06 ottobre 2021

RAGIONARE


di Antonino Lomonaco
Aspi di Linguaglossa

«Ero piuttosto debole in italiano. 
Ma, come vede, non è poi stato un gran guaio: sono qui, procuratore della Repubblica…». disse il Procuratore, con una sottile, compiaciuta, arroganza, al suo vecchio insegnate di italiano, che si apprestava ad interrogare subito dopo. 
Ma il professore, che ricordava bene le carenze del suo vecchio studente, rispose pacatamente:
«L'italiano non è l'italiano: è il ragionare. Con meno italiano, lei sarebbe forse ancora più in alto»

Il ragionare si è sempre nutrito anche della cultura del "sospetto".
Grandi pensatori come Nietzsche, Freud, Marx, hanno avviato delle considerazioni sulle convenzioni e sui dati di fatto, accettati normalmente dalla società, stravolgendone il senso comune e mettendo in evidenza le loro incongruenze.
Ma è il ragionamento filosofico, questa tendenza a sapere, a capire, che, in generale, porta a sospettare che le cose, infine, non siano sempre così come vengono presentate o come appaiono. 
Senza il sospetto che le cose siano diversamente da come appaiono non ci sarebbe mai stata Scienza e saremmo ancora a credere che il Sole giri intorno alla Terra, che la Terra sia piatta e la materia compatta.
Voglio qui parlare di tre argomenti apparentemente distinti l'uno dall'altro e, tuttavia, uniti da un medesimo atteggiamento passivo e sconsiderato: il cosi detto "green pass", l'antincendio boschivo siciliano, ed il rapporto del sindacato con i lavoratori.

1) Non avrei mai creduto possibile che delle forzature come questa del "green pass", nell'ambito del lavoro, potessero essere accettate così facilmente, pur nella condizione più subdola! 
La vaccinazione contro il Covid 19 non garantisce l'immunità, vi è una percentuale che va oltre il venti per cento di rischio di essere ugualmente infettati e conseguentemente di infettare, per cui, così come è già successo in alcuni contesti lavorativi, trovare dei focolai proprio là dove, col "green pass", non avrebbero dovuto essercene.
Perciò: qual è il senso di questa obbligatorietà mascherata e, per questo, subdola ed odiosa? Che criminalizza chi vuol fare una legittima scelta di coscienza riguardo il proprio corpo e la propria vita. 
Fra l'altro, conoscendo la legge di selezione naturale, col rischio che proprio il virus riprodotto attraverso le cellule di noi vaccinati, possa adattarsi a questi vaccini ed evolversi meglio in ceppi più resistenti!...

2) La questione dell'antincendio boschivo non è una questione prettamente siciliana. Purtroppo questi incendi sono diffusi un po' ovunque nel mondo, persino presso il circolo polare artico: Canada, Siberia, Scandinavia... In altre latitudini non possiamo dimenticare l'Amazzonia, Borneo, California, Australia,... Sarebbe un elenco che tocca tutti i paesi attraversati dal piede umano, poiché proprio questo è un incendio boschivo: una ennesima forma di inquinamento, di corrosione e distruzione del nostro pianeta, operata da noi uomini, nella cecità che queste distruzioni ambientali toccheranno, come sta succedendo, anche chi vive, ritenendosi al sicuro, nel centro delle città.
Si dovrebbe capire che non vi è separazione fra città e natura: fra uomini ed ambienti. 
Ogni azione ha, prima o poi, una reazione uguale e contraria. 
Ecco il senso del "sacro" che i popoli cosi detti "primitivi" riservavano alla natura e che a noi, popoli moderni ed ottusi, sfugge quando perseguiamo uno stile di vita smodato nel consumo di beni e nello stimolo continuo, ed ulteriore, del desiderio a reiterare indefinitivamente tale consumo. Il quale, infine, ha come conseguenza la devastazione dei territori e dei popoli umani, animali e vegetali che ci vivono.
Questo è l'incendio che sta devastando il pianeta e le nostre anime: si chiama "neoliberismo" in politica, e capitalismo in economia.
E' quando sfuggono queste elementari nozioni che ai nostri amministratori regionali, persino dirigenti del settore o giornalisti da strapazzo, fa fraintendere loro la questione come fenomeno prettamente regionale. Se in Sicilia, ogni estate, vi è una quantità maggiore di incendi, rispetto al resto d'Italia, ciò è dovuto alla sua latitudine più a sud, alle sue temperature più alte ed al tipo di vegetazione che inaridisce in estate, prestandosi meglio agli inneschi di quel tipo umano, eticamente inaridito (anch'esso!), che si muove nei territori già abbandonati dalle cure della vecchia agricoltura, le cui braccia da tempo sono ormai emigrate in città o all'estero.
In Sicilia, non mi stancherò mai di dirlo, le squadre antincendio della forestale, con tutti i loro limiti, difetti, insufficienze dirette ed indirette, hanno svolto un servizio esemplare, che andrebbe esaltato e premiato. Queste squadre, negli anni, hanno fatto da barriera contro la devastazione dei territori, donando a volte persino la propria vita. Eppure, pochi l'hanno capito davvero.
Soprattutto non l'hanno capito i politici che hanno amministrato la nostra regione o che la stanno amministrando.
Queste squadre ormai, ogni anno che sopraggiunge, si riducono nel numero ed invecchiano nell'età degli addetti e, tuttavia, il fenomeno degli incendi si accentua sempre più. 
Come pensano di affrontarlo, tale fenomeno, codesti "illuminati" amministratori regionali? Con la sola forza aerea dai costi esorbitanti? Un canadian-aer costa quindici mila euro all'ora, cioè a dire quanto tre operai antincendio della forestale in una intera stagione! Un piccolo elicottero con la benna costa duemila euro l'ora, cioè a dire più di quanto prende in un mese un operaio antincendio della forestale! Ed, in più, nelle operazioni di antincendio lo spegnimento reale avviene necessariamente a terra, attraverso la bonifica del perimetro incendiato, fatta da questi stessi maltrattati operai!

3) Sarebbe scontato dire che il rapporto del sindacato con gli operai debba essere stretto: il sindacato dovrebbe essere una emanazione  organizzata di operai. Purtroppo non è più così e spesso, pur nell'ignoranza, il sindacato non viene visto dagli operai come una propria emanazione ma, addirittura, come una controparte.
A dire il vero, qualche sindacalista, sfortunatamente dà adito a questo pensare. Ciò succede soprattutto quando manca il confronto e la discussione all'interno dell'organizzazione.
Come si fa a difendere o a promuovere condizioni nuove, finanche nella sicurezza (questione nevralgica!), se non prima ci si incontra e si discute con gli operai o i loro delegati o rappresentanti della sicurezza? Di che cosa si parla nelle riunioni con i datori di lavoro, o nei Comitati paritetici, se non si sa, ad esempio per quanto riguarda l'antincendio boschivo, che gli automezzi con cui ci si sposta e si interviene possono essere persino fonte di pericolo, che la scelta di tute in tessuto in aramide penalizza, nel nostro clima, maggiormente che le tute miste aramide (70%), viscosa (30%) e, per cui, queste ultime sarebbero da preferire negli acquisti. Così come sarebbe da valutare l'utilizzo di tute intere o spezzate, in modo da ridurre il più possibile l'uso improprio dei dispositivi di sicurezza individuale, atteggiamento sfortunatamente diffusissimo e pericoloso, ed altro ancora, come la già citata riduzione numerica degli addetti e l'avanzamento della loro età: in base a tali dati come si intende affrontare la prossima campagna antincendio? ... 

All'inizio di questo mio scritto ho citato la frase di quel gioiellino letterario che è "Una storia semplice" di Leonardo Sciascia, per ricordare che sia proprio il ragionare la cosa più importante e capace a mantenere integre  le istituzioni atte al servizio dei cittani e le condizioni stesse degli ambienti che permettono il buon vivere. 
Il ragionare è attenzione, cura verso le cose che per noi hanno più valore.
Nei punti da me esposti, in questo scritto, quindi: la democrazia, ovvero una condizione di libertà e responsabilità fra gli uomini. 
L'ambiente dell'intero pianeta che ci ospita, a partire dal territorio che ci sta più vicino, e che è un meraviglioso insieme di miriadi di relazioni in un equilibrio precario che, nella nostra stupidità neotenica insita all'arroganza della mentalità cosidetta "moderna", stiamo incrinando, macchiandoci dell'infamia più grande: ovvero la distruzione insensata.
Infine l'attenzione e la cura dell'organizzazione più importante, posta a difendere, soprattutto in un periodo di crisi e sbandamento etico, come l'attuale, la democrazia oltre che la "casa ambientale" dove tutti quanti abitiamo: mi riferisco al sindacato dei lavoratori, poiché non c'è sindacato senza democrazia e non ci sono cittadini liberi e responsabili, nei propri intenti, senza il rispetto delle condizioni di lavoro o la mancata considerazione dei rapporti di reciprocità che legano ogni cosa in questo mondo.
Antonino Lomonaco





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