Dal sito www.ilgazzettinodisicilia.it
23 luglio 2018 - Angelo Scuderi
In Sicilia c’è una forza malavitosa che è più forte della mafia. È triste ammetterlo, ma siamo riusciti a generare un altro fenomeno delinquenziale che ad oggi non conosce antidoti. Si tratta di clan che agiscono ad ogni latitudine dell’isola, i clan dei piromani. Per quanto, in realtà, il termine sia assolutamente improprio, perché la piromania include in sé una patologia sconosciuta a questi delinquenti che bruciano boschi e montagne per puro lucro e mera convenienza, senza alcuna mania ossessiva per il fuoco.Sono delinquenti, non malati e con i piromani non hanno analogia alcuna. Delinquenti che agiscono in associazione e per interessi precisi. Se la mafia qualche pentito tra le sue fila lo ha avuto, a nostra memoria non c’è mai stato un reo confesso che ha smascherato i veri interessi di chi, per proprio vantaggio, non esita a ordinare la distruzione sistematica del patrimonio boschivo siciliano, creando un danno incalcolabile all’ambiente.
Molti sostengono che si tratta di una guerra persa, come quella contro gli hacker la cui esistenza è utile a chi vende sistemi di protezione. L’equazione sarebbe: io distruggo affinché tu (Regione Siciliana) sia costretta ad incrementare la vigilanza. Un teorema tutto da dimostrare, anche se il ragionamento fila. E poi c’è chi brucia per ragioni di pascolo, fenomeno antico e di identica rilevanza. Tempi e tecnica sono sempre uguali: si attende il clima ideale, il vento giusto, la vigilia di un giorno festivo affinché il fuoco si propaghi in fretta e più ostica sia ogni operazione di contrasto. Ieri è toccata ancora una volta alla zona compresa tra Casteldaccia e Altavilla Milicia, dove il fuoco per più di un’intera giornata ha portato devastazione e paura. Residenti e turisti in fuga, proprio come due anni fa quando gli alberghi della costa furono costretti a procedere all’evacuazione.
Dicono sia difficile prendere questi farabutti perché agiscono in piccoli gruppi e, al contrario della mafia vera, non sono strutturati. Non è mafia, ma per estremo paradosso è un fenomeno più difficile da contrastare.
Un comportamento da mafietta, da chi usa violenza ai danni della collettività per interessi individuali. E non fatevi fregare dal diminutivo, perché la mafietta è dentro la testa e come tale è un atteggiamento complicato da estirpare. È una mafia di serie B verso la quale, tuttavia, bisognerebbe concentrare una maggiore attenzione e che dal punto di vista repressivo meriterebbe un trattamento da serie A. Magari cominciando a stringere il cerchio attorno a quegli ambienti che potrebbero ricavare utilità dal ripetersi degli incendi. E al primo che si riesce a catturare si spalanchino le porte della galera, nel regime più restrittivo, concedendogli il rango di mafioso. E poi si butti via la chiave.
Fonte: www.ilgazzettinodisicilia.it
Di seguito il video dell’incendio divampato ieri nella zona tra Casteldaccia e Altavilla Milicia
Il dott. Scuderi non è un bravo giornalista perché si comporta da reticente e sobillatore. Il bravo giornalista rischia di suo e tanto facendo i nomi e i cognomi o chi corporativamente ha interesse ad incendiare. Ricordo al dottore Scuderi che nei giorni scorsi un 70nne è stato arrestato perché l'anno scorso dando fuoco a delle sterpaglie nel suo terreno ha causato un incendio che ha mandato letteralmente in fumo 500 ettari di bosco demaniale. Disinti saluti. Federico De Luca
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