Bombe d’acqua piombano sulla Sicilia,
serve la safety car. E il buonsenso
Per favore, fate entrare in pista la safety car. La Sicilia vive il suo nubifragio, non il diluvio universale.
Le grandi città, e non solo, sono paralizzate da un acquazzone, che per
giustificare l’entità del danni, viene “promosso” a bomba d’acqua.
In Sicilia casse vuote, sperperi e tragici errori del passato, qualche miopia nel presente, cinghia troppo stretta regalano la tempesta perfetta. La safety car
è un rimedio “civile”, potrebbe costringere ad un armistizio i
duellanti in ogni amministrazione pubblica. Né vinti, né vincitori, solo
un rinvio delle ostilità, per permettere “corridoi umanitari”,
aggiustare un poco di cose.
La disoccupazione avvilisce, la precarietà instilla dosi massicce di inquietudine,
evasori elusori e ladri di passo imperversano con la consueta faccia
tosta, i privilegiati alzano mura invalicabili perché non si tocchi
niente, i fannulloni passano per stakanovisti e i piromani per pompieri.
Safety car, dunque, prima che sia troppo tardi.
Ognuno resta dov’è, sulla pista fino a che il nubifragio imperversa.
Nessuno deve farsi male, ma ciascuno deve rinunciare a qualcosa perché
si sopravviva alle “bombe d’acqua”.
Chi deve mandarla in pista? Questo è il problema.
Sulla carta dovrebbe essere colui il quale ha l’autorità per farlo, la
qualcosa presuppone che questa autorità gli venga riconosciuta. Occorre,
perciò, che vengano legittimati i ruoli. Il governo ha il
dovere-diritto di governare, l’opposizione deve riconoscerglielo, e fare
la sua parte.
La crisi non è solo economica, ma la conseguenza di un deficit di democrazia:
le assemblee parlamentari non decidono, i partiti non decidono, i
sindacati presiedano l’esistente. Il Parlamento nazionale non riesce ad
eleggere il presidente della Repubblica, i giudici della Corte
costituzionale, i membri del Consiglio superiore della magistratura. Il
Parlamento regionale è paralizzato da una maggioranza/opposizioni
liquide, adagiato in una borderline, che è peggio del limbo.
Nei partiti le scelte dalla maggioranza non riescono a prevalere: la
minoranza del Pd fa barricate, al pari della fronda di Forza Italia.
Ogni pur lieve cambio di passo incontra un’avversione pregiudiziale,
suscita diffidenza, stimola arroccamenti, incoraggia avversione e
sospetti. Il clima di fiducia aggrava l’entità dei guai, trasformando
l’acquazzone in bomba d’acqua e la bomba d’acqua nel diluvio universale.
Quanto tempo ci vorrà perché lo capiscano?
06 Ottobre 2014
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