Dal sito www.corriere.it
di Alessio Cozzolino - 02 Marzo 2022
Il patrimonio boschivo va tutelato e sottoposto ad una oculata pianificazione. Il tempo incalza e, dato che i cambiamenti climatici si fanno sempre più prossimi, delle foreste (sane) potrebbero risultare alleate formidabili. Lo decreta – colmando un vuoto legislativo durato a lungo – la “Strategia Forestale Nazionale” (SFN), rilasciata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 9 febbraio.
Rapporto dell’organizzazione no profit Fsc e del Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale: nella penisola soltanto il 9% del patrimonio silvicolo è amministrato correttamente, in modo da rispettare gli equilibri degli ecosistemi. I danni e le prospettive
Le terre boscate ricoprono quasi undici milioni di ettari lungo lo Stivale, un terzo cioè dell’estensione nazionale. Due ricerche indipendenti pubblicate alla fine di febbraio, condotte dalle associazioni PEFC (Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale) e FSC Italia (Forest Stewardship Council, l’organizzazione no profit delle attività forestali sostenibili) per il 2021, rilevano purtroppo come soltanto il 9% del patrimonio silvicolo sia amministrato in modo ecorispettoso. Tradotto: il 91% dei boschi italiani, con evidente nocumento ai già compromessi equilibri ecosistemici, viene sfruttato per prelevare legname e risorse varie senza che ne consegua un rimboschimento riparativo.
L’ampia disponibilità di specie e di prodotti lignei si oppone dunque ad una conoscenza deficitaria – da parte dell’opinione pubblica e di molte aziende – dei princìpi della sostenibilità. Non è un caso che l’iter legislativo per valorizzare il verde sia iniziato soltanto fra il 2017 e il 2018, con l’inaugurazione del servizio “Direzione Foreste” presso il ministero delle Politiche Agricole e la successiva stesura del Testo Unico in materia di foreste e filiere.
Gli obiettivi: in vent’anni verde resiliente
Lo scopo del piano boschivo, quello di preservare nel prossimo ventennio i polmoni verdi nostrani, è radicale: attraverso una serie di sotto obiettivi generali (il riconoscimento del valore della gestione attiva e sostenibile, il ruolo delle filiere, la definizione di percorsi condivisi e partecipativi), si punta ad «avere foreste estese e resilienti, ricche di biodiversità, capaci di contribuire alle azioni di mitigazione e adattamento alla crisi climatica, offrendo benefici ecologici, sociali ed economici per le comunità rurali e montane, per i cittadini di oggi e per le prossime generazioni». L’articolazione complessiva prevede obiettivi declinati in azioni e azioni suddivise in operative (su scala nazionale) e strumentali (a livello nazionale e locale). La SFN coinvolgerà la cittadinanza in progetti di sensibilizzazione e garantirà le risorse economiche utili per una lungimirante pianificazione forestale.
FSC Italia: un ruolo primario
«Ci sono stati – evidenzia il presidente di FSC Italia Mauro Masiero - numerosi momenti di confronto pubblico e di effettivo coinvolgimento delle parti interessate. Non da ultimo, è importante sottolineare la capacità della Strategia di includere temi e prospettive diversi circa la gestione dei nostri boschi». Esiziale sarà poi il ruolo dell’ente guidato da Masiero. «La Strategia riconosce il valore dei nostri servizi – conclude – come riferimento unificante per promuovere l’integrità del patrimonio naturale».
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Fonte: www.corriere.it
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