28 luglio 2023

E MUSUMECI? NON C’ERA, NON C’È. MA SCHIFANI È PEGGIO DI LUI: NON SA DOVE METTERE LE MANI. COMODO SCARICARE TUTTO SULLA “TROPICALIZZAZIONE”. SONO ANDATI IN FUMO OLTRE 56 MILA ETTARI DI TERRENI DI CUI CIRCA 8.000 IN BOSCHI



Dal sito www.buttanissima.it

Ma Schifani è peggio di lui: non sa dove mettere le mani. Comodo scaricare tutto sulla “tropicalizzazione”

COSTANTINO MUSCARÀ - 28/07/2023

Nello Musumeci ha imparato una parola nuova: “tropicalizzazione”. Ma non ha fatto i conti col (proprio) passato. Forse dimentica di aver governato la Sicilia per cinque anni. La risposta alla devastazione di questi giorni, infatti, non può essere soltanto la tropicalizzazione del clima. Tanto meno lo scaricabarile: “Pochi Canadair? È assurdo che l’Ue non abbia una flotta di velivoli antincendio degna di questo nome”. Aver dato la Protezione Civile in mano a un ministro che in cinque anni è riuscito ad acquistare una partita difettosa di droni per l’avvistamento degli incendi, ed è stato incapace di mettere in atto un piano di prevenzione per proteggere la Sicilia alle alte temperature e dalla follia dei piromani, è una responsabilità di cui dovrà rispondere Giorgia Meloni. Per ora ci atteniamo ai fatti.

Ecco il primo, riportato dal Fatto quotidiano: “Nel 2021 la Regione si dota di 88 velivoli radiocomandati e li presenta come strumenti da impiegare nella prevenzione degli incendi, stipulando ordinaria polizza assicurativa per responsabilità civile verso terzi e investendo anche nella formazione per la loro guida. Da fonti aperte, però, si apprende che 85 su 88 sono un modello “non professionale”” perché “non è fornito di telecamera termica, non è impermeabile e non ha il rilevatore di ostacoli, il che costringe l’operatore a stare comunque in luoghi limitrofi”.

Ma le figuracce non si fermano qui: durante il periodo in cui Musumeci, da presidente in pectore, venne nominato Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti (era il 2018), uno dei compiti assegnatogli era il completamento degli impianti fra cui Bellolampo, la discarica a ridosso di Palermo. Il lancinante ritardo nei lavori per la realizzazione della settima vasca, cominciati e mai completati, ha reso necessario l’allargamento della quarta per abbancare nuovi rifiuti, ritardando il cosiddetto “capping” (la copertura). Proprio il punto più pieno della vasca avrebbe fatto da miccia alle fiamme che si sono propagate attorno alla discarica e che, secondo la Protezione civile, potrebbero aver immesso diossina nell’aria. Le analisi sono in corso.

Ma questa responsabilità, parzialmente oggettiva, ne corrispondono altre. A partire dalla mancata assunzione di 170 agenti forestali, prevista nel 2021, ma fatalmente bloccata da Roma. Alla fine dello stesso anno, mentre ci si interrogava su quali palle “è pericoloso toccare” e si lavorava alacremente a preparare il bis, il presidente della Regione parlò di un concorso per 46 agenti, un numero notevolmente più basso, ma anche questo non è stato espletato: di recente s’è proceduto alla modifica della commissione d’esami.

Sul tema degli incendi, dici Schifani e pensi a Musumeci. I due si ritrovano in un percorso di continuità amministrativa: quello del dolce far niente. Alcune situazioni emerse in questi giorni – come la mancata realizzazione dei viali parafuoco o la convocazione degli operai stagionali a maggio inoltrato (anziché a marzo) – sono cattive abitudini che si tramandano governo dopo governo. “Con Musumeci Caronte non c’era – spiegano i Cinque Stelle – eppure sono andate ugualmente in fumo vastissime aree di macchia mediterranea in Sicilia”. “L’anno scorso, con Musumeci governatore – conferma il segretario del Pd, Anthony Barbagallo – sono andati in fumo oltre 56 mila ettari di terreni di cui circa 8.000 in boschi. Schifani non poteva non sapere. In 12 mesi non è cambiato nulla”.

La Regione, come ogni anno, anche nel 2023 aveva pensato di mettere a bilancio 230 milioni per pagarci i Forestali. Ma buona parte del tesoretto – con enorme sorpresa degli addetti ai lavori – era stato imputato ai fondi europei (altro che investimenti). Peccato che l’impugnativa di Roma all’ultima Legge di Stabilità abbia rovinato i piani del governo e costretto Schifani a trovare i soldi nei successivi collegati (ma questa volta a valere sul bilancio della Regione). Inoltre, alla fine del 2022, erano stati acquistati – per volere del precedente governo – 120 nuovi mezzi (si parla di autobotti) con una capacità fra 1.000 e 1.200 litri d’acqua: non sono mai entrati in funzione. E c’è un ultimo caso di mala burocrazia che inquina la scena. E’ stato sollevato qualche mese fa dal procuratore generale della Corte dei Conti, Pino Zingale: un appalto irregolare ha provocato la revoca di un finanziamento UE da 36 milioni per un avanzato sistema di sorveglianza antincendio. L’opera, collegata al Programma di Sviluppo rurale, era considerata uno strumento essenziale per un’azione di prevenzione in una regione che, a causa dei roghi, subisce ogni anno una devastazione del territorio e del patrimonio boschivo. Il finanziamento è saltato quando si è scoperto che l’appalto era stato affidato, tramite gara, a una azienda priva dei requisiti necessari. Ora la Procura regionale della Corte dei conti ha promosso un’indagine per danni nei confronti dei funzionari che non si sono accorti della irregolarità.

Tutte queste drammatiche carenze (e coincidenze) esigerebbero una spiegazione. Ma l’unica arma (spuntata) a disposizione di Musumeci – ne ha fatti anche lui di sopralluoghi e di promesse – è lo scaricabarile: “Sono state giornate particolarmente ventose, non si esclude che possa esserci stato qualche incendio di origine dolosa, in questo senso sta indagando la magistratura e le forze dell’ordine, certo è che non sarebbe una novità”, ha dichiarato il Ministro della Protezione civile. E ancora, a proposito delle 35 richieste di soccorso aereo piovute da ogni parte d’Italia (di cui una quindicina in Sicilia): “Ci sono sempre meno Canadair in giro, l’Italia si è candidata per acquistarne alcuni ma dovrà aspettare ancora 4-5 anni. A fronte di questa paradossale situazione, si sta lavorando a una soluzione alternativa assieme ad altri Stati membri dell’Ue, perché il problema non è solo italiano”. Forse più che puntare a spegnere gli incendi, bisognerebbe evitare che si propaghino. Ma su questo Musumeci non mette bocca: la Meloni ha già annunciato un grande piano di prevenzione per la tutela del territorio. Forse faremo prima in tempo a vedere i Canadair.





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