Energia alternativa
Benefici dalle biomasse per trovare occupazione
e ritorno economico
Domani convegno dell'Ente sviluppo agricolo con docenti universitari ed esperti del settore
«Le colture dedicate rappresentano anche una azione di contenimento del dissesto idrogeologico»
Una piantagione da cui ricavare gli scarti
Foto lasicilia.it
Si parlerà di quanti benefici possono procurare le biomasse nelle aree marginali del nostro territorio e dei vantaggi economici ed occupazionali che anche nella provincia di Caltanissetta potrebbero dare gli scarti delle colture agricole, forestali e dell'industria del legno nel corso del convegno "Energie alternative da biomasse legnose nelle aree interne della Sicilia".
Il convegno si terrà al Feudo San Martino domani mattina con inizio alle ore 9,30 ad iniziativa dell'Ente di Sviluppo Agricolo che - tramite la Sezione operativa di assistenza tecnica di Caltanissetta ed in collaborazione con il Cra di Casale Monferrato e l'azienda "Savif di Caltanissetta - da diversi anni ha portato avanti un progetto di filiera corta destinata alla coltivazione di biomassa ligneo-cellusica da destinare alla produzione di energia all'interno del ciclo produttivo aziendale. I risultati di questa collaborazione saranno proposti nel corso del convegno a cui parteciperanno Giuseppe Nervo e Gianni Facciotto di Casale Monferrato, Franco Matraxia della "Savif", Giovanni Mughini del Cra di Roma, Venera Copani dell'università di Catania, Gianluigi Pirrera presidente dell'Apin Sicilia, Giuseppe Greco e Antonio Bufalino dell'Esa e l'eurodeputato Giovanni La Via componente della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale.
«Il "Protocollo di Kyoto" impone la riduzione delle emissioni di gas serra - spiega Antonio Bufalino - a ciò si aggiunge il continuo aumento del prezzo del greggio che rende impellente l'utilizzo di nuove fonti energetiche che siano rinnovabili. Le biomasse rappresentano una risorsa e una svolta in tal senso in quanto sono materiali disponibili in grandi quantità sul territorio regionale. Esse possono anche essere prodotte attraverso colture dedicate, incentivate dalla politica agricola dell'Unione Europea. Tali coltivazioni note come Short Rotation Forestry (SRF) si stanno già sviluppando in alcune aree nazionali, grazie ad adeguati incentivi regionali.
«La messa a coltura di tali essenze nelle aree marginali - aggiunge Bufalino - svolgerebbe un'azione di contenimento del dissesto idrogeologico con funzione di riqualificazione del paesaggio, fitodepurazione delle acque reflue degli impianti di depurazione, fitodepurazione dei suoli inquinati da metalli pesanti (aree industriali), prevenzione dei fenomeni di desertificazione di taluni areali e consentirebbe la creazione di imprese per la produzione di pellet e cippato col quale alimentare gli impianti di riscaldamento di privati, scuole, uffici pubblici, etc. »
Giuseppe Scibetta
28 Novembre 2013
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