27 luglio 2018

ANCHE IN SICILIA. DALLE SONDE SPAZIALI ALLA TUTELA DEI BOSCHI: ECCO IL SENSORE IN GRADO DI PREVENIRE GLI INCENDI. UNA COSA È CERTA: NESSUN FORESTALE VERREBBE LICENZIATO

Un incendio su Monte Pellegrino

Dal sito www.palermotoday.it

Daniele Ditta 26 luglio 
Un'azienda palermitana, la Ciodue di Carini, pronta diffondere anche in Sicilia la tecnologia brevettata in Germania. FireWatch, così si chiama, rileva il fumo prima che si propaghi il rogo. Equizzi: "Il sistema non sostituisce il lavoro dell'uomo, ma lo rende più efficace"

Un sensore che intercetta il fumo prim'ancora che si sviluppi l'incendio. La tecnologia, usata nelle sonde spaziali che studiano le comete, è stata riconvertita in un sistema in grado di prevenire i roghi. Si chiama FireWatch ed è stata brevettata da una società tedesca - la Iq Wireless di Berlino - che quindici anni fa l'ha sviluppata per proteggere dagli incendi l'enorme foresta che cinge la città.

Adesso un'azienda palermitana, la Ciodue di Carini, ne è diventata esclusivista a livello nazionale e vorrebbe diffondere questa tecnologia partendo proprio dalla Sicilia, dove ogni anno un numero record di incendi devasta il patrimonio boschivo. Un problema sociale che rappresenta una delle tante emergenze irrisolte nella nostra regione. 

Già adottato in 13 diverse nazioni come ad esempio Spagna, Portogallo e recentemente Canada, FireWatch riesce a rilevare il fumo nel giro di 4 minuti - anche laddove non è visibile all'occhio umano - in un raggio di 700 chilometri quadrati, con una gittata minima di 15 chilometri (fino a 60 in condizioni climatiche ottimali). "Il rilevamento dell'insorgere, così viene definito tecnicamente, consente un intervento tempestivo sul luogo e la possibilità di spegnere l'incendio prima che si propaghi. Questo perché, oltre a rilevare il fumo, il sistema individua anche la posizione Gps" spiega a PalermoToday, Mariano Equizzi, responsabile sviluppo e relazioni internazionali della Ciodue.

Più nel dettaglio, l'impianto antincendio viene montato su normali torri di avvistamento: i segnali pronvenienti dai sensori, che scandagliano il territorio, vengono inviati ad una sala di controllo. "Noi ci occupiamo della progettazione e dell'installazione della tecnologia, ma anche della formazione continua degli operai forestali. Sì, perché questo è un sistema che non sostituisce il lavoro dell'uomo ma lo valorizza e lo rende più efficace. Una cosa è certa: nessun forestale verrebbe licenziato". 



Non a caso, i primi che hanno dato riscontro positivo a questa innovazione sul fronte della prevenzione antincendio sono stati proprio i sindacati. "L'azienda ci ha prospettato un progetto di alta tecnologia, che se applicato nella nostra realtà darebbe grande sviluppo occupazionale per i metalmeccanici e allo stesso tempo sarebbe di enorme aiuto alla tutela del patrimonio boschivo" dice Francesco Foti, della segreteria Fiom Cgil Palermo, che ieri ha illustrato il progetto nel corso di un incontro con il Comune che si è tenuto a villa Niscemi. "I dipendenti della Ciodue, una dozzina circa, hanno subito in pieno la crisi e da anni sono costretti agli ammortizzatori sociali per mancanza di commesse. Adesso - aggiunge - c'è una prospettiva di rilancio, che avrebbe ricadute positive anche sui lavoratori interessati alla prevenzione e alla gestione degli incendi".

La diffusione di FireWatch passa però dagli enti pubblici responsabili della salvaguardia del territorio. E' a loro che si rivolge l'azienda di Carini, specificando che "è possibile utilizzare le risorse a fondo perduto del Psr per finanziare gli investimenti. Germania, Spagna e Portogallo - afferma Equizzi - hanno fatto così". Ma qual è il costo per radicare sul territorio FireWatch? "Potendo contare su una torre di vedetta agibile - risponde il responsabile sviluppo e relazioni internazionali della Ciodue - servirebbero tra i 150mila e i 200mila euro a unità. Se pensiamo che un elicottero costa 5 mila euro all'ora e un canadair costa 15mila euro all'ora, basta poco per capire che la sostenibilità economica c'è". 

Tra l'altro, le pubbliche amministrazioni potrebbero attingere fondi dal Psr, in particolare dalla misura 8.3, che finanzia proprio le tecnologie per la prevenzione degli incendi. "In Sicilia ogni anno è disponibile un plafond di 60 milioni di euro - conclude Equizzi - ma se ne spendono solo 2. Con un'estensione forestale di 700mila ettari in tutta l'Isola basterebbero 7 torrette per 'coprire' le zone boschive di pregio". 

Fonte: www.palermotoday.it





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