2 MILA 500 BRACCIANTI SICILIANI IN ATTESA DELL’INQUADRAMENTO DI DIRITTO FAI CISL-FLAI CGIL-UILA UIL CHIEDONO ALL’INPS TEMPI CERTI
Ricevo e pubblico
dalla Uila Sicilia
Una conquista sindacale rischia di impantanarsi nei soliti, famigerati, “tempi burocratici”. Più di 2 mila 500 braccianti in Sicilia, già impiegati dalle “cooperative senza terra”, attendono sempre dall’Inps l’inquadramento effettivo come lavoratori agricoli a oltre un mese dalla circolare del direttore generale dell’Istituto, Gabriella Di Michele, che ha riconosciuto questo diritto. Per questo, i segretari di Fai Cisl-Flai Cgil-Uila Uil Sicilia Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino hanno chiesto alla dirigente regionale dell’Inps Maria Sandra Petrotta “un incontro urgente per poter affrontare l'iter ed i tempi dell'inquadramento dei lavoratori agricoli ingiustamente cancellati dagli elenchi anagrafici a seguito di precedente attività ispettiva da parte dell'Istituto”. Manca, Russo e Marino definiscono “estremamente importante e prioritario che migliaia di braccianti possano riacquistare la dignità di lavoratori, essendo rimasti per anni senza tutele previdenziali o inquadrati in settori che nulla avevano a che vedere con le mansioni ed il lavoro svolto”.
La circolare Inps, ottenuta dal sindacato unitario dopo un lungo confronto con il presidente nazionale dell’ente Pasquale Tridico e grazie al sostegno della ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, stabilisce “l’iscrizione delle aziende non agricole (le cosiddette coop senza terra, ndr) alla contribuzione agricola unificata” per i braccianti. Fai-Flai-Uila avevano definito questo risultato “la riparazione di un torto perché gli operai assunti dalle cosiddette cooperative senza terra si sono visti negare tutele, indennità, prerogative proprie del mondo agricolo soltanto perché le loro aziende risultano iscritte nei registri di altri settori”. Adesso, Fai Cisl-Flai Cgil-Uila Uil Sicilia Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino hanno scritto all’Inps siciliana rivendicando “tempi certi per sanare situazioni profondamente ingiuste”.
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