Marce indietro, strafalcioni e franchi tiratori
Alla fine, via libera a una Finanziaria-bancomat
di Accursio Sabella e Chiara BillitteriAl termine di un percorso complicato, scandito da diverse battute d'arresto, il governo Crocetta vara la terza manovra dell'anno. Del testo iniziale resta poco o nulla. Solo la rinata tabella H e soldi per gli stipendi. Mentre la maggioranza è sempre più divisa.
PALERMO - La lunga giornata di passione del governo si è conclusa… il giorno dopo, con l’approvazione della terza manovra finanziaria dell’anno arrivata alle 5,30 del mattino. Una manovra che, di fatto, consente il pagamento di migliaia di stipendi e poco altro. Ma carica anche i siciliani di nuovi debiti: un nuovo mutuo, da 55 milioni, si è reso necessario per “coprire” la manovra.
Giornata di passione, dicevamo, perché l’esecutivo di Crocetta ha beccato una lunga serie di sonori “schiaffoni” che si sono aggiunti a quelli dei giorni scorsi e che hanno finito, appunto, per impoverire la Finanziaria da ogni altro aspetto che andasse al di là dell’erogazione di salari.
Ed è pure andata bene così. Visto che nel pomeriggio, quando l’Aula aveva già “cancellato” buona parte dell’articoli sui Forestali, lasciando solo i commi destinati agli stipendi, ecco la nuova e improvvisa convocazione del presidente da parte del Commissario dello Stato. Aronica ha fatto notare a Crocetta alcuni “errori materiali” nell’atto propedeutico alla finanziaria. L’ennesimo strafalcione di un iter costellato da imbarazzanti scivoloni. Così, ecco le nuove corse. La giunta convocata e riunita d’urgenza per correggere l’errore (pare mancasse una somma, una tabella) e il ritorno a Sala d’Ercole, dove il rendiconto è stato, infine, approvato rapidamente.
Ma i problemi per il governo non sono finiti lì. A tratti surreale il lavoro che ha portato all’approvazione del cosiddetto “contributo di solidarietà” sulle pensioni. Sono servite la bellezza di cinque riscritture (in qualche caso il governo è tornato indietro alle decisioni poco prima sconfessate) per portare in Aula un testo che potesse essere approvato. Alla fine la soluzione prevede, per le pensioni comprese tra 50 a 65 mila euro a un contributo del 5%, le pensioni tra i 65 mila e i 91 mila euro saranno sottoposte al prelievo del 5,5%, per le pensioni più alte si applicherà la norma nazionale.
Ma i malumori della maggioranza, già in parte emersi su questa norma, sono esplosi evidentemente in un’altra occasione. Il voto segreto, infatti, ha cancellato un articolo fortemente difeso in aula direttamente dal presidente Crocetta: quello che prevedeva un finanziamento alla società Interporti e al Mercato agro alimentare. E il governo in questo caso, è vittima anche del “fuoco amico”, visto che l’emendamento soppressivo è stato avanzato dal deputato Pd Panepinto, che ha raccolto l’appoggio dei grillini e del centrodestra: saranno 41 i deputati che voteranno contro l’esecutivo. Un fatto, il voto segreto anti-governo, che si ripeterà in altre due occasioni, durante l’esame dell’ex tabella h, cancellando i finanziamenti destinati all’autodromo di Pergusa e quelli destinati alla manifestazione del Mandorlo in Fiore di Agrigento e al Carnevale di Acireale, Sciacca e Termini Imerese. Momenti di tensione di una seduta “sporcata” dallo scontro tra il deputato del Partito dei siciliani Giovanni Greco e quello del Pd Franco Rinaldi. Greco, replicando, pare, a un’offesa lanciata da Rinaldi (“Buffone”, gli avrebbe detto), ha replicato: “Buffone sei tu, e ringrazia il tuo handicap…”. Fatto increscioso che – nonostante le immediate scuse di Greco – ha costretto il presidente dell’Ars Ardizzone a cacciare il deputato Pds dall’Aula: “Parole e oltraggi di questo tipo non sono degni nemmeno del più scalcinato bar di periferia” ha detto in Aula.
La maggior parte della seduta (dal tardo pomeriggio fino alle 3,30 della notte) però, è stata spesa per discutere l’articolo 27. Ribattezzato, nonostante le precisazioni di Crocetta e anche di parte della maggioranza (su tutti, il leader di Articolo 4 Lino Leanza), come la “nuova tabella H”. L’Ars in realtà ha deciso di dividere i destini del cosiddetto “allegato 1”, che comprende per la maggior parte dei Fondi (l’intero allegato ammonta a circa 150 milioni) spese destinate al personale di enti regionali (tra questi quelli dell’Esa, degli Ersu, dei Teatri) da quelle del vero e proprio articolo, che finanzia, ad esempio, gli enti destinati ai disabili, il Cerisdi, le associazioni sportive, gli istituti religiosi, la Fondazione Whitaker. Esce da quell’elenco anche il Coppem (caro a buona parte del Pd), mentre rientra il Brass Group (finanziato con 300 mila euro: soldi tolti ai gabinetti degli assessorati).
Stipendi, insomma. Poco più. Il governo che, con questa Finanziaria ter, inizialmente doveva puntare anche allo sviluppo, doveva garantire il reddito minimo, doveva riformare il settore della Forestale, cambiare le norme sul personale pubblico e abolire la tabella h è riuscito nel capolavoro di fare il contrario. Far rinascere la tabella h. E ridurre la manovra in una Finanziaria-bancomat.
01 Agosto 2014
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