di GIUSI SPICA - Dicembre 2019
Fino a 209 euro mensili in più. Ora la trattativa è nelle mani dei sindacati convocati lunedì prossimo per la firma
Il Natale è arrivato — in ritardo — anche per i 1.630 dirigenti regionali di assessorati, enti controllati e uffici di gabinetto: dopo quattro anni di stallo, l’Aran — l’agenzia per la rappresentanza negoziale della Regione siciliana — ha messo nero su bianco la nuova bozza di accordo che prevede aumenti in busta paga fino a 209 euro mensili. Aumenti retroattivi a partire dal 2016. Così, dopo aver distribuito 48 milioni di euro fra premi di rendimento, straordinari e progressionidi carriera per i regionali con profili inferiori, il governo Musumeci pensa ai vertici della piramide amministrativa, mettendo sul tappeto 8,8 milioni di euro. Scatti che — come avrebbe confidato il governatore ai suoi più stretti collaboratori — preludono a una nuova mini-rotazione dei dirigenti generali di alcuni assessorati-chiave.
Secondo rumors, a rischio potrebbe essere l’incarico di Dario Tornabene, dirigente generale della Programmazione all’assessorato all’Economia, cui compete — fra l’altro — la gestione dei fondi europei. Ma bisognerà attendere la verifica dei risultati: il 31 dicembre è la deadline per la certificazione dei fondi europei. In ballo c’è anche la direzione generale dell’assessorato alla Famiglia, attualmente ricoperta ad interim da Letizia Diliberti, che è di ruolo al Dipartimento attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico: potrebbe restare alla Famiglia e lasciare libera la casella della sanità. Il bilancio dell’attività degli assessorati sarà uno dei criteri cui il governatore si ispirerà per la mini-rotazione. Ma non l’unico.
Secondo fonti interne, infatti, la partita dei dirigenti generali è strettamente connessa a quella del rimpasto in giunta e ai nuovi equilibri all’Ars delle forze di maggioranza. Il governatore ha già fatto sapere — durante l’incontro con la stampa per lo scambio degli auguri natalizi — che una revisione della squadra di governo non avverrà prima di maggio-giugno, ovvero a metà esatta della legislatura. E prima di redistribuire gli incarichi di sottogoverno bisognerà tenere conto anche della forza di gruppi come quello di Fratelli d’Italia che già conta 5 membri all’Ars, e della possibile nascita di un gruppo della Lega.
Al di là delle manovre di palazzo che preoccupano i dirigenti generali, la buona notizia è lo sblocco della trattativa all’Aran. Ieri, durante un vertice convocato per discutere di altre questioni, l’Agenzia guidata dall’avvocato Accursio Gallo ha presentato a sorpresa ai sindacati una bozza di accordo per il rinnovo del contratto della dirigenza, al palo dal 2015. Il nuovo contratto si applicherebbe a 1.630 dirigenti che oggi percepiscono una retribuzione media di 78.420 euro (fra stipendio tabellare, parte fissa, parte variabile e indennità di risultato) e avrebbe valore retroattivo per il triennio 2016-2018. L’incremento medio pro-capite è di 21 euro al mese per il 2016, 65 euro per il 2017 e 209 euro per il 2018.
Ma c’è una differenza fra dirigenti semplici (180 euro al mese nel 2018) e i 28 dirigenti generali (221 euro mensili). In caso di via libera, i soldi degli arretrati verranno stanziati in un’unica soluzione, dopo una serie di passaggi tecnici. Inoltre ai dirigenti spetterà una indennità di vacanza contrattuale per il triennio di 1.748 euro a testa.
Ora la palla passa ai sindacati, convocati lunedì prossimo per la firma: «Questa è la proposta finale dell’Aran — dicono Angelo Lo Curto e Giuseppe Badagliacca del Siad Cisal — e su questo valuteremo l’ipotesi di contratto».
Fonte: palermo.repubblica.it
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