FORESTALI, DI PAOLA: BENE L'APPROVAZIONE DELL'ARTICOLO IN FINANZIARIA
Consentirà anche ai 4000 operai catanesi l'attività antincendio e quella in Azienda forestale
«Gli operai forestali siciliani - precisa il segretario della Fai catanese - sono distribuiti a giornate lavorate: 10mila circa sono per 78 giornate, 9000 circa per 101, 5000 circa per 151. Solo 1400 circa sono a tempo indeterminato. Ripartendo le giornate, è come se in Sicilia lavorassero a tempo indeterminato 6500 persone circa. Ecco perché risulta pretestuoso insistere sul un presunto eccessivo numero di 25mila unità nell’Isola».
«Questi lavoratori - sottolinea Di Paola - hanno oltre tutto consentito alla Sicilia, dal 2005 in poi, a raddoppiare quasi la superficie boschiva dai 350mila ettari iniziali ai 510 mila attuali, passando dal 12% al 20% e attestandosi dietro solo a regioni come il Trentino e la Toscana, dove però vi sono ben altre condizioni climatiche.
«Oggi - denuncia il segretario della Fai catanese - la lentezza e l'incertezza del governo regionale sta mettendo a rischio un patrimonio boschivo pazientemente e faticosamente costruito negli anni con certosino lavoro di operai forestali. I quali non hanno ancora un contratto integrativo regionale rinnovato dal 2001, lamentano arretrati del vecchio contratto 2006-2009 ancora da esigere. Eppure, lavorano e ottengono risultati. per quanto riguarda il presunto eccessivo numero di 25mila unità, è come se ne lavorassero 6500 a tempo indeterminato.
«In questo quadro desolante - aggiunge - è facile colpire sempre il lato debole e penalizzare il lavoratore, senza prenderne nessuna difesa. In un momento in cui c'è molto da aggiustare, gli operai forestali guidati da un sindacato responsabile, hanno già fatto molti passi indietro con atteggiamenti di responsabilità cosi come tutti i siciliani".
«Noi da tempo chiediamo investimenti produttivi - continua - per ridurre nel tempo e in modo progressivo il finanziamento pubblico; l’ampliamento del territorio boschivo con impianti di specie pregiate come il mercato e l'industria di trasformazione; lo sfruttamento del sottobosco e delle biomasse; il potenziamento del turismo ambientale e didattico e una programmazione finalizzata per accedere ai fondi UE".
Per Di Paola, «l'Azienda Foreste deve diventare una vera e propria azienda, da gestire con criterio d'impresa ma sempre con attenzione all'interesse generale, per un ambiente sano, salubre e sicuro, e deve servire come volano o leva tramite cui dare un segnale positivo di ripresa«.
31 Luglio 2014
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