«Terreni in uso gratuito ai giovani»
L'assessore regionale Caleca ai Comuni: «Mettiamo a frutto esperienza e patrimoni abbandonati»
Maria Teresa Giglio
Le eccellenze locali, dalle arance ai pomodorini, dai limoni ai meloni; ma anche - se non soprattutto - le innovazioni. Il piano regionale per l'agricoltura riparte dai territori, facendo leva sulla voglia dei giovani di investire nel comparto. Un progetto in cui l'assessore regionale Nino Caleca ha coinvolto tutti i Comuni. E ieri mattina ha indetto un tavolo tecnico durante il quale ha illustrato ai sindaci il piano, chiedendo la loro collaborazione.
«Ho convocato i Comuni perché intendo instaurare un rapporto diretto, soprattutto in questa fase di riordino istituzionale, con l'abolizione delle Provincie e l'istituzione dei Liberi consorzi. La prima proposta è quella della "banca della terra", una scommessa a cui hanno già aderito il Demanio e l'Esa, che prevede protocolli per l'impiego anche dei forestali nella cura delle zone di campagna, strade comprese. Un progetto che serve a mettere a frutto dipendenti che la Regione paga ma che spesso si ritrovano senza avere incarichi, come nel caso dei dipendenti dei consorzi di bonifica (in provincia di Siracusa c'è il "10" con sede centrale a Lentini e sede distaccata a Belvedere, non operativa da tempo).
«Ci stiamo occupando anche dell'Imu agricola - prosegue l'assessore Caleca - È una forte iniziativa dell'Anci che noi seguiamo con particolare attenzione in questa fase di conversione del decreto legge. Chiediamo che venga preso in considerazione che la Sicilia è "obiettivo 1" nel piano comunitario, ovvero area particolarmente disagiata. La nostra agricoltura è prevalentemente in pianura: saremmo tra i pochi se non gli unici a pagare l'Imu per intero, e questo confligge appunto con l'indicazione "obiettivo 1" dell'Ue. L'Imu - chiosa ironico Nino Caleca - sarebbe una calamità giuridica».
L'assessore ha la consapevolezza che non sarà una battaglia facile, ma non per questo intende non stare al fianco dell'Anci. Una serie di priorità da affrontare «perché l'agricoltura locale non sia più resiliente. Abbiamo tanti "ritornanti", come li abbiamo chiamati, ovvero tutte quelle persone che hanno deciso di voler nuovamente occuparsi della terra. Ma ci sono soprattutto i giovani e la loro voglia di investire energie, capacità e fantasia». Ed è qui che entrano in scena i Comuni, chiamati dall'assessore regionale a «partecipare a questa avventura. Si tratta di individuare e assegnare - dietro presentazione di progetto - in comodato d'uso gratuito terreni per produzioni e relativa commercializzazione. Noi siamo ricchi di manodopera: poco denaro ma tanta manodopera», rincalza Caleca. «La questione è proprio questa: trasformare un problema in risorsa e quindi utilizzare tante risorse umane per rimettere in sesto l'agricoltura locale e permetterle di raggiungere rapidamente i mercati, rendendo produttivo il ricco patrimonio esistente». Tre i punti nodali: innovazione, certificazione e capacità di stare sul mercato. «Certo le eccellenze, ma anche nuove sperimentazioni o colture non tipiche della zona, un modo per diversificare l'offerta ed essere più competivivi».
19 Febbraio 2015
Nota
Vanno benissimo le nuove competenze, ma il tutto deve essere ripagato con un aumento delle giornate
Vanno benissimo le nuove competenze, ma il tutto deve essere ripagato con un aumento delle giornate
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