di Patrizia Penna
Regionali del 5 novembre: i cittadini siciliani dovranno scegliere fra
candidati onesti e capaci. Al nuovo Presidente la fallimentare “eredità”
lasciata dall’inutile Crocetta. I candidati Musumeci, Fava, Micari e
Cancelleri presentano la loro “ricetta” per il rilancio della Sicilia
I 10 Punti:
I 10 Punti:
1 - Dipendenti Regionali e burocrazia
2 - Precari e Forestali
3 - Digitalizzazione
4 - Revisione dello Statuto siciliano
5 - Razionalizzazione Patrimonio immobiliare
6 - Riforme procedure e leggi
7 - Spese per investimenti
8 - Tagli alla spesa corrente
9 - Energia
10 - Turismo
GIANCARLO CANCELLERI è stato invitato al forum del Quotidiano di Sicilia ma non ha partecipato, dunque l’intervista è stata realizzata telefonicamente
Burocrazia – “La macchina burocratica regionale deve essere ristrutturata. Dobbiamo allinearci con le altre Regioni consapevoli del fatto che disponiamo di grandi professionalità. Non taglieremo la testa a nessuno ma chi si è rivelato all’altezza del ruolo che doveva ricoprire si dovrà fare da parte”.
Precari e forestali – “Sui precari occorre un accordo con lo Stato centrale per arrivare alla loro stabilizzazione. Altra questione è poi la razionalizzazione degli operai della forestale. La prevenzione è necessaria ma è lo anche destinare questo comparto ad altre mansioni. Penso ai Comuni, ad esempio, che ogni anno spendono migliaia di euro per decoro urbano e verde”.
Digitalizzazione – “È necessario avviare
politiche volte al completamento, alla riorganizzazione e
all’integrazione del sistema informativo regionale per una pubblica
amministrazione aperta ai cittadini anche in termini di partecipazione
al percorso decisionale”.
Statuto – “Se applicassimo per intero il nostro
Statuto, la Sicilia godrebbe di tutta la sua ricchezza. è necessaria una
ricognizione preventiva dell’esperienza dell’Autonomia per verificare
in quali termini si è esplicata e quali obiettivi ha raggiunto”.
Immobili – “Occorre migliorare l'interfaccia
telematica per il disbrigo delle pratiche di rilascio dei titoli
abilitativi edilizi e programmare interventi di riuso per l’avvio degli
eventuali progetti di partenariato sociale sui singoli beni. Questo
sistema permetterà, da un lato, un censimento del patrimonio immobiliare
della regione e, dall'altro, un controllo in tempo reale dell'utilizzo
del suolo edificabile”.
Leggi – “Sul fronte legge elettorale, non c’è
dubbio che occorra garantire la stabilità del Governo, anche regionale:
in Sicilia, e soprattutto con Crocetta, non ci sono stati i numeri per
governare”.
Investimenti – “Serve un piano di investimenti
nelle imprese private. Abbiamo sempre sostenuto che Irfis, Crias ed
Ircac devono essere fuse in un unico soggetto, una banca pubblica
regionale di investimenti. La dobbiamo armare con 100 milioni di euro
ogni anno e dobbiamo darle mandato di finanziare le imprese; in cambio
queste devono impegnarsi ad assumere personale a tempo indeterminato”.
Spesa cattiva – “Il biglietto da visita con il
quale ci presentiamo ai siciliani è il taglio ai costi della politica -
dai vitalizi agli ex deputati immorali agli stipendi dei deputati – per
recuperare denaro da impiegare in cose che servono ai cittadini: questa
sarà il prima cosa che faremo”.
Energia – “Vogliamo pianificare una serie di
interventi, come la promozione dell’efficientamento energetico in tutti i
settori, avendo come unico scopo il raggiungimento del 100% della
produzione energetica da energie rinnovabili entro il 2050”.
Turismo – “Abbiamo l’idea di istituire un fondo
per finanziare una scontistica mirata: ad esempio, nel 2018 potremmo
applicare lo sconto del 30% ai turisti russi che vengano da aprile a
giugno o da fine di settembre a ottobre, dilatando la stagione balneare.
Sceglieremo ogni anno una nazionalità facendo preliminarmente degli
studi sui flussi turistici”.(pg)
CLAUDIO FAVA
Burocrazia – Occorre mettere in moto l’economia in maniera strategica, con obiettivi ben precisi e senso di responsabilità. È necessario stabilire priorità assumendo in capo alla Regione un piano politico, intervenendo nelle fasce di sofferenza. Bisogna costruire una capacità di ingresso nel campo del lavoro attraverso la stesura di piani di investimento”
Precari e forestali – “Il precariato è un grande serbatoio di voti e capisco che diventi un investimento che libera risorse. Se cerchiamo di stabilizzare il più possibile e utilizzare queste risorse in modo strategico, potremmo capire come orientare tali le competenze”.
Burocrazia – Occorre mettere in moto l’economia in maniera strategica, con obiettivi ben precisi e senso di responsabilità. È necessario stabilire priorità assumendo in capo alla Regione un piano politico, intervenendo nelle fasce di sofferenza. Bisogna costruire una capacità di ingresso nel campo del lavoro attraverso la stesura di piani di investimento”
Precari e forestali – “Il precariato è un grande serbatoio di voti e capisco che diventi un investimento che libera risorse. Se cerchiamo di stabilizzare il più possibile e utilizzare queste risorse in modo strategico, potremmo capire come orientare tali le competenze”.
Digitalizzazione – “Bisogna ripartire usando le
competenze che si hanno per immaginare un Piano industriale che tenga
conto di come sono cambiati gli assetti della Sicilia. Se è necessario
occorre dotarsi di competenze che servano a disegnare un Piano
industriale”.
Statuto – “Il problema non è lo Statuto, che
andrebbe superato, semmai la sua lettura provinciale, elementare e
clientelare, che si ripercuote sul rapporto che abbiamo avuto con il
resto dell’Europa”.
Immobili – “Occorre ragionare sul tema gestione
delle risorse, per trasformarle come volano di uno sviluppo strategico.
Se si restituisce alla Regione la capacità strategica di indirizzo,
verso obiettivi, senso di responsabilità politica e non pura gestione
dell’esistente, si può parlare di strategie e modo di utilizzare queste
risorse”.
Leggi – “La legge elettorale va cambiata. Dovremmo trovare delle forme di tipo uninominale che garantiscano una certa linea. Non si può diventare presidente con il 15% dei voti, poiché rappresenta una mancanza di legittimazione.
Leggi – “La legge elettorale va cambiata. Dovremmo trovare delle forme di tipo uninominale che garantiscano una certa linea. Non si può diventare presidente con il 15% dei voti, poiché rappresenta una mancanza di legittimazione.
Investimenti –“Sono 200 le Regioni in Europa e la
Sicilia, nell’arco di 25 anni, ha avuto una grande quantità di risorse.
Nonostante ciò, siamo tra le più marginali regioni in termini di spesa,
di impegno. Occorre la selezione del ceto dirigente, capace di gestire
le risorse con profili strategici”.
Spesa cattiva – “La spesa oggi è solo quella
corrente e paga le stratificazioni e le incrostazioni di anni. Avere 32
mila forestali, tanti quanti ce ne sono in tutta Italia rende bene
l’idea del perché la spesa corrente sia così significativa. Circa gli
ottanta euro che si dovevano dare, è bene che ci sia un’integrazione
contrattuale a norma di legge, purché venga fatta il primo giorno di
legislatura e non l’ultimo.
Energia – “Per quanto riguarda gli impianti
energetici, dovremmo rivolgerci a tecnologie di nuova generazione.
Abbiamo bisogno di creare un nuovo sistema e sarebbe giusto avere una
rete elettrica adeguata: abbiano metà dei campi eolici fermi perché non
sono in condizioni di immettere energia in una rete obsoleta, che
paghiamo ugualmente”.
Turismo – “La Corte dei Conti, un organismo assai
tecnico, per il comparto dei Beni culturali afferma che siamo all’anno
zero nella gestione del patrimonio artistico e architettonico, dal punto
di vista della resa economica. Abbiamo 14 teatri greci, un patrimonio
unico al mondo, ma non esiste un brand, una rete che li collochi
nell’impianto turistico”.
FABRIZIO MICARI
Burocrazia – “La logica, in tutto, deve essere quella del merito e della professionalità. La Pubblica amministrazione in particolare ha un importante ruolo educativo e dimostrativo e questo è un passaggio ineludibile. Un comportamento, se è sbagliato, è ancora più sbagliato e imperdonabile se a macchiarsene è un funzionario pubblico, o peggio un politico o rappresentante istituzionale”.
Precari e forestali – “Contiamo oltre 23 mila unità nella Forestale, una grande risorsa che va usata, ma bene. Non solo nell’emergenza, ma anche nella prevenzione. È tutto un gioco di costi e potenziali benefici, una questione organizzativa. Quello dei precari non è un problema di risorse economiche, ma di normativa. È inammissibile che Comuni e altre strutture pubbliche vivano soltanto di precariato”.
Burocrazia – “La logica, in tutto, deve essere quella del merito e della professionalità. La Pubblica amministrazione in particolare ha un importante ruolo educativo e dimostrativo e questo è un passaggio ineludibile. Un comportamento, se è sbagliato, è ancora più sbagliato e imperdonabile se a macchiarsene è un funzionario pubblico, o peggio un politico o rappresentante istituzionale”.
Precari e forestali – “Contiamo oltre 23 mila unità nella Forestale, una grande risorsa che va usata, ma bene. Non solo nell’emergenza, ma anche nella prevenzione. È tutto un gioco di costi e potenziali benefici, una questione organizzativa. Quello dei precari non è un problema di risorse economiche, ma di normativa. È inammissibile che Comuni e altre strutture pubbliche vivano soltanto di precariato”.
Digitalizzazione – “La politica deve essere amica e
non va equiparata a un blocco impenetrabile che ostacola tutto. Essa
deve dare soprattutto risposte, gestione, modi per far funzionare bene
le cose. Tutto ciò è possibile soltanto se è composta da gente
professionalmente preparata”.
Statuto – “L’Autonomia siciliana può servire se
utilizzata bene. Avere la possibilità di adattare le normative in
funzione delle esigenze della Regione è una buona opportunità. Se invece
viene utilizzata per rendere più complesse le cose allora è un
problema. C’è comunque da dire che questa legge di cui stiamo parlando
ha già settant’anni e andrebbe quindi ammodernata.”.
Immobili – “Occorre visione e competenza. Il mio è un approccio alle cose progettuale e poi di gestione”.
Leggi – “La legge elettorale ha il pregio di
essere semplice, ma è un grave difetto il fatto che essa permetta a una
persona di diventare Presidente della Regione con appena il 20% di voti.
Apprezzo di più il modello di elezione dei sindaci, buona la soglia del
40%.
Investimenti – “A parte i soldi del bilancio
regionale, riservati in gran parte alla spesa corrente, la Regione
gestisce altre somme che potrebbero essere investite per lo sviluppo
della Sicilia. Occorre però collegare meglio la richiesta delle imprese a
questa disponibilità. Dobbiamo sbloccare la spesa”.
Spesa cattiva – “Come ho potuto appurare in tutte
le mie esperienze amministrative pubbliche, è giusto che copra per il
95% la spesa corrente, ovvero manutenzione e personale. Su questa base
puoi ragionare in termini di progettualità e investimento, ma per quello
ci sono altri soldi a disposizione: molti vengono dall’Europa e altri
dal Piano nazionale per il Sud”.
Energia – “Va potenziata la raccolta differenziata
e occorre guardare al discorso in modo integrato, con investimenti
nelle infrastrutture. Il rifiuto non è un problema, ma una risorsa se
abbiamo abbastanza stazioni di raccolta, nonché stazioni di compostaggio
e piccoli inceneritori con impatto zero e che producano energia. Questi
investimenti devono essere totalmente pubblici”.
Turismo – “Dovremmo puntare sulla
destagionalizzazione. La chiave sta nella creazione di eventi, nello
sviluppo del turismo religioso, nella creazione di strutture per il
turismo congressuale”.
NELLO MUSUMECI
NELLO MUSUMECI
Burocrazia – “Servono investitori i quali devono essere agevolati da una burocrazia facile, snella, da una politica di autorizzazioni che deve essere vigile ma al tempo stesso non deve essere ostativa”.
Precari e forestali – “Basta con nuovi precari. Abbiamo però il dovere di capire come possiamo definire il problema del precariato attraverso la stabilizzazione, perché c’è la necessità di coniugare il recupero di questa risorsa umana che si è formata, e senza la quale molti Comuni la mattina non potrebbero aprire il portone, con il bisogno che si eviti un dissesto finanziario. Per quanto riguarda i forestali, se proprio la stabilizzazione dovesse restare un obiettivo lontano o irraggiungibile, garantire a questa gente di poter lavorare dodici mesi l’anno credo sia già un grosso passo avanti perché c’è bisogno di questa forza lavoro”
Digitalizzazione – “In Sicilia creare un’impresa è quasi un calvario. Questo è uno dei temi che bisognerà affrontare subito”.
Statuto – “Una revisione dello Statuto autonomistico è necessaria. abbiamo il dovere, dopo oltre settant’anni, di renderlo compatibile con il contesto normativo nazionale ed europeo. Abbiamo il dovere di aprire un ragionamento serio con lo Stato: non vorrei assolutamente guidare una Regione adusa a mantenere un rapporto conflittuale con lo Stato.
Immobili – “Il mio obiettivo è la riduzione dei costi d’affitto. La Regione paga decine di milioni per fitti passivi e al tempo stesso dispone di centinaia di immobili che non vengono utilizzati. Bisogna razionalizzare il patrimonio immobiliare: quello che è funzionale ai propri obiettivi va messo a profitto, quello che non è funzionale va alienato”.
Leggi – “Abrogare la legge n.44 del 1965 che equipara i deputati del Parlamento siciliano ai senatori”. Ho presentato un disegno di legge, ma all’Ars non ne hanno mai voluto discutere.
Investimenti – “Bisogna puntare sulla qualità dei progetti e non soltanto sulla quantità del denaro speso”.
Spesa cattiva – “Dobbiamo lavorare per ridurre la spesa corrente, andando oltre l’intesa Stato-Regione siglata nel 2016. Se cominciamo per esempio a responsabilizzare negli uffici con il criterio secondo cui l’uso del telefono, dell’energia elettrica, dei servizi essenziali deve essere sobrio e parsimonioso, otteniamo un primo risultato.
Energia – “Ad essa è strettamente connesso il tema di fondo degli Rsu. Il programma nazionale prevede la costruzione di sei impianti energetici in Sicilia, Crocetta disse che ne avremmo fatti dieci ma ad oggi non è stato fatto nulla. Noi abbiamo il dovere di imitare la migliore esperienza che esiste nel settore in Italia o in Europa”.
Turismo – “L’investimento privato abbiamo il dovere di andarlo a cercare: siamo convinti che gli investitori debbano venire in Sicilia e serve un gruppo di lavoro che vada a cercarli aprendo colloqui con le associazioni industriali dei Paesi del Nord o d’Oltreoceano, dove la funzione degli emigrati siciliani ormai affermatisi in vari campi potrebbe essere di straordinario ausilio”.
03 novembre 2017 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: www.qds.it
Nota del Blog
Non capiamo l'idea di Musumeci: O stabilizzazione o garantire a questa gente di poter lavorare dodici mesi l’anno. Sembra che sia la stessa proposta dell'Assessore Cracolici, cioè che con le stesse giornate di contingente si lavora per tutto l'anno. Speriamo di sbagliarci.
Da volpone che è, usa un linguaggio politichese
tutti bravi porca miseria dei 5,nessuno parla male di noi.ma vai a capire? boooo.
RispondiEliminaC'è un motivo valido perchè non è citato il quinto candidato Roberto La Rosa e il suo programma (unico scritto e presentato due mesi addietro)sui precari e forestali? Ritengo sia corretto nei confronti di chi legge che una notizia, piaccia o meno, debba essere pubblicata nella sua interezza. C'è una risposta a tale madornale errore? Grazie.
RispondiEliminaQuesto blog ha sempre dato spazio anche a Siciliani Liberi, nemmeno io condivido l'assenza di La Rosa in questo articolo.
EliminaManca un candidato in palese violazione della par condicio e delle più elementari regole di democrazia. È l'avv. Roberto La Rosa di Siciliani Liberi.
RispondiEliminaPotete spiegare come mai?
Questo blog ha sempre dato spazio anche a Siciliani Liberi, nemmeno io condivido l'assenza di La Rosa in questo articolo.
EliminaDa quarant'anni, prima delle elezioni tutti gli aspiranti candidati fanno promesse di migliorie del settore, e sono state sempre fumo negli occhi. Al contrario, se non ci avete fatto caso, tutte le leggi forestali si sono leggiferate sempre prima delle elezioni. Quest'anno, prima delle elezioni, tra riordino e contratto ha avuto la meglio il contratto, se va bene il riordino prima delle prossime elezioni, tra cinque anni. Michele, si potrebbe lavorare tutto l'anno senza essere stabilizzati, con dei progetti europei che non andrebbero a "pesare" sulla spesa corrente del bilancio regionale. Saluti Giuseppe Candela
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