02 luglio 2014

AGRIGENTO. INCENDI DI ROVI E STERPAGLIE. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE POCO ATTIVA SULLA PREVENZIONE


Incendi di rovi e sterpaglie
Pubblica amministrazione poco attiva sulla prevenzione



g. s.) Quelli che stiamo trascorrendo sono giorni di "fuoco". E non solo per l'improvvisa impennata delle temperature, ma principalmente per l'aumento vertiginoso dei roghi di sterpi e aree boschive a cui forestale e Vigili del fuoco si trovano a dover fare fronte.
Incendi che riguardano i centri abitati così come le campagne e che, oltre a rappresentare un danno per l'ambiente in alcuni casi, rischiano sempre di mettere a rischio l'incolumità pubblica.
L'unico modo per intervenire sarebbe quello della prevenzione, ma come spesso succede è più facile da dire che da fare. Partiamo dagli enti pubblici: se la Provincia, da quanto ci risulta, ha realizzato in gran parte gli interventi di scerbatura delle aree di propria pertinenza e dei cigli stradali, diversa è la situazione del Comune di Agrigento, che è in grave ritardo rispetto a questo impegno con decine e decine di aree pubbliche invase da sterpi secche, pronte ad essere incendiate da una cicca di sigaretta o dalla mano incauta -o criminale- di qualche cittadino. Precaria, inoltre, è la situazione delle aree boschive, come nel resto dell'Isola. "Purtroppo ci troviamo a fare i conti con il bilancio regionale - spiega il dirigente dell'ufficio provinciale dell'Azienda Foreste Giuseppe Di Miceli - che sono finanziati con fondi europei, ma non abbiamo potuto avviare in modo completo quelli di tutela antincendio, che sono finanziati appunto con risorse regionali. "
Con questo "cattivo esempio" da parte della "mano pubblica" è difficile che i cittadini si sentano spinti a fare diversamente. E infatti un buon 70 per cento degli incendi che si sviluppano in estate riguardano aree di pertinenza privata, nonostante ovviamente la pulizia dalle sterpi sia un obbligo.
Sul territorio comunale, infatti, vige un'ordinanza risalente al 2012 che obbliga i proprietari ad intervenire per rimuovere il pericolo, pena l'azione in danno da parte dell'Amministrazione. Il problema, però, è scoprire a chi appartengono le aree incolte. La Polizia locale ha ad oggi un solo uomo dedicato a questo servizio, il quale deve individuare le aree, risalire ai legittimi proprietari (in caso di zone non abitate è necessario fare un percorso inverso partendo dalla cellula catastale) e poi imporre loro gli interventi. Il problema, poi, è che il Comune non è nelle condizioni di agire in danno, per carenza di risorse umane ed economiche.
Intanto, mentre la burocrazia non ha gli strumenti per prevenire il fenomeno, i sindacati dei vigili del fuoco (Cgil Fp, Fns Cisl, Uil-Pa, Confsal e Usb) lanciano l'allarme sull'assenza di risorse necessarie per fronteggiare il fenomeno. "I vigili del fuoco - dicono - devono affrontare giornalmente gravi problematiche che durante il periodo estivo vengono amplificate, al soccorso ordinario, si aggiungono in modo esponenziale le richieste di soccorso per incendi di campagne e boschi. Ad oggi, non è stata firmata alcuna convenzione con la Regione Sicilia, che permetteva di avere sul territorio della Provincia di Agrigento una squadra aggiuntiva".

01 Luglio 2014





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