Foreste e verde urbano, ‘ossigeno’ vitale
«La foresta è democrazia
vera, perché solo attraverso l’utilizzo condiviso di un bene collettivo
come il nostro patrimonio forestale c’è la sopravvivenza in natura». Ad
affermarlo, nella giornata internazionale delle foreste è Graziano
Martello, consigliere del CONAF,
Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori
Forestali. Le foreste rappresentano circa il 30 per cento del territorio
nazionale e rappresentano anche uno degli elementi di difesa per quanto
riguarda l’aspetto ambientale. «La foresta – aggiunge Martello –
proprio per la sua complessità e la dimensione temporale, che è molto
elevata per i cicli naturali, rappresenta quindi un ambito che ha sempre
impegnato l’uomo in una gestione in forma collettiva in cui
l’interfaccia e lo strumento tecnico è rappresentato da professionisti
agronomi e forestali». «Il bosco in città è sicuramente un elemento
positivo per migliorare la vivibilità delle aree urbane, assolvendo non
solo alla sua funzione estetica, come spesso è stato, ma anche a quella
ricreativa e di svago, di servizi ecosistemici ed incremento della
biodiversità, di verde terapeutico e come contrasto ai cambiamenti
climatici. D‘altro canto si tratta di un ecosistema inserito in un
contesto innaturale che non è scevro da pericoli soprattutto se non è
ben progettato e non è svolta un’accurata manutenzione” ha sottolineato
Rosanna Zari, vicepresidente CONAF, nel suo intervento al convegno “In
una selva oscura” organizzato dal Comune di Modena e dall’Ordine dei
dottori agronomi e dottori forestali di Modena, – che si è tenuto la
settimana scorsa al Museo Enzo Ferrari di Modena – e dedicato
all’evoluzione e gestione sostenibile della foresta urbana.
Il caso della Città di Modena
A partire dagli anni ‘90 il
Comune di Modena ha preso in carico estese aree a bosco che hanno
raggiunto, oggi, una superficie complessiva pari a 4 milioni di metri
quadri. Ciò ha causato, nel tempo, un forte aggravio degli oneri
gestionali attualmente non più sostenibili a causa dei ridotti bilanci
annuali. «Va quindi definita una strategia – ha detto il presidente
dell’Ordine provinciale di Modena Pietro Capitani – , che dovrà prendere
in esame soluzioni alternative all’ordinaria gestione sin qui attuata,
che coinvolga anche soggetti terzi e che individui forme nuove
rispondenti alla necessità di conservazione e di valorizzazione di
questo ingente patrimonio naturalistico, rendendo così disponibili alla
cittadinanza aree attualmente non fruibili». Si tratta di un’occasione
per creare a Modena un arco verde di continuità ecologica tra i fiumi
Secchia e Panaro, tra spazi verdi di città e ambienti naturali,
attraverso i quali consentire ai cittadini di frequentare liberamente,
conoscere e apprezzare il paesaggio del territorio intorno alla città.
24 Marzo 2014
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