Anche gli ex articolisti sul piede di guerra
«Daremo al prefetto i certificati elettorali»
Sale la tensione fra gli operai forestali che minacciano di non recarsi a votare per protestare ...
foto lasicilia.it
Si allarga il fronte dei lavoratori precari siciliani che si rifiutano di andare a votare in occasione delle elezioni regionali. Ai lavoratori forestali dell'Azienda foreste demaniali e del comparto antincendio, che hanno già minacciato di consegnare i certificati elettorali, si uniscono quelli degli enti locali, i cosìdetti ex articolisti, riuniti in un comitato intercomunale pronto a dare battaglia se dovesse essere riconosciuto il diritto al lavoro.
«Siano disposti a tutto - dice Giuseppe Parrinello, di Maletto, che però lavora al Comune di Randazzo - cominceremo con la raccolta dei certificati elettorali per consegnarli al prefetto. Poi siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione e, visto che dobbiamo smettere di lavorare, inizieremo a scioperare mettendo in difficoltà le organizzazioni dei servizi comunali. Siamo in tanti - continua Parrinello - al comitato si sono già uniti i precari dei Comuni di Bronte, Maletto, Randazzo, Cesarò e Castiglione di Sicilia, ma altri sono pronti a farlo». E la situazione sta diventando incandescente, come dimostra un documento inviato dai precari ai media: «Considerata la drammatica situazione che la categoria sta vivendo - si legge - i lavoratori sono costretti a intraprendere iniziative drastiche e imponderabili. Quanto manifestano con la presente è certamente un atto estremo, ma è l'unico modo per portare alla luce un annoso e irrisolto problema di un deprecabile precariato cronico che perdura da oltre 20 anni. Nel tempo - si continua a leggere - tutte le forze politiche, a turno, hanno legiferato, promesso e puntualmente disatteso tutte le promesse di stabilizzazione fatte in campagna elettorale. Non ultima la legge regionale 24/2010 che l'Assemblea siciliana ha varato affinché tutte le Amministrazioni interessate potessero adoperarsi per la stabilizzazione, a tempo indeterminato, della platea dei precari degli enti locali. «E proprio l'applicazione dalla legge 24 del 2010 chiediamo - conclude Parrinello - ossia un piano di fuoriuscita con la stabilizzazione negli enti locali. Attenzione - ribadisce - non vogliamo lavorare per forza nello stesso Comune di provenienza, ma chiediamo di ottenere quel lavoro che l'osservanza di limiti di spesa imposti dal governo nazionale ci impedisce di avere».
I precari degli enti locali denunciano una disparità di trattamento con i colleghi impegnati negli uffici regionali, già da tempo stabilizzati e chiudono la loro lettera così: «In una Italia in cui si legifera per dare più dignità al cittadino, si consente di calpestare quella di migliaia di lavoratori che, dopo oltre vent'anni, tornano a casa e dovranno dire ai lori figli: «Sono disoccupato». Intanto, voci non confermate restituirebbero qualche speranza. I sindacati e le istituzioni regionali avrebbero incontrato, mercoledì mattina, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. Cis arebbe l'intenzione di consentire ai Comuni una deroga al limite di spesa del personale.
Gaetano Guidotto
28 Settembre 2012
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