16 novembre 2021

“UIL TOUR 2021”. IL RESOCONTO DELLA TAPPA CATANESE

Un momento del dibattito (da sinistra: Maria Pia Castiglione, Luisella Lionti, Enza Meli, Emanuele Ronzoni, Claudio Barone)


I ragazzi dell'Oratorio giovanile di Librino con i dirigenti Uil


Ricevo e pubblico
dalla Uil Catania

15/11/2021
“Noi pensiamo che le proposte per migliorare le condizioni di vita nel nostro Paese, a cominciare dal Sud, debbano nascere dal confronto con le persone. È questo il senso di Uil Tour che ha caratterizzato pure la tappa di Catania, dove abbiamo potuto discutere anche di sicurezza sul lavoro. Di recente, il Sindacato è riuscito ad ottenere dal Governo qualche provvedimento utile ma è solo un primo passo. Negli ultimi 10 anni ci sono stati 15mila morti sul lavoro: una strage, un fatto indegno per un Paese civile. A Catania, come altrove, le persone rivendicano un’occupazione stabile e dignitosa, ma rispettosa della sicurezza e della vita”. Lo ha affermato il segretario nazionale organizzativo della Uil, Emanuele Ronzoni, oggi in piazza Spedini a Catania per la prima delle tappe siciliane di “Uil Tour 2021” che toccherà domani Pozzallo e mercoledì Palermo.

 Con Ronzoni in terra d’Etna anche i segretari generali di Uil, Uila e Feneal Sicilia Claudio Barone, Nino Marino e Francesco De Martino, la segretaria organizzativa regionale Uil Luisella Lionti, la segretaria generale della Uil catanese, Enza Meli. Il sindaco Salvo Pogliese ha portato il saluto dell’amministrazione comunale alla manifestazione, chiusa dall’Oratorio Centro giovanile “Giovanni Paolo II” di Librino con un toccante flashmob sulla violenza di genere. Ragazze e ragazzi si sono, inoltre, cimentati nel videogioco educativo lanciato recentemente dalla Uil e dal suo leader Pierpaolo Bombardieri nell’ambito della campagna “#Zero morti sul lavoro”.

 Nella piazza di Cibali, dove un truck dell’organizzazione sindacale s’è trasformato in spazio aperto di incontro e riflessione con i cittadini, due i dibattiti moderati dai segretari confederali della Uil di Catania Giovanni Casa e Maria Pia Castiglione. Concludendo il primo confronto su “Morti sul lavoro, caporalato, sottosalario. Chi non fa nulla, è complice”, Claudio Barone ha denunciato le carenze di organico negli Ispettorati regionali del lavoro: “Avere un paio di ispettori per ufficio a Palermo o Catania o nelle altre province siciliane significa controllare un’azienda ogni cinquant’anni! Sembra assurdo, ma è così. Altrettanto paradossale è che l’autonomia regionale possa rappresentare adesso, come purtroppo è già avvenuto molte volte in passato, una zavorra perché nel resto del Paese stanno per essere assunti milleduecento ispettori del lavoro mentre in Sicilia non è previsto nulla del genere”.

A precedere il segretario della Uil Sicilia erano stati Omar Dell’Ombra e Armando Gelardi, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, e i segretari territoriali di Uilm e Uiltec, Giuseppe Caramanna e Alfio Avellino, che insieme con Francesco De Martino e Nino Marino hanno messo in evidenza la difficile battaglia in corso sui “fronti caldi” per la difesa dei diritti alla salute, alla vita e alla giusta retribuzione nei cantieri, nei campi, nelle fabbriche. Sul palco di “Uil Tour” anche il presidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco e il coordinatore regionale dei presidenti dei Comitati Inail, Roberto Prestigiacomo, che ha ricordato “come da gennaio a settembre gli incidenti mortali sul lavoro siano stati 8 in questa provincia e 44 in Sicilia, mentre gli infortuni nella sola Catania hanno sfondato quota 4 mila”.

Eloquente il titolo del secondo tema di approfondimento: “Uomini che odiano le donne. Il femminicidio, l’emergenza ignorata”. Particolarmente significativa e sofferta la testimonianza di Claudia Salamone, sorella di Valentina, la diciannovenne assassinata in una villetta di Adrano nel 2010. Molte, troppe, le vittime di violenza e i loro familiari, anch’essi vittime. La segretaria organizzativa della Uil Sicilia, Luisella Lionti, le ha ricordate così: “Sangue, lutti, dolore e rabbia. Per quanto ancora bisognerà commentare tragedie che il cinismo inerte e le lacrime di coccodrillo della politica rendono ancora più devastanti? Noi sfidiamo la Regione a dirci il 25 novembre, nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, cosa è stato fatto e cosa si sta facendo di concreto. Evitando le solite, vuote, frasi di circostanza!”.

Anna Amoroso e Nunzia Arena, responsabile e psicologa del “Centro di ascolto e cura per uomini maltrattanti” di Bagheria, si sono soffermate anche sui ritardi della Sicilia rispetto a molte altre regioni d’Italia nell’offerta di strutture di servizio che sono fondamentali per la piena realizzazione del “Codice Rosso”, la nuova normativa a tutela delle donne. “Proprio per colmare almeno in parte a queste lacune – ha annunciato Anna Amoroso – sono stati finanziati in questi giorni dal Ministero i progetti che consentiranno l’apertura di Centri per uomini maltrattanti a Catania, Caltanissetta e Palermo”.

 Da Alessandro Milazzo, dirigente della Divisione Anticrimine Questura di Catania, preziose indicazioni sull’attività della Polizia di Stato accanto a ogni vittima della violenza di genere, mentre Antonella Caltabiano, presidente del “Telefono rosa” di Bronte, ha raccontato la propria esperienza “in trincea”. Enza Meli, segretaria della Uil di Catania, ha esclamato: “Non si può sradicare la malapianta della violenza sulle donne se non si va a seminare la cultura del rispetto nelle piazze, nelle strade, nelle scuole”.





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