Dalla pagina Facebook
del Presidente del Parco dellEtna
La proposta di Legge non è passata.
SI POTEVANO PREVENIRE INCENDI
(è un post lungo, solo per vogliosi di verità)
Dal mio insediamento alla presidenza del parco ho ascoltato molti cittadini, produttori ed associazioni di categoria, ho fatto ricerche ed ho provato a fare qualche proposta.
Sono venuti diversi produttori lamentandosi del fatto che sull'Etna ci siano molti terreni abbandonati ed attraversati dal fuoco, terreni che potrebbero tornare ad essere vigneti o frutteti (già tornare). Molti produttori e proprietari sono venuti per raccontarci di come si sentano soli di fronte a delinquenti sconosciuti che ogni anno appiccano fuoco per scoraggiare i proprietari ed "invitarli" a non prendersi cura dei terreni ai fini agricoli.
L'Etna come molti luoghi non viene risparmiata dagli incendi. Gli incendi naturali sull'Etna sono rari, quelli involontari possibili, quelli dolosi certi. Le cronache, le denunce, le testimonianze, le prove ci danno un quadro abbastanza chiaro. Tra gli incendi dolosi troviamo quelli causati da disonesti pastori (non si vuole generalizzare ma dire che ne esistono) che per rigenerare erba da far brucare appiccano incendi.
Ecco, sappiate che una legge (L.R.16/96) impone che i terreni attraversati dal fuoco non possano cambiare destinazione d'uso per ben 15 anni. Puntualizzo che non si tratta di cambio di destinazione in senso urbanistico (es. da agricolo ad edificabile) ma variazione di coltura (es. da frutteto e vigneto).
Nei fatti cosa significa? Molti terreni che prendono fuoco li condanniamo ad essere attraversati dal fuoco per sempre, perchè diciamocelo, mica siamo marziani, sappiamo che molto spesso i terreni incendiati sono sempre gli stessi e quindi facciamo ripartire la clessidra dei 15 anni puntualmente. Risultato? Terreni bruciati in mano a chi ha interesse a tenerli bruciati.
Nel frattempo la natura paga lo scotto di questi incendi, le pubbliche amministrazioni i costi dello spegnimento, i produttori non posso valorizzare terreni.
Cosa volevamo fare? Ho parlato di questo dramma con i deputati Zitelli e Savarino i quali cogliendo la questione hanno presentato un disegno di legge che iniziava un processo di modifica della legge (L.16/96), in pratica si consentiva che un terreno attraversato dal fuoco potesse cambiare destinazione colturale e diventare vigneto, frutteto o altra attività consentita in un Parco Naturale.
Hanno bocciato la legge, la legge non è passata per tre voti.
Non voglio parlare di chi ha votato contro perchè non voglio si scada nella dialettica partitica o peggio nelle ripicche personali.
Ho letto che la legge non è passata perchè altrimenti si sarebbe favorita la speculazione. Non comprendo di quale speculazione si parli considerato che quella edilizia è fuori tema.
Penso che questa l'iniziativa dei deputati proponenti andasse verso la direzione di prevenire una parte di incendi consistenti che si verificano sull'Etna, sappiamo tutti che i terreni valorizzati dai privati difficilmente vengono aggrediti dal fuoco.
Forse quando chi ha votato contro parla di speculazione intende la possibilità di impiantare o recuperare in area parco (nelle zone in cui l'agricoltura E' CONSENTITA) vigneti che contribuiscono a portare in alto il nome dell'Etna e della Sicilia, quelle aziende che al Vinitaly hanno certificato l'Etna come area di produzione biologica.
Ci facciamo del male molto spesso, molto spesso.
Ringrazio il deputato Giuseppe Zitelli per il tempo e la disponibilità, la deputata Giusy Savarino per la passione con cui ha lavorato.
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