23 settembre 2021

“RAGUSA, RETE VIARIA DA INCUBO. INDOVINA QUAL'È LA SCAFFA PEGGIORE …” LA DENUNCIA DELL’ESECUTIVO IBLEO UIL, PRESENTI I SEGRETARI REGIONALI BARONE E LIONTI




Ricevo e pubblico
dalla Uil Siracusa - Ragusa - Gela 

RAGUSA. “Non basta inaugurare dopo lunga attesa un pezzettino di autostrada, se lavoratori, cittadini e imprese devono poi ogni giorno fare i conti con una rete viaria a Ragusa e provincia che è solo un eufemismo definire dissestata. Quasi, quasi, viene voglia di lanciare un concorso a premi riservato a chi saprà segnalare la buca più larga, la scaffa più profonda!”. Lo affermano il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, e la segretaria organizzativa regionale con delega all’Area Vasta Palermo-Siracusa-Ragusa-Gela, Luisella Lionti, oggi – mercoledì 22 – nel capoluogo ibleo per una riunione dell’Esecutivo territoriale Uil. 

Gli esponenti sindacali aggiungono: “Si pensi, tra l’altro, agli oltre 500 chilometri di strade gestite dal Libero Consorzio. Segnalazioni, articoli giornalistici, proteste testimoniano un inaccettabile stato della viabilità, ovunque e comunque fonte di rischi e disagi. Non si aiuta così lo sviluppo di un territorio, a forte vocazione turistica e produttiva. Anzi, si deprime”. “Chiediamo confronto urgente – dicono ancora Barone e Lionti – a governo regionale e amministrazioni comunali.  All’impegno dei dipendenti pubblici nell’ex Provincia e negli altri enti locali, costretti a operare tra mille difficoltà e carenze, corrisponda finalmente concreta attenzione da parte della politica: un argomento, speriamo, per la cosiddetta cabina di regia della Regione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non di solo Pnrr, comunque, possono vivere Ragusa e la Sicilia. Qualcuno spieghi dove sono finite le altre risorse disponibili per le infrastrutture che nel nostro territorio non esistono, o che esistono ma in condizioni pietose. Qualcuno spieghi dove sono i progetti e i cantieri per le opere davvero necessarie, occasioni di lavoro buono e crescita collettiva in una provincia-simbolo delle opportunità negate ai siciliani”.






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