Figuccia: "No all'abolizione del tetto di budget agli enti di formazione"
Dal sito livesicilia.it
PALERMO – Chiuso il secondo step della Finanziaria con l’approvazione a tarda sera di ulteriori 13 articoli in aggiunta ai 15 già varati prima di Natale, governo e Assemblea sono già al lavoro per la stesura del maxi emendamento che arriverà in aula l’8 gennaio. Si tratta dell’ultimo miglio – assieme alle tabelle – prima del via libera definitivo alla manovra. Riunioni e incontri sono in corso.
Formazione, altolà di Figuccia
Ma c’è chi mette le mani avanti, come il deputato-questore della Lega, Vincenzo Figuccia, che accende il tema della formazione professionale: “L’abrogazione dell’articolo 12 comma 2 bis della legge regionale 23 del 2019 è una porcata. La norma prevedeva un limite massimo di budget erogabile che così salterebbe concentrando troppo nelle mani di pochissimi. Utilizzare l’escamotage del maxi per inserire norme inaccettabili non è tollerabile – avverte Figuccia -. Gli enti di formazione meritano rispetto per l’importante lavoro che fanno nel territorio in Sicilia a beneficio di tanti giovani”.
Il no delle associazioni datoriali
Parole che fanno il paio con la presa di posizione dell’Ugl e delle organizzazioni datoriali Cenfop, Forma.re, Forma Sicilia, e Fedeterziario Scuola Sicilia. “L’Ugl da tempo combatte contro le distorsioni nel settore della formazione professionale – dice Giuseppe Messina, dirigente nazionale del sindacato – che nel passato sono state sempre il preludio a scandali che hanno pregiudicato l’immagine e l’operatività del sistema formativo siciliano. Ci risulta in atto, nella sessione di fine anno di approvazione della legge di stabilità, un ennesimo tentativo piratesco di azzerare la norma che fissa il tetto massimo di finanziamento nel settore della formazione professionale. Per Messina, “nel mirino adesso c’è il segmento dell’Istruzione e della Formazione professionale (IeFP), comparto delicatissimo perché è rivolto ai minori in obbligo scolastico che per accedere ai percorsi triennali o quadriennali per l’ottenimento di una qualifica o un diploma professionalizzante, devono aver acquisito il diploma di scuola media inferiore”.
“Come di consueto – puntualizza Tony Marfia, segretario regionale di Federterziario Scuola – i soliti noti si ripresentato per imporre un modello oligopolistico in un settore che dovrebbe per sua natura garantire la massima pluralità. Spiace apprendere che componenti della politica siciliana si prestino così facilmente ai desiderata di una sparuta rappresentanza in barba a ciò che rappresenta la totalità dei centri formativi siciliani. Sono certo che la stragrande maggioranza della deputazione siciliana è contraria a queste pratiche e saprà ostacolare questo tentativo di deriva oligopolista”.
Dello stesso parere Gabriele Albergoni di Cenfop Sicilia: “Apprendiamo che all’Ars è in atto un clamoroso tentativo di ripristinare lo status quo nel settore della formazione professionale ad opera di taluni enti che attraverso la compiacenza di determinata politica vogliono riportare il sistema ad una logica di accentramento e accaparramento, gli stessi che avevano già tentato di far abolire l’attuale buona norma, impugnandola innanzi al Tar di Palermo senza alcun esito. Confidiamo nel Parlamento, auspicando che l’eventuale revisione della norma possa avvenire presso la sua naturale sede, ovvero la V commissione parlamentare, attraverso un confronto aperto e leale, fuori dai lavori per l’approvazione degli strumenti finanziari della Regione”.
Fonte: livesicilia.it
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