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“Il governo Musumeci si mostra in perfetta continuità con quello di Crocetta anche sui proclami in tema di fondi europei. L’ennesimo bluff? L’aver spacciato come obbiettivo raggiunto una spesa certificata di 713 milioni di euro senza essere passati dai target intermedi e inserendo grandi opere già esistenti. Un trucco da vecchia politica, morale non un centesimo per lo sviluppo dell’Isola”.
A dichiararlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Luigi Sunseri, componente della Commissione Bilancio a proposito dell’annunciata raggiunta certificazione da parte del presidente Musumeci dei fondi comunitari (Fesr) spesi nel 2018.
Da Bruxelles interviene anche l’eurodeputato M5S Ignazio Corrao: “Forse più che Nello Musumeci – spiega Corrao – il presidente della Sicilia dovrebbe chiamarsi ConfusioNello Musumeci. Festeggiare per aver certificato roba vecchia e avere aggirato i target intermedi è frutto o di incompetenza o di dolo”.
“Da premettere – spiegano Sunseri e Corrao – che il target N+3 complessivo è pari a € 719.586.369,00 non € 713.762.055,10. Inoltre il presidente ribadisce che fino ad un anno fa sembrava un sogno impossibile ed era fortissimo il rischio di perdere risorse e doverne restituire altre. Vorremmo ricordare a Musumeci che questa situazione era così anche soli due mesi fa. Infatti a ottobre la Regione Siciliana registrava una spesa certificata pari a circa 6 milioni di euro, tanto quanto un anno fa. E forse più. In pratica in meno di due mesi i superdirigenti hanno certificato spesa per circa 707 milioni di Euro, recuperando tre anni di lavoro. Un vero e proprio miracolo, verrebbe da dire. Questo fatto dimostra come la gestione della spesa, sia solo un bluff e non produca nulla di nuovo e opportunità di crescita per l’economia siciliana. Non è comprensibile come in Sicilia questi uffici regionali, al di là del colore politico e del governo, riescano a certificare spesa solo negli ultimi giorni disponibili e/o in concomitanza di scadenze relative a disimpegni, sospensioni, perdite di risorse, per di più con una forte dotazione di risorse umane previste dall’attuale Assistenza Tecnica, operativa da più di un anno. Stesso bluff riguarda l’annuncio dei 713 milioni di euro di fondi comunitari Fesr. Il governatore affida la notizia al suo profilo Facebook, celebrando il momento come quello in cui ‘la Sicilia dimostra di essere tornata all’altezza delle grandi regioni italiane’. Non si conoscono al momento i dati nel dettaglio di tutti i dipartimenti, anche se la fetta più consistente, più della metà del totale, è rappresentata dal settore infrastrutture dove sono stati certificati circa 460 milioni di euro. Le due opere più importanti – che incidono da sole per 435 milioni – sono la tratta B del passante ferroviario di Palermo e il secondo tratto della Caltanissetta-Agrigento, da Canicattì al capoluogo nisseno, nonostante i lavori siano al momento fermi a causa dei problemi finanziari della ditta incaricata, la Cmc di Ravenna, in concordato preventivo. A questi si aggiungono alcuni progetti di edilizia popolare. La stagione di certificare roba vecchia, come faceva Crocetta – concludono Sunseri e Corrao – evidentemente non è mai tramontata”.
Non tarda la replica che arriva da Diventerà Bellissima, il movimento del Presidente della Regione “Corrao e Sunseri facciano una telefonatina al ministro Barbara Lezzi, che sulla certificazione delle risorse Ue ha detto l’esatto contrario di quanto riferito nella loro nota congiunta. Di gente che inneggia al tanto peggio i siciliani ne faranno presto volentieri a meno” dice Giuseppe Zitelli, componente della Commissione Attività Produttive dell’Ars.
“Se fossero onesti intellettualmente, ma evidentemente si tratta di un ossimoro- prosegue l’esponente di DiventeràBellissima- i grillini dovrebbero riconoscere che senza la spesa aggiuntiva fatta negli ultimi 12 mesi l’obiettivo certificazione non si sarebbe mai raggiunto. E non sono ancora stati computati tutti i decreti di finanziamento per le aziende registrati a dicembre dalla Corte dei Conti. Ma perché, per una volta, non provano a essere contenti di un risultato raggiunto dalla Sicilia? Proprio non ci riescono, è più forte di loro”.
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