L'ex assessore Cartabellotta torna a dirigere
il settore Pesca
Dario Cartabellotta
Palermo. Uscito dalla giunta regionale nella quale ricopriva carica di assessore tecnico di area Udc, Dario Cartabellotta è tornato nei ranghi dell'alta burocrazia nel ruolo abituale di dirigente generale della Pesca mediterranea. Uno dei pochi casi, quello di un vertice amministrativo che può tornare al proprio posto dopo avere assunto incarichi politici, quello di Cartabellotta in quanto già dirigente generale al momento della cooptazione nel Primo governo Crocetta.
La giunta, presieduta da Rosario Crocetta, ieri mattina, oltre a nominare Cartabellottta dirigente generale della Pesca mediterranea, ha provveduto ad una mini-rotazione di dirigenti di area tecnica. Così, il dirigente generale dell'Energia Maurizio Pirillo è stato nominato dirigente generale del dipartimento Urbanistica, retto finora ad interim da Gaetano Gullo che si occuperà solo del Territorio. Dopo l'uscita dalla giunta regionale dell'assessore Nicolò Marino, il dipartimento dell'Energia, avrà i vertici politico e burocratico completamente rinnovati. Il nuovo assessore, come è noto, è Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, che avrà come dirigente generale Pietro Lo Monaco, che ha guidato finora il Dipartimento dello Sviluppo rurale che comprende anche la forestazione. Lo Monaco è stato sostituito da Felice Bonanno che ha lasciato la Pesca mediterranea dove è stato nominato Cartabellotta. Alla Funzione pubblica è stata confermata Luciana Giammanco, il cui contratto scadeva proprio ieri.
«Con tale rotazione - ha detto Crocetta - il governo ha inteso utilizzare al meglio le professionalità individuali dei dirigenti». I bene informati sostengono che una ulteriore rotazione di dirigenti generali potrebbe avvenire fra qualche settimana, in base al report sulla spesa dei fondi europei 2007-2013. La Regione, entro il 31 dicembre 2015, dovrà certificare la spesa di oltre un miliardo di euro. Spesa che ha avuto un'impennata nell'ultimo anno, passando da 18% al 47%, ma ancora al di sotto della media nazionale che è del 54%. Bisogna spendere tutto e bene, anche perché da ciò dipenderà la quota di Po Fesr che sarà assegnata alla Sicilia per la programmazione 2014-2020. Alle Regioni «meno sviluppate», tra le quali, oltre a Sicilia, Puglia, Campania e Calabria è tornata la Basilicata spettano 22 miliardi e 200 milioni di euro. Alla Sicilia toccherebbe una somma che potrebbe variare da 6 miliardi e 890 milioni a 6 miliardi e 500 milioni circa, in base all'indice di partecipazione che sarà chiesto alle regioni. Calcoli piuttosto complicati che nel peggiore dei casi penalizzerebbero la Sicilia per circa 350 milioni di euro. E non di 3 miliardi di euro, come è stato scritto nei giorni scorsi, che equivarebbe a circa la metà dell'intero Po Fesr.
L. M.
30 Aprile 2014
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