Ricevo e pubblico
dalla Uil Catania
“Al Liceo Capizzi di Bronte piove nelle aule, in palestra, nei corridoi. Sono costretti a rivendicare un diritto elementare, studiare in sicurezza, pure gli studenti dell’Istituto superiore brontese Benedetto Radice. Dopo i casi del Boggio Lera e dell’Archimede di Catania ecco un’ulteriore prova, se mai fosse necessaria, che lo stato delle strutture scolastiche nella nostra provincia è tale da rappresentare un’emergenza. E bisogna intervenire subito!”.
Lo afferma la segretaria generale della Uil di Catania, Enza Meli, che “chiama in causa” la Regione e il governo Musumeci: “Dopo il crollo al liceo Boggio Lera, l’assessore regionale Roberto Lagalla aveva annunciato la propria disponibilità a intervenire, ma aveva pure sottolineato che era in attesa di richiesta di ristrutturazione dalla Città Metropolitana di Catania. Non sappiamo se quell’istanza sia mai arrivata alla Regione, ma è certo che s’impone ormai un piano per le scuole in tutto il territorio. Non bastano le manutenzioni ordinarie, peraltro carenti anche a causa delle ormai croniche difficoltà in cui si dibatte la Pubbliservizi. Noi rivendichiamo controlli veri e immediati lavori di ristrutturazione, di messa in sicurezza”.
Enza Meli conclude: “Vogliamo ribadire, come avevamo già fatto assieme a UilScuola e Feneal Uil, che sul diritto alla sicurezza, alla salute, alla vita di studenti e lavoratori dell’Istruzione pubblica e privata non siamo disposti a fare sconti a nessuno. Al sindaco metropolitano Salvo Pogliese e all’assessore regionale Roberto Lagalla chiediamo un incontro urgente, presenti anche i sindaci dei Comuni interessati, non solo per conoscere la condizione dei plessi in città e provincia, ma soprattutto per avere notizie certe su quali e quanti progetti immediatamente cantierabili sono stati o possono essere presentati. L’ex Provincia non venga lasciata sola a gestire competenze gravose con fondi risicati. Diversamente, sarebbe davvero inutile il 22 gennaio eleggere il Consiglio della Città Metropolitana perché dovrebbe dibattersi nelle stesse angustie con cui oggi sono costretti a fare i conti gli attuali amministratori”.
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