Quella cava sotto Ragusa
polmone e cuore della città
La bonifica in corso restituisce aspetti finora sepolti dalla vegetazione, e prelude ad una fruizione completa e funzionale. Sabato passeggiata e convegno sul futuro del sito
Operatori, volontari ed amministratori comunali guidati
dal Sindaco Piccitto, nella Vallata Santa Domenica
Anna Terranova
«Il polmone verde di Ragusa»: tutti lo conoscono, tutti lo vedono, ci camminano sopra, a piedi e in macchina, eppure tutti lo ignorano. O meglio, lo ignoravano perché da alcuni mesi ormai la vallata Santa Domenica, il netto taglio naturale del nostro altopiano che, colonizzato da fittissima vegetazione, si unisce a cava Gonfalone portando fino a Ragusa Ibla, sta mutando aspetto grazie ai lavori intrapresi dal Comune in collaborazione con il Corpo forestale.
Il laboratorio "Insieme in città" ha organizzato, in accordo con l'amministrazione, per sabato 14 una mostra-convegno sul futuro parco urbano per mostrare com'era in passato la vallata, lo stato dei lavori e cosa potrebbe diventare nell'immediato futuro.
L'evento, che infatti getterà luce sul luogo nonché sugli interventi che il Comune vi ha intrapreso, avrà inizio alle 16.30 a Palazzo Garofalo, ma sarà preceduto da una passeggiata (appuntamento alle 15.00 in Piazza San Giovanni) guidata dal professore Giorgio Flaccavento, ideatore del «laboratorio di urbanistica partecipata» sul centro storico di Ragusa superiore, per fare un sopralluogo che consenta di osservare lo stato dei lavori.
La bonifica della vallata contro una vegetazione infestante che sembra averne celato ai cittadini la bellezza, se non addirittura l'esistenza, fino a farla quasi dimenticare, sono infatti solo la prima fase di un progetto molto più ampio, finalizzato alla realizzazione di un parco urbano, parte integrante di quel centro storico che meriterebbe di tornare in vita.
La posizione della cava è d'altro canto centralissima e predominante nel tessuto urbano della città fin da quando, nel XIX secolo, i cappuccini di Padre Occhipinti (detto "Padre Scopetta") fondarono la loro nuova chiesa sul promontorio accanto a quello di San Giovanni, dando il via alla costruzione di un nuovo quartiere. I frati si posero subito il problema del collegamento, risolto nel 1835 con la realizzazione del Ponte Vecchio, mentre per la costruzione degli altri due si sarebbero dovuti aspettare la visita del Duce nel 1937 per quello dedicato a Filippo Pennavaria e il 1964 per il Ponte Giovanni XXIII, unico oggi ancora carrabile.
Gli interventi del convegno, moderato da Saro Distefano, tratteranno temi molto diversi con i pareri di professionisti dalle differenti competenze: sulla fruizione del parco e sul rapporto con la città verterà l'intervento di Marcello Dimartino, sulle specie infestanti quello di Antonio De Marco, di tre momenti di architettura che legano la città alle sue vallate parleranno Michelangelo Pivetta e Luca Sammartino, le peculiarità geologiche e carsiche delle latomie che la vallata ospita saranno spiegate da Rosario Ruggieri mentre dei progetti culturali e turistici che potrebbero svolgersi nella Ragusa sotterranea tratterà Giorgio Battaglia. Infine, lo chef Giuseppe Barone prenderà la parola in merito agli orti che la cava ospitava e la loro importanza nella cucina mediterranea.
Il progetto generale del parco urbano prevede la sostituzione delle piante infestanti con alberi autoctoni, l'illuminazione della vallata, la messa in sicurezza dei muri franati, la manutenzione dei percorsi, la realizzazione di un sistema di fitodepurazione.
Per quanto riguarda invece la gestione, il Comune nei mesi scorsi ha chiesto la collaborazione di privati, enti e associazioni in modo da poter garantire una costante fruizione da parte dei cittadini di quello che potrebbe configurarsi non solo come il polmone verde della città ma addirittura il suo cuore pulsante.
12 Febbraio 2015
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