02 maggio 2019
PARADOSSO SICILIA: 3.000 ANNI DI STORIA, 7 SITI UNESCO MA MANCANO I CUSTODI E IL TURISMO CULTURALE FA FATICA
Dal sito www.lasicilia.it
02/05/2019
Dall'allarme dei sindacati alla risposta della Regione che nega carenza di personale e rilancia con i biglietti online e il network dei luoghi Patrimonio dell'Umanità
Si dice che la Sicilia è un Isola di contrasti e contraddizioni, ma i paradossi siciliani non finiscono mai di stupire: nonostante tremila anni di storia, nonostante sia la culla della civiltà mediterranea, nonostante i sette siti Unesco e i 77 siti tra museali e archeologici, non riesce a far decollare il suo turismo culturale. E a sentire il Sadirs, il sindacato dei dipendenti regionali, quest'estate tanti musei rischiano di restare chiusi per mancanza di personale. Ma chi è che dice che la Sicilia potrebbe campare solo di turismo? Senza programmazione, senza promozione, senza strategia, questo resterà solo un sogno.
Vero è che il turismo culturale in Sicilia è cresciuto di oltre il 10% nel 2018 grazie anche e soprattutto al Palermo Capitale della Cultura, ma è anche vero che i numeri dei siti dell'Isola non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli di importanti mete turistiche come gli scavi di Pompei in Campania che da soli staccano oltre la metà dei biglietti staccati in tutti i 77 siti culturali siciliani.
I sindacati intanto sono preoccupati per la gestione dei musei durante la prossima estate in Sicilia e paventano «Sovrintendenze deserte, musei chiusi, biblioteche che vanno avanti con affanno». A lanciare l'allarme è stato il Sadirs, secondo cui «il personale oramai è allo stremo e non riesce più a garantire la copertura di tutti i turni, sia per mancanza di strumenti atti a colmare le carenze di personale, come sistemi di allarme e antintrusione, ma anche perché manca vestiario consono a svolgere tali compiti» e soprattutto per «l'oramai cronico ritardo, giunto a 18 mesi, dei pagamenti e dei compensi dovuti per lo svolgimento dei servizi». Il Sadirs ha rivolto un appello al presidente Nello Musumeci per chiedere di intervenire a tutela dei lavoratori.
Cobas-Codir e del Cu.Pa.S/Codir in una nota sottolinenano invece che «I lavoratori dei siti culturali della Regione siciliana hanno garantito lo scorso anno più di 5 milioni di accessi certificati ai siti archeologici e museali per un incasso di quasi trenta milioni di euro, ma il personale non ha avuto liquidati ancora i soldi per le aperture festive, le turnazione, la tutela e la vigilanza di tutti i siti». «I lavoratori sono stanchi di subire mortificazioni - affermano i sindacalisti - pertanto invitiamo l’assessore Bernadette Grasso a vigilare che vi sia il pagamento degli arretrati in tempi certi».
La replica dell'assessore
«Numeri alla mano, mi sembra alquanto difficile immaginare la catastrofica situazione che il sindacato Sadirs rappresenta, parlando di Sovrintendenze deserte e di musei chiusi», ribatte ai sindacati Bernardette Grasso, assessore regionale alla Funzione pubblica e alle Autonomie locali, secondo la quale il Dipartimento dei beni culturali, con 2481 addetti, di cui 613 operatori e 293 collaboratori (dato ad ottobre 2018), risulta infatti il più dotato dei Dipartimenti regionali. Oggi, per effetto dei pensionamenti, il numero dei dipendenti si è ridotto a 2400, di cui 593 operatori e 291 collaboratori».
«Va inoltre ricordato - aggiunge - che alcuni siti sono gestiti da società esterne. È certamente in corso una fase di svecchiamento di tutta l’amministrazione regionale, cha sta facendo registrare una riduzione consistente dei dipendenti. Il Governo Musumeci sta affiancando a ciò un processo di analisi dei fabbisogni di personale ed è al lavoro per sbloccare assunzioni e concorsi».
«Quanto ai lamentati mancati pagamenti delle indennità accessorie spettanti al personale in servizio presso 36 siti culturali, - prosegue - tengo a precisare che il Dipartimento della Funzione pubblica ha assunto questo incarico alla fine del 2018, a seguito di un accordo con il Dipartimento dei Beni culturali. Abbiamo già provveduto a recuperare il pregresso, erogando i pagamenti relativi a tutto il 2017 e, relativamente alle quote di dati a noi pervenute, anche per il 2018».
«Tengo inoltre a scongiurare inutili allarmismi - continua Grasso - e a smentire fuorvianti notizie apparse nei giorni scorsi circa la mancata vendita online dei biglietti d’ingresso ai siti culturali. Nei più visitati siti della Regione Siciliana, infatti, il sistema di ticket online è già attivo da tempo e fa registrare risultati rilevanti».
«Come ha reso noto la Società Aditus, concessionaria della Regione Siciliana per i siti di Taormina e Siracusa, - conclude - dall’1 gennaio 2019 ad oggi sono stati venduti online 22.369 biglietti, di cui 21.363 in Italia e 1.006 all’estero».
I siti Unesco
Intanto è stato annunciato oggi che nascerà una rete per la gestione e la promozione dei siti Unesco siciliani. Il progetto di una «governance» metterà insieme tutti i soggetti pubblici, istituzionali e privati secondo un modello che sarà discusso, nelle linee strategiche, durante un workshop di due giorni, il 3 e 4 maggio, a Cefalù (Palermo).
Sono sette in Sicilia i siti Unesco. Due, il parco dell’Etna e le Eolie, sono naturalistici. Gli altri cinque sono culturali: l'itinerario arabo-normanno che comprende la cattedrale di Palermo e i duomi di Cefalù e Monreale; Ortigia e Siracusa; la valle dei templi di Agrigento; la valle del barocco; la villa del Casale di Piazza Armerina.
Solo l’itinerario arabo-normanno sta sperimentando un organismo di gestione che tiene presenti le indicazioni dell’Unesco ma anche quelle dell’Unione europea per l’utilizzo di fondi comunitari. Oltre a un comitato tecnico-scientifico, l'itinerario ha costituito un comitato di pilotaggio presieduto dal sindaco della città metropolitana di Palermo, Leoluca Orlando.
Le linee del nuovo network dei siti, i modelli di fruizione e di sviluppo saranno al centro di un confronto al quale parteciperanno i rappresentanti dell’Unesco in Sicilia, Gianni Puglisi e Aurelio Angelini; il presidente della Regione, Nello Musumeci; dirigenti dei Beni culturali della Regione; operatori culturali e rappresentanti del Cunes, il coordinamento dei comuni Unesco in Sicilia.
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Fonte: www.lasicilia.it
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