di Michele Mogavero
Operai forestali, rimaniamo fiduciosi ed abbiamo un'ottima considerazione del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Ue, istituzioni di cui ci fidiamo. Lo dimostrano i fatti: non hanno mai tentennato e sono stati sempre coerenti. Speriamo di non sbagliarci.
Usando il condizionale, cerchiamo di fare chiarezza sulla questione che investe il comparto forestale, attraverso i fatti e le parole delle istituzioni, cercando di stilare un percorso temporale che definisca chi siamo e dove dovremmo andare.
Iniziamo riportando fedelmente quanto dichiarato dal Presidente Schifani in sede di campagna elettorale, il 17 settembre del 2022, al giornale online
LIVE SICILIA: “Nel luglio 2019 la Commissione Europea – ricorda Schifani – ha comunicato al governo italiano l’avvio di una procedura di infrazione per non avere correttamente recepito una Direttiva in materia di contratti di lavoro a tempo determinato. Per superare questa procedura è necessario intervenire con una norma che permetta di dare stabilità ai lavoratori forestali, oggi stagionali con contratti di lavoro a tempo determinato, con garanzia occupazionale”, conclude.
In questo link l'articolo completo: livesicilia.it/schifani-stabilizzare-i-lavoratori-forestali
Abbiamo capito bene? In virtù dello stato d'infrazione sancito dalla Commissione Europea, già nel 2019, rilanciato nel 2021 e con il parere motivato nel 2023, lo Stato Italiano avrebbe dovuto formulare una norma che dia stabilità a questi lavoratori.
Facciamo ora un ulteriore salto in avanti, e arriviamo al 16 settembre del 2024, giorno in cui viene pubblicato in Gazzetta ufficiale il DL 131 definito anche salva infrazioni. Con il suo articolo 12 si cerca di offrire una soluzione in caso di reiterato abuso dei contratti a termine, con la possibilità di richiedere un risarcimento compreso tra le 4 e le 24 mensilità. L'articolo 12 del DL 131 è una conseguenza dello stato d'infrazione 4231/2014, di cui fanno parte diverse categorie di lavoratori della pubblica amministrazione, compresi i forestali, ma ci sono anche i precari dei vigili del fuoco, i precari dell'istruzione ed altri ancora. L'intenzione del Governo italiano nell'inserire tale articolo 12 era quella di chiudere l'infrazione derivante del mancato recepimento della direttiva 1999/70/UE, cercando di scongiurarne le conseguenze.
Non sappiamo se la Commissione europea non abbia ritenuto congrua la soluzione offerta dall'art. 12, ma il 3 ottobre, dopo soli 18 giorni dall'uscita del decreto la Commissione Europea ha deciso di deferire l'Italia (INFR(2014)4231) alla Corte di giustizia dell'UE in quanto tale paese non ha posto fine all'utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie (direttiva 1999/70/CE del Consiglio).
Fino a questo momento ci siamo attenuti ai fatti e alle parole che facilmente si possono riscontrare. Ora stiamo assistendo ad un continuo susseguirsi di altri fatti ed altre parole. Noi continueremo a riportare fatti e parole che riguardano questo comparto, ma ci auguriamo che nell'immediato futuro la Corte di Giustizia Europea, attraverso la sentenza che immaginiamo rispecchierà la direttiva 1999/70/CE che lo stesso Stato Italiano ha sottoscritto, che venga fatta chiarezza, e il comparto di precari più vetusto d'Europa (insieme agli altri precari) abbia il giusto riconoscimento attraverso un lavoro più stabile.
Da ignoranti che siamo, possono cambiare tutti i contratti di lavoro che vogliono, possono votare tutti i provvedimenti che vogliono (vedi stagionalità), ma alla fine quello che conta è la Corte di Giustizia Europea. La soluzione non potrà mai essere la nuova legge approvata dal Governo nazionale o eventualmente quella regionale, qualora non rispecchiasse le direttive UE.
Stabilizzazione e risarcimento, questo abbiamo capito dalla Commissione Europea, ma che non hanno ancora capito le istituzioni italiane.
Da una nostra interpretazione, lo dimostra il salva infrazioni che solo dopo 18 giorni dall'uscita del decreto la Commissione Europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE in quanto tale paese non ha posto fine all'utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie.
Ci piace ricordare che la Commissione Europea, ha più volte esortato l’Italia a prevenire l’abuso di contratti a tempo determinato e ad evitare condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico. Ha deciso di inviare un parere motivato ed imposto di non discriminare i lavoratori a tempo determinato. La normativa italiana non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico in Italia. Tra questi anche i lavoratori forestali, stagionali o non stagionali che siano!
Rispetteremo com'è giusto che sia, tutte le leggi dei parlamenti Europei, Nazionali e Regionali. Rispetteremo com'è giusto che sia, le sentenze dei vari Tribunali positive o negative che siano.
Ma quella che metterà fine a questa lunga telenovela sarà la sentenza della Corte di Giustizia Europea, che ha già chiesto il diritto al lavoro. Anche per gli operai forestali della regione Siciliana.
Abbiamo usato il condizionale, però è quello che tutti sperano.
Caro amico mogavero qui ci vuole una grande uscita da noi forestali tutti in strada e fare un grosso corteo in tutta la Sicilia per i nostri diritti che ci spettano e da trent'anni che ci prendano per i fondelli tutti.un abbraccio denaro tony
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