Crocetta all'Ars: «Nuovo clima
basta con la conflittualità»
Foto lasicilia.it
Giovanni Ciancimino
Palermo. Il presidente Crocetta ha presentato la giunta all'Ars: suo vice ha nominato Mariella Lo Bello. Dalle dichiarazioni sono emerse indicazioni politiche interessanti: «Il clima è cambiato», è stato ripetuto dal governatore e da tutti i settori politici. Da una parte Crocetta con una apertura a tutta l'Ars: fino ad ora non era successo, essendosi il governo distinto per una sorta di presa di distanza dal Parlamento. Crocetta ha aperto una carta di credito per le riforme, «senza inciuci». Il governatore e la maggioranza hanno fatto autocritica rispetto ai due anni trascorsi. Le opposizioni, senza risparmiare critiche ai precedenti governi e a Crocetta, hanno dichiarato disponibilità al confronto sulle riforme.
In questo clima, memore del recente passato quando è stato costretto a richiamare il governo per le frequenti assenze, il presidente dell'Ars Ardizzone ha raccomandato ai nuovi assessori «una maggiore collaborazione con gli uffici dell'Ars. La legge sui forestali non è stata impugnata perché era corredata dalle relazioni tecniche su cui ha insistito questa presidenza. Un raccordo maggiore tra gli assessorati e l'Ars è necessario». È il segnale che si vuole cambiare qualcosa. Se son rose fioriranno.
Crocetta, ribadito il concetto del «nuovo inizio», ha definito questo governo «un'alba dopo la notte del conflitto tra le istituzioni». Quindi, «bisogna superare questa fase buia della conflittualità. Dobbiamo trovare un terreno di confronto con tutti, con le opposizioni, un terreno di lavoro comune sulle cose importanti da fare. In questo modo potremo dare risposte alla richiesta di riforme e sui fronti del lavoro, dello sviluppo e della lotta alla criminalità». Priorità per «la riforma delle Province». La nomina di Baccei all'Economia «è frutto del dialogo con Roma per sistemare i conti».
I capigruppo. Cimino (Drs): «Con la nomina di Baccei, Crocetta ha coinvolto il governo nazionale che spesso è apparso assente rispetto ai problemi seri della Sicilia». Lombardo (Pds-Mpa): «Se Crocetta interpreterà il ruolo di difensore dell'Autonomia, l'opposizione non farà mancare il suo appoggio». D'Asero (Ncd): «Archiviamo le fibrillazioni interne alla maggioranza e gli scontri politici e concentriamoci sul futuro della Sicilia e su questa nuova giunta, nata anche grazie alla mozione di sfiducia, per un vero cambio di passo». Falcone (Fi): «Quando Crocetta ha detto che questo governo non poteva essere peggiore del precedente, ha confermato l'utilità della mozione di sfiducia. Abbiamo destrutturato una situazione, stanando il Pd che ha la piena responsabilità di questo governo. Ma adesso guardiamo al futuro». Sammartino (articolo 4): «Il governo dovrà tirare fuori la Sicilia dalla palude. Comprende ottimi professionisti ed esperti nelle materie. Adesso spero si possa lavorare a riforme vere e che ci sia collaborazione tra governo, dirigenti e Parlamento». Formica (Musumeci): «Spero che questo governo possa avere un rapporto più serio con quello nazionale, che finora ha assassinato la Sicilia». Cordaro (Pid): «La mozione di sfiducia ha costretto il governatore ad azzerare la giunta. È una vittoria politica del centrodestra e la manifestazione più chiara di un fallimento. Non abbiamo mai fatto opposizione strumentale». Gucciardi (Pd) «Questa è una giunta di alto profilo che dovrà portare la Sicilia verso una fase di riforme, fuori dalla crisi finanziaria che stiamo attraversando. Il lavoro sia il primo punto dell'agenda. Il Pd, anche nei momenti di maggiore sofferenza, non ha mai fatto mancare l'appoggio al governo. Ora guardiamo avanti con nuova energia e pensiamo subito alla prospettiva». Zafarana (M5s): «Abbiamo sentito da Crocetta "Da oggi iniziamo a lavorare". Ma cosa ha fatto finora? Non abbiamo pregiudizio nei vostri confronti, ma saranno i cittadini a giudicarvi».
Musumeci (capo opposizione centrodestra): «Non siamo abituati ad esprimere giudizi precostituiti, valuteremo la giunta del terzo governo Crocetta alla prova dei fatti. Tuttavia, non ci facciamo troppe illusioni: il problema non è la qualità degli assessori, quanto l'inadeguatezza del presidente della Regione. Vorremmo sbagliarci, per il bene dei siciliani».
06 Novembre 2014
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