02 settembre 2019

CONTRO TUTTI, PER TUTTI



di Antonino Lomonaco. Il nostro maggiore avversario, probabilmente, lo troviamo sempre in noi stessi, sia come individui, sia come categorie di individui. Le condizioni ottimali, di certo, sono quando questa “avversità” con noi stessi funziona da sprone che indirizza a un miglioramento.
Ma quando, invece, le critiche vengono mosse affinchè si rimanga immobili è il peggio che ci possa capitare.
Non scordiamoci che l’immobilità è un tentativo per rimanere invisibili ed è anche, in un equilibrio precario, il presupposto per “cadere”. 
Per questo non ha senso rimanere invisibili se si vuole migliorare e tanto più se non si vuol cadere!
Quindi diventa importante far emergere tutte quelle condizioni di mortificazione della dignità di lavoratori e di uomini.
I Capi Irf, i dirigenti, i comandanti di distaccamento, i preposti, hanno l’obbligo, per legge, di intervenire e allontanare quelle condizioni di pericolo, di rischio, ma anche di mortificazione della dignità di lavoratori e di uomini.
Questo stesso obbligo, però, lo hanno anche tutti i semplici operai, e non solo perchè lo prevede, assieme alle sanzioni, la legge, ma perchè si tratta di un obbligo elementare: di puro buon senso!
In quest’ambito, l’espressione “fatti i cazzi tuoi” è l’espressione di un pensiero superficiale, colpevolmente complice della precarietà che si subisce o di cui si fa esperienza: ancor di più quando si tratta di lavori pericolosi con alta incidenza di rischio.
Ciò riguarda, senza dubbio, sia i dispositivi di protezione individuale, sia gli ambiti di intervento lavorativo, ma riguarda anche i luoghi di stazionamento, o di sosta, quando mancano di quei requisiti minimi di agio e di dignità.
E’ importante capire che quando il diritto al lavoro viene mortificato, viene mortificata la dignità stessa degli uomini.
Per questo ritengo che quei lavoratori che, per un malinteso quieto vivere, pensano e si esprimono nel senso detto sopra, di “fatti i cazzi tuoi”, non possono intendersi più come uomini ma come semplici “Imbecilli”.







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