Dal sito www.ultimora.news
Giacomo Mazzarella 19 settembre 2021
Si aprono scenari importanti per quanto riguarda le pensioni, perché l’idea è allargare a dismisura la platea dei lavori gravosi.
La pensione a 63 anni come alternativa alla quota 100, questo ciò che il governo sembra abbia in mente come massimo sforzo per il 2022. E la soluzione più fattibile sarebbe l’estensione dell’Ape sociale. Che significa tutto ciò? Che si arriverebbe ad allargare la platea dei beneficiari dell’Anticipo pensionistico Sociale in modo tale da rendere la misura più larga di come la conosciamo oggi.
Dal momento che l’unico ritocco che può essere fatto alla misura è quello sui lavori gravosi, è lì che potrebbero mettere le mani i legislatori, prima prorogando l’Ape che scade il 31 dicembre 2021 come quota 100, e poi aumentando le attività a cui concedere l’uscita con 63 anni.
Dal momento che i lavori gravosi sono anche quelli a cui è consentito oggi uscire dal lavoro con quota 41, l’estensione dell’Ape sociale potrebbe produrre di sponda una estensione della quota 41.
La commissione sui lavori gravosi e cosa avrebbero deciso
Per determinare quali attività lavorative sono suscettibili di essere agevolate come pensione, esiste una commissione istituzionale sui lavori gravosi. E questa commissione, il cui scopo è individuare quali attività lavorative siano meritevoli di trattamenti privilegiati in termini di uscita dal lavoro, ha prodotto un documento che finirà, per il tramite del Ministero del Lavoro, sui banche del Governo.
La possibilità che una cosa del genere vada in porto, cioè che le attività di lavoro gravoso diventino più delle 15 precedentemente previste, non è campata in aria. Sono molti i sostenitori di una riforma delle pensioni basata si sulla flessibilità, ma solo per le categorie che per attività lavorative logoranti e pesanti, dovrebbero poter lasciare il lavoro prima.
Quali le nuove attività di lavoro gravoso?
La commissione prima citata avrebbe trovato ben 31 attività lavorative da considerare gravose. Oggi queste attività sono 15 e cioè:
- Maestre di asilo ed educatori scuola di infanzia;
- Infermieri delle sale operatorie e ostetriche degli asili nido;
- addetti alla concia di pelli e pellicce;
- addetti ai servizi di pulizia;
- facchini;
- conducenti di camion o mezzi pesanti in genere;
- conducenti treni e personale viaggiante ferroviario;
- guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
- operai edili o manutentori di edifici;
- operatori ecologici;
- agricoli;
- siderurgici,
- pescatori;
- marittimi;
- addetti assistenti persone non autosufficienti.
Adesso la commissione ad hoc avrebbe trovato altre attività per arrivare a 31 in totale. Tra le nuove attività individuate come gravose, gli operai forestali, il personale dei servizi sanitari e gli assistenti sociali.
La commissione lavora su incarico del Ministro del Lavoro Andrea Orlando ed è diretta dall’ex Ministro ed ex Presidente della commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano. E l’orientamento è quello di agevolare le uscite per chi svolge lavori troppo pesanti.
Magari agevolandoli pure come requisiti rispetto all’Ape sociale odierna. Per esempio si parla già di abbassare a 30 anni gli anni di contribuzione utili per andare in pensione a 63 anni per gli operai dell’edilizia. Leggi anche: Pensione anticipata: quanto bastano pochi anni di contribuzione
Fonte: www.ultimora.news
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