01/02/2018 -di Mario Barresi
Il sito YouTrend calcola la cosiddetta "supermedia" e ridisegna mappa dell'isola con i 19 collegi della Camera suddivisi per colore: grillini, in giallo, sconfitti 11-8
Catania - Potente - come al solito - è la faida nel Pd siciliano. Dopo il blitz sulle liste, la minoranza contesta le scelte che i renziani difendono a spada tratta. Ma potrebbe essere una vittoria di Pirro, dopo una guerra sanguinosa quanto inutile. Perché, a campagna elettorale già iniziata, nessuno dei dirigenti dem - legittimamente, perché la speranza è sempre l’ultima a morire - sembra concentrarsi sul punto-chiave. Date ormai per acquisite le contestate designazioni dei (pochi) posti blindati al proporzionale, 8-9 fra Camera e Senato, qual è lo scenario siciliano dei 28 collegi uninominali? In questo contesto i sondaggi, effettuati comunque tutti prima della designazione dei candidati, danno il centrosinistra perdente ovunque: “zeru seggi”, per dirla con il buon vecchio José Mourinho. Certo, adesso bisognerà verificare l’impatto concreto dei (pochissimi) acchiappavoti dei dem nelle sfide del maggioritario. Ma, viste le tendenze iniziali di un voto molto più “politico” che basato sui nomi in campo, quella dei candidati pd è in molti casi una mission impossible.
Il sito YouTrend, ad esempio, calcola la cosiddetta “supemedia”: un indice basato sui sondaggi dei principali istituti demoscopici sulle Politiche del 4 marzo. E ridisegna la mappa dell’Isola con i 19 collegi della Camera suddivisi colore, in base al partito che è avanti. I dati aggiornati al 19 gennaio danno un 11-8 per i blu (centrodestra) sui gialli (M5S); nella cartina non c’è alcun rosso (Pd). Scendendo nel dettaglio, i grillini sono ritenuti in vantaggio netto (più di 10 punti) a Siracusa, patria del deputato regionale Stefano Zito, scherzosamente definito dai suoi «il Genovese aretuseo». Il giallo vittorioso diventa meno vivido, ma sempre chiaro (oltre il 5%), a Trapani-Marsala (enclave dell’eurodeputato Ignazio Corrao), Palermo-San Lorenzo e Ragusa (il capoluogo è amministrato dai 5stelle). Il vantaggio è leggero negli altri due collegi palermitani (Libertà e Settecannoli), ma anche a Sciacca-Mazara e a Misterbianco.
La mappa, come detto, prescinde dai nomi. Ma è chiaro che il trend di partenza influenzerà le strategie della campagna elettorale. Molto temuti dai competitor di centrodestra, ad esempio, sono alcuni candidati del centrosinistra. Su tutti Luca Sammartino (Pd): a Misterbianco sfida Giovanni Pistorio (Udc), che, raccontano da Forza Italia, ha provato a sfuggirgli fino all’ultimo chiedendo il seggio di Catania dove c’è l’orlandiano Giuseppe Berretta. Ma a opporsi è stata Giorgia Meloni in persona: nel collegio del capoluogo è rimasto il suo pupillo Manlio Messina. Analogo discorso per Acireale: il renziano di Sicilia Futura, Nicola D’Agostino, chiamato da Matteo in persona «a un sacrificio per la causa del Pd», prova a insidiare l’uscente Basilio Catanoso (Fi).
Lo scenario è in continua evoluzione. È già mutato da fine novembre, quando Affaritaliani.it in Sicilia stimava un 15-2 (con 2 collegi incerti) per il centrodestra alla Camera e un 7-1 (uno incerto) al Senato, sempre per il centrodestra sui grillini. E cambierà ancora. Forza Italia non vuole sprecare il vantaggio: investimento forte su collegi in bilico. «Abbiamo fatto un risultato importante alle Regionali, dove partivamo da un 11% scarso e abbiamo raggiunto quasi il 17%, in alcune province perfino il 20%», analizza il vice commissario forzista Francesco Scoma. Che pregusta: «Il dato delle politiche potrebbe essere superiore di 7-8 punti. Dai sondaggi di questi giorni il centrodestra unito dovrebbe essere intorno al 40%, mentre Forza Italia viaggia anche sul 25%». Con stime confortanti anche sul proporzionale: 4-5 seggi nei plurinominali a Palermo, addirittura 6 in quelli catanesi.
Twitter: @MarioBarresi
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