03 novembre 2017

INCENDI, IL NORD SPERIMENTA LA MAFIA

di Carlo Alberto Tregua

Devastati Piemonte e Val D’Aosta

La Sicilia in questi decenni è stata martoriata dagli incendi dolosi che hanno distrutto decine di migliaia di ettari. In qualche caso gli incendi sono stati reiterati per completare la distruzione precedente.
Tutta l’Italia guardava l’Isola come la concentrazione del malaffare e lanciava anatemi contro il corpo forestale regionale e i 23.000 forestali incapaci di prevenire i delinquenti che appiccavano il fuoco e d’intervenire con immediatezza.
Avevano ragione, perché in nessuna regione d’Italia vi è un corpo forestale di oltre 1.200 elementi, in Lombardia ve ne sono 350 e non esistono gli operai forestali (in Sicilia ve ne sono - ripetiamo - ben 23.000, quasi uno per chilometro quadrato).
I mezzi di stampa e le radiotelevisioni pubbliche e private segnalarono la nefanda opera attribuita alla criminalità organizzata radicata in Sicilia, come l’emblema di un sistema sociale e pubblico negativo e quasi irrisolvibile.

Non abbiamo sentito simili accuse né lamentele per tutti gli incendi, si presume di natura dolosa, scoppiati in Valle d’Aosta e soprattutto in Piemonte, per una estensione senza precedenti.
Anche là il fuoco non si appicca da solo, ma è la mano dell’uomo che lo accende. Data la grande quantità di focolai non vi è dubbio che tutto ciò che è accaduto in Sicilia e segnalato con titoloni si può tranquillamente ribaltare su quelle regioni del Nord.
E ciò non per seguire il detto aver compagno al duolo è gran consolo, ma perché tutto il mondo è Paese: quello che è accaduto in Sicilia ora accade in Val d’Aosta e Piemonte ma non ha lo stesso rimbalzo mediatico.
Se la mafia accendeva i roghi in Sicilia, per la proprietà transitiva, è la mafia che accende i roghi in quelle regioni del Nord Ovest.
E vi è anche una spiegazione logica: i parassiti si attaccano a un corpo del quale si nutrono. Se il corpo non ha energie, i parassiti muoiono oppure cambiano corpo.
Tradotto significa che la mafia va dove c’è la ricchezza, non dove c’è la povertà. Non c’è dubbio che in Piemonte vi è ricchezza e in Sicilia povertà come dimostrano reddito pro capite e Pil pro capite, doppi là piuttosto che qua.

Per altro, la mafia si è trasferita e radicata in Lombardia e in Veneto, altre due regioni ricche ove i parassiti vivono meglio. Non è un caso che il ministero dell’Interno in questi ultimi anni ha sciolto per mafia molti Comuni di Lombardia e Veneto.
Certo la criminalità organizzata non è radicata nel territorio e nella popolazione come in Sicilia. è comunque un corpo estraneo che però subdolamente s’inserisce nel tessuto sociale, anche perché non usa i vecchi arnesi dell’omicidio, ma quelli moderni di persone in guanti bianchi che sotto un’immagine civile rappresentano le organizzazioni criminali.
La mafia s’introduce sempre di più nel mondo del business e siccome il business è nel Nord Italia, colà si sta sviluppando.
Non sappiamo se le Forze dell’ordine che la contrastano abbiano la stessa esperienza di quella parte che ne fa il contrasto nelle regioni meridionali, ma certo via via l’esperienza aumenterà e si svilupperà con le nuove tecniche investigative.

Con il gran numero d’incendi sviluppatisi, il Nord sta sperimentando sulla propria pelle che vuol dire avere a che fare con la criminalità organizzata. Finalmente si ribalta quel vecchio detto: chi è sazio non crede a chi è a digiuno.
I cittadini del Nord devono capire che i problemi del Sud sono di tutti, oppure prima o dopo diventeranno anche i loro.
O il Paese si salva tutto o perisce tutto, perché inevitabilmente quando qualcuno nuota e qualche altro non sa nuotare, ma gli si aggrappa, finirà per trascinarlo al fondo.
È perciò necessario che nella prossima diciottesima legislatura vi sia una maggioranza che si impegni a riequilibrare la situazione socio-economica del Paese, soprattutto incidendo sul territorio meridionale con cospicui investimenti in infrastrutture (ferro, strade, importi, autostrade, logistica) e risanamento idrogeologico, nonché con una forte azione di interventi antisismici.
I cittadini sono avvisati. Dovranno saper scegliere.
03 novembre 2017 - © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte: www.qds.it





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