoversi per non “estinguersi”.
Una sola cura possibile – È una lotta contro il tempo. Un bravo dietologo sarebbe servito qualche anno fa, ma i siciliani hanno sempre scelto il presidente con il vassoio di cannoli o quello con la cassata facile. Personalità che, per forza di cose, hanno fatto ingrassare a dismisura la Sicilia. Come spesso accade quando si accumulano chili in eccesso, questi non si depositano in maniera omogena in tutto il corpo, ma si concentrano soltanto in alcune parti e altre zone rimangono “magre”. Il risultato è disgustoso ed è quello che è successo alla Sicilia. Alcune zone anatomiche, ovvero settori sociali, si sono ingrassati oltre ogni limite, mentre altre parti del corpo sono rimaste magre e gracili (e il riferimento è alle cittadine e ai cittadini che non hanno “santi in Paradiso”). La situazione è tragica, perché quel grasso accumulato rischia di compromettere la salute anche di chi non ha mai partecipato a ricchi banchetti. Del resto si è tutti sulla stessa barca (anzi, corpo) e quindi le conseguenze di un grave stato di salute vengono pagate da tutti. La soluzione è soltanto una: radicale “cura dimagrante”, che per la Sicilia vuol dire Finanziaria senza se e senza ma.
Crocetta parla di “Sblocca Sicilia” – Il testo è stato approvato dalla giunta regionale e il presidente Rosario Crocetta la chiama “Sblocca Sicilia” e speriamo che dal punto di vista anatomico qualcosa si sblocchi davvero. Nella legge di stabilità sono previsti dei tagli consistenti al carrozzone siciliano: 754 dirigenti, 1770 dipendenti, 3800 forestali delle varie tipologie oltre a più di un centinaio dipendenti dei consorzi di bonifica e ente sviluppo agricolo e circa 500 del Corpo forestale. E infine un taglio di poltrone e incarichi di sottogoverno. Come riportato dal quotidiano “La Repubblica” «nel comparto agricoltura è prevista non solo la fuoriuscita a 63 anni di circa 3800 operai forestali secondo le norme pre Fornero e un contributo di accompagnamento alla pensione, ma si taglia anche di 1500 unità il contingente degli “antiincendio” destinandoli a manutenzione di foreste e falde acquifere ed entro il 2019 si tagliano della metà i 1250 agenti del Corpo forestale». I dieci istituti autonomi case popolari (Iacp) si accorpano nell’Agenzia unica Aspa, il Consiglio regionale dei beni culturali passa da 50 a 13 membri, scompaiono i collegi dei revisori dei parchi archeologici, cancellati e accorpati agli altri, gli uffici per le gare d’appalto (Urega) di Trapani, Siracusa e Agrigento. Scompariranno diverse poltrone e non solo quelle dei consiglieri comunali.
Altre norme della Finanziaria – È prevista la creazione della centrale unica degli acquisti, che secondo le stime dell’assessore al Bilancio, Alessandro Baccei, porterà dal 2015 al dimezzamento della spesa per i farmaci e a un calo del 10 per cento di quello di dispositivi medici e del cinque per cento di beni e servizi. La ragioneria generale verrà controllata da un dipartimento dell’assessorato all’Economia, che metterà in evidenza gli effetti economici di spese ed entrate. Una serie di norme renderanno più semplici autorizzazioni ambientali e iter burocratici e coinvolgono i comuni e le ex province, come “organismi intermedi” nell’utilizzo dei fondi europei. Infine si concederanno al ribasso i contributi a teatri e orchestre, ma si creerà il fondo unico per lo spettacolo (Furs) da cinque milioni di euro. Per accedere al fondo tutti i teatri, dal Massimo di Palermo al Bellini di Catania, dovranno rinunciare ai contratti integrativi dei dipendenti, circa 1000 persone.

23 Marzo 2015
Blogtaormina




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DOPO CHE IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE BILANCIO, NINO DINA, HA DEFINITO IRRICEVIBILE UNA FINANZIARIA APPROVATA IN GIUNTA SENZA IL BILANCIO, ROSARIO CROCETTA È CORSO IERI AI RIPARI. ECCO IL PIANO B DEL GOVERNO



REGIONE

Finanziaria, ecco il piano B del governo: nelle commissioni i tagli a sindaci e consiglieri



In attesa degli aiuti da Roma, Crocetta chiede piccoli passi avanti all’Ars. Oggi il vertice Delrio-Baccei


ars, finanziaria, manovra, regione, Rosario Crocetta, Sicilia, Sicilia e Nostra Regione


PALERMO. Un altro giorno di frenetiche trattative a Roma e a Palermo non ha permesso di sbloccare la Finanziaria e il bilancio. Il testo non è stato inviato all’Ars e intanto continuano a essere proclamati scioperi da parte dei settori più colpiti dai tagli: da domani scatta la protesta della formazione professionale.
Dopo che il presidente della commissione Bilancio, Nino Dina, ha definito «irricevibile una Finanziaria approvata in giunta senza il bilancio», Rosario Crocetta è corso ieri ai ripari per evitare che il testo da cui dipende l’accordo con Roma possa subito inciampare all’Ars compromettendo la parallela trattativa per gli aiuti.  Crocetta ha incontrato Dina e poi ha avuto un colloquio con il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, strappando un impegno almeno sulla tabella di marcia. «Se entro oggi - commenta Dina - il governo spedirà all’Ars almeno la Finanziaria, questa verrà esaminata dalle commissioni di merito. Mentre la commissione Bilancio si pronuncerà solo quando arriveranno i documenti contabili completi». In pratica le norme su tagli ai regionali, ai sindaci e ai consiglieri comunali e la riforma delle pensioni inizieranno un timido cammino nelle relative commissioni in attesa che da Roma arrivino gli aiuti che permettano di approvare il bilancio.
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24 Marzo 2015
http://gds.it/2015/03/24/finanziaria-ecco-il-piano-b-del-governo-nelle-commissioni-i-tagli-a-sindaci-e-consiglieri_331377/







ENNA. FINORA VANI I TENTATIVI DI RIAPRIRE LA STRADA MA I DISAGI DEGLI AUTOMOBILISTI AUMENTANO. UN ALTRO SUMMIT PER ABBOZZARE INTERVENTI LUNGO LA SS 290. L'AREA IN CUI È AVVENUTO IL CROLLO RICADE IN UN'AREA DEMANIALE DELL'AZIENDA FORESTALE



Enna

Finora vani i tentativi di riaprire la strada ma i disagi degli automobilisti aumentano


Un altro summit per abbozzare interventi lungo la Ss 290


 
I massi caduti sulla statale 290


Per domani alle 11 all'assessorato regionale alle Infrastrutture è stata organizzata una conferenza di servizi alla quale sono stati invitati la prefettura di Enna, Antonio Viavattene della forestale, i sindaci Carmelo Cucci di Calascibetta, Franco Costanza di Villarosa, Soprintendenza ai beni culturali, Pietro Conte della Protezione civile, funzionario della direzione generale dell'Anas, Genio civile, e un esponente dell'assessorato regionale all'Agricoltura per discutere una soluzione immediata sulla chiusura della statale 290 al km 38,750, avvenuta nel marzo del 2012, per il distacco di massi dal costone roccioso. L'iniziativa è stata promossa di Lorenzo Granata, funzionario direttivo dell'assessorato regionale, per cercare di trovare una soluzione valida e percorribile visto che ci sono disagi notevoli per le popolazioni del territorio che abbraccia Calascibetta, Villapriolo, Villarosa, Alimena, Gangi, Nicosia.
L'area in cui è avvenuto il crollo ricade in un'area demaniale dell'Azienda forestale. Lorenzo Granata sottolinea che «si tratta di una conferenza di servizio necessario per trovare un intervento risolutivo affinchè si possano lenire i disagi di tantissimi cittadini». L'Azienda foreste demaniali sostiene che «è necessaria l'esecuzione di studi approfonditi, sondaggi per redigere un apposito progetto di consolidamento della parete rocciosa e con il benestare della Soprintendenza tenuto conto che si tratta di un'area vincolata». Tre le soluzioni percorribili: il consolidamento del costone roccioso per l'apertura della strada nel tratto interessato; la realizzazione di una bretella di 450 metri a valle della strada; il miglioramento delle due strade comunali e di una stradella di penetrazione forestale (strada del bosco) di circa 4,5 chilometri, esistenti a monte della strada statale.
Flavio Guzzone


23 Marzo 2015










FINANZIARIA SENZA BILANCIO IN VIAGGIO VERSO L’ARS IL PARLAMENTO SI PREPARA ALLA BATTAGLIA SUL NULLA



Finanziaria senza bilancio in viaggio verso l’Ars
Il Parlamento si prepara alla battaglia sul nulla



palazzo dei normanni


di Manlio Viola

Approda oggi ufficialmente all’Ars, o almeno così dovrebbe essere, la finanziaria 2015 targata Crocetta Baccei, approvata venerdì dalla giunta riunita a Catania mentre a Palermo era in corso lo sciopero dei regionali.

Uno sciopero dimezzato visto che in piazza c’erano solo Cgil e Uil. A prescindere dalla Funzione Pubblica Cisl, i grandi assenti erano i Cobas/Codir e Sadirs, i sindacati autonomi che rappresentano la maggioranza dei regionali. Lo sciopero era stato sospeso dopo il via libera del governatore, sancito anche dalle direttive trasmesse all’Aran, alla contrattazione proprio davanti all’agenzia negoziale della Regione, della trattativa per il contratto dei regionali e dunque delle norme che riguardano il settore.

Ma la finanziaria approvata venerdì a Catania non ha accantonato quelle norme. Nel documento che oggi andrà trasmesso all’Ars ci sono tutti i provvedimenti che stanno alla base delle contestazioni dei sindacati.

Il cuore della manovra punta a risparmiare con il taglio del 20% al personale, che inciderà sulla busta di 16 mila dipendenti diretti. Non si tratta di tagli effettivi alla base della busta ma di mancata corresponsione della parte variabile del contratto, della disdetta degli accordi integrativi e così via.

Ma la parte più consistente della manovra riguarderà quelle che vengono additate come le norme che garantiscono i privilegi dei regionali, ovvero le norme sulle pensioni. Anche lì un taglio del 20% per 7.500 dipendenti che negli anni hanno mantenuto una quota parte del sistema retributivo nel calcolo della futura pensione. La riforma regionale del 2004, infatti, salvava quanto già maturato dai dipendenti e calcolava la parte restante fino alla pensione con il nuovo sistema contributivo (meno favorevole). Ora si vuole tagliare i diritti acquisiti da queste circa 7500 persone con un allineamento di fatto alle pensioni medie statali.

Se questo personale opterà per il prepensionamento entro il 2020, perderà solo il 10%, come misura di incentivo all’esodo. Non premi se vai via ma tagli inferiori rispetto agli altri Da questa misura la giunta si attende un risparmio di circa 50 milioni l’anno ma il calcolo è fatto a regime ovvero al 2020 quando l’esodo dovrebbe raggiungere circa 6000 regionali lasciando in servizio solo diecimila persone.

Più della metà di questi dovrebbe andar via nel prossimo anno e mezzo (entro fine 2016) grazie ai prepensionamenti che si prevede riguardino circa 3.500 dipendenti. Potrà andar via chi ha i requisiti in vigore prima della riforma Fornero (piccolo regalo per incentivare l’esodo e compensare parte del taglio).

A fianco a queste misure si prevede anche un ulteriore blocco del turn over per altri due anni e solo dal 2017 la Regione potrebbe cominciare a sostituire parte del personale andato via. La norma prevede che si possa assumere solo la metà dei soli dipendenti andati in quiescenza.

Tutte norme che non possono essere messe in campo unilateralmente (anche se il governo ci prova da tempo e probabilmente lo farà ugualmente anche stavolta) e delle quali bisognerà discutere in sede di Aran ma intanto la giunta va avanti con il governatore che annuncia: “se la trattativa porterà a modifiche le riporteremo in finanziaria in corso d’opera”.

Ma a prescindere dall’inevitabile nuovo scontro sindacale la manovra rischia di arenarsi ugualmente. Contrariamente a quanto annunciato, infatti, la finanziaria è stata approvata senza che vi siano allegate le tabelle di bilancio che sono ancora in discussione.Per poterle chiudere, infatti, mancano 2 miliardi e 600 milioni che Palermo chiede a Roma che, però, non ha ancora concesso trasferimenti (anzi appare alquanto riluttante).

Una finanziaria senza bilancio non può essere discussa, avvertono dalla Commissione bilancio dell’Ars. Si tratta, praticamente, di norme senza copertura. Non possono essere dati pareri tecnici, gli uffici non possono vagliarne la legittimità ne gli effetti, i deputati non sanno cosa votano.

Un documento che rischia di essere dichiarato irricevibile mentre il conto alla rovescia va avanti. Mancano, ormai, 37 giorni alla scadenza ultima dei termini e, nella migliore delle ipotesi, seguendo regolamenti e norme l’Ars non può impiegare meno di 19 giorni per l’intera procedura che ancora non è neanche iniziata.

Anche se, ad onor del vero, bisogna pur sempre ricordare che in nome del nuovo corso norme e procedura d’aula negli ultimi due anni sono stati spesso scavalcati senza conseguenze


23 Marzo 2015
http://palermo.blogsicilia.it/finanziaria-senza-bilancio-in-viaggio-verso-lars-il-parlamento-si-prepara-alla-battaglia-sul-nulla/291302/









SICILIA: STOP AI TRATTORISTI DELL'ESA, FINITE LE 29 GIORNATE. IL SINDACATO RICORDA CHE LA GIUNTA REGIONALE, IL 7 NOVEMBRE, HA APPROVATO UNA DELIBERA IN CUI PER L'ATTIVITÀ DI PREVENZIONE DAL RISCHIO IDROGEOLOGICO SUL TERRITORIO INCARICA IL DIPARTIMENTO ALL’AGRICOLTURA A INTERVENIRE CON IL PERSONALE FORESTALE, DELL'ESA E DEI CONSORZI DI BONIFICA



Sicilia: stop ai trattoristi dell'Esa, finite le 29 giornate


Palermo, 23 mar. (AdnKronos) - Da venerdì i 465 trattoristi stagionali dell'Esa sono di nuovo fermi. Sono scadute infatti le 29 giornate di lavoro concordate per il 2015 e i trattoristi hanno dovuto sospendere il loro lavoro di ripristino dei danni causati dal maltempo che, in provincia di Palermo, ha isolato comuni come Bisacquino, Campofiorito e Corleone. "Il paradosso è questo- dice il segretario della Flai Cgil Palermo Tonino Russo - Siamo in emergenza, i danni al territorio sono ancora evidenti e la Regione interrompe il lavoro dei trattoristi, gli unici con le loro professionalità specifiche a poter guidare ruspe, pale meccaniche e escavatori, perché la Finanziaria non procede". Il rischio è che fino a metà maggio i trattoristi non potranno essere impiegati. "A che serve una struttura come l'Esa - si domanda Russo - se gli stagionali su cui l'ente ruota per mettere in pratica il lavoro progettato stanno fermi e al loro posto si ricorre alle ditte private con gare d'urgenza, a un costo dieci volte superiore?".

23 Marzo 2015
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/16:39/4575607




Sicilia: stop ai trattoristi dell'Esa, finite le 29 giornate (2)

 
(AdnKronos) - Il sindacato ricorda che la giunta regionale, il 7 novembre, ha approvato una delibera in cui per l'attività di prevenzione dal rischio idrogeologico sul territorio incarica il dipartimento all’Agricoltura a intervenire con il personale forestale, dell'Esa e dei consorzi di bonifica. "Il presidente della Regione è stato nominato commissario straordinario per il dissesto idrogeologico - sottolinea - come mai non ha trovato le risorse per dare corso alla delibera? Perché non è stato redatto un piano di utilizzo del personale? Anche il governo Renzi ha attribuito a ogni regione delle somme per mettere in sicurezza i territori. Quanto è stato dato alla Sicilia? Il presidente trovi delle soluzioni per intervenire". Giovedì le sigle sindacali incontreranno il capo di gabinetto dell'Agricoltura Antonio Parrinello. "Da anni chiediamo di poter utilizzare i mezzi meccanici delle aziende confiscate alla mafia e che i commissari delle ex Province utilizzino il nostro lavoro a salvaguardia dei territori – aggiunge Luigi Lupo, delegato della Fali Cgil all'Esa – La prevenzione deve essere fatta, se non vogliamo che ogni anno si ripeta un nuovo disastro".

23 Marzo 2015
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/16:39/4575608





Delibera di Giunta: Misure urgenti per fronteggiare la salvaguardia del territorio anche attraverso attività di mitigazione del rischio idrogeologico