Il Pontefice ha parlato in Madagascar: "Non possiamo parlare di sviluppo integrale senza prestare attenzione alla nostra casa comune"
di Luca Serafini 07 Set. 2019
Papa Francesco ha parlato di ambiente in una visita in Madagascar: “La vostra bella isola è ricca di biodiversità vegetale e animale, e questa ricchezza è particolarmente minacciata dalla deforestazione eccessiva a vantaggio di pochi; il suo degrado compromette il futuro del Paese e della nostra casa comune”.
Queste le parole rivolte da Francesco alle autorità del paese. “Come sapete, le foreste rimaste sono minacciate dagli incendi, dal bracconaggio, dal taglio incontrollato di legname prezioso. La biodiversità vegetale e animale è a rischio a causa del contrabbando e delle esportazioni illegali”, ha aggiunto il Pontefice.
Papa Francesco in mattinata era arrivato al Palazzo ‘Iavoloha’, poco fuori la città di Antananarivo, residenza ufficiale del presidente del Madagascar, per la visita di cortesia e il colloquio privato col capo dello Stato, Andry Rajoelina. Rajoelina,
“Abbiamo imparato che non possiamo parlare di sviluppo integrale senza prestare attenzione alla nostra casa comune e prendercene cura – ha detto Bergoglio – Non si tratta solo di trovare gli strumenti per preservare le risorse naturali, ma di cercare ‘soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale'”.
“È vero che, per le popolazioni interessate – ha proseguito il Pontefice – molte di queste attività che danneggiano l’ambiente sono quelle che assicurano per il momento la loro sopravvivenza”. Per Francesco, “è dunque importante creare occupazioni e attività generatrici di reddito che siano rispettose dell’ambiente e aiutino le persone ad uscire dalla povertà”.
In altri termini, “non può esserci un vero approccio ecologico né una concreta azione di tutela dell’ambiente senza una giustizia sociale che garantisca il diritto alla destinazione comune dei beni della terra alle generazioni attuali, ma anche a quelle future. Su questa strada, dobbiamo impegnarci tutti, compresa la comunità internazionale”.
“Molti suoi rappresentanti sono presenti oggi – ha sottolineato -. Bisogna riconoscere che l’aiuto fornito da queste organizzazioni internazionali allo sviluppo del Paese è grande e che rende visibile l’apertura del Madagascar al mondo”. Per papa Bergoglio, comunque, “il rischio è che questa apertura diventi una presunta ‘cultura universale’ che disprezza, seppellisce e sopprime il patrimonio culturale di ogni popolo”.
Al termine dell’incontro con le autorità del Madagascar, sul prato all’esterno del Ceremony Building papa Francesco e il presidente Andry Rajoelina hanno piantato un albero in ricordo della visita, mentre all’interno il coro dei bambini intonava un canto.
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Fonte: www.tpi.it
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