di Paolo Ermani - 03 Novembre 2017
Domenica 5 novembre in Sicilia si vota per il Presidente della Regione e per l’Assemblea regionale. Tra "impresentabili" e "titolari" di privilegi, sono tanti i nomi dei candidati che hanno fatto scattare critiche e indignazione. Al voto oltre 4 milioni e mezzo di siciliani. Che possono imprimere una svolta.La Sicilia è una regione di rara bellezza, potenzialità e ricchezze immense date dal suo clima e dalla sua terra. Una regione che in brevissimo tempo non solo potrebbe diventare autonoma dal punto di vista energetico ma potrebbe essere un laboratorio di ricerca, sperimentazione e applicazione di tutte quelle tecnologie rinnovabili che sono il presente e il futuro energetico. Chiudendo in questo modo la tragica stagione di tutte le lavorazioni inquinanti e i combustibili fossili che senza scrupolo alcuno hanno devastato la terra, il mare e ucciso persone. E la si smetta di dire che è meglio morire di cancro che di fame, perché se qualcuno vuole suicidarsi è una sua scelta ma se la sua scelta significa fare morire di cancro anche i concittadini, i suoi figli e i suoi cari, allora è corresponsabile come il padrone che serve. E con questo assurdo ragionamento non solo si muore di cancro ma anche di fame visto che le industrie inquinanti distruggono tutto quello che serve per la vita e il sostentamento delle persone. Lavorare a tutela dell’ambiente e per le energie rinnovabili darebbe in ogni caso molto più lavoro di quello che adesso viene dato per morire di cancro. Inoltre in una terra come la Sicilia è davvero difficile morire di fame, a maggior ragione con le tecniche agricole biologiche attuali in un ottica di permacultura che danno molta più resa e affidabilità dell’agricoltura della morte chimica. Una terra in cui crescono spettacolari eccellenze agricole dove ci sono mille sapori e prelibatezze, un paradiso terrestre come così lo è l’Italia e in particolar modo il sud. Insultato, bistrattato, sfruttato, cementificato, inquinato, il sud può rinascere o sprofondare definitivamente. Perché a rendere il sud una discarica di rifiuti, una terra di conquista delle multinazionali, non è solo la mafia che va a braccetto con la politica collusa e corrotta, lo sono anche i cittadini che per anni e anni hanno accettato e sostenuto quella mafia e quella politica. Chi devasta, uccide e corrompe non agisce mai da solo, ha sempre dei complici, complici che trovano nei rivoli dello schifo qualche goccia che gli fa comodo, che impedisce qualsiasi reale cambiamento e lascia quelle terre in mano a chi le distrugge come un cancro e quindi si autodistrugge.
Le elezioni in Sicilia arrivano in un momento simbolico, con Berlusconi indagato come mandante delle stragi di mafia assieme al suo amico e fondatore del partito Forza Italia, Dell’Utri, che sta già scontando una condanna per reati di mafia. Non so in quale altro paese probabilmente della galassia un ottantenne pluri-indagato, salvato solo dalle prescrizioni e grazie alla sue posizioni di privilegio e comunque condannato, possa ancora calcare le scene politiche. Solo noi siamo in grado di essere derubati, presi in giro e continuare ad accettarlo imperterriti. Oltre la fantascienza, oltre la stupidità, oltre ogni più assurda immaginazione, l’uomo che ci ha fatto vergognare di essere italiani per un ventennio è ancora lì a raccontarci le sue barzellette da bettola e a dirci che lui è il nuovo. Ma il problema non è solo lui, il problema è chi lo segue, lo supporta dopo i mille scandali, dopo le prostitute minorenni, dopo ogni possibile bassezza e bugia.
Una lista di coloro che vengono chiamati impresentabili si candida alle elezioni regionali in Sicilia in alcuni partiti, senza ritegno alcuno, pronti di nuovo a fare man bassa del paese e riproporre quella politica al servizio della corruzione che contraddistingue da troppo tempo tristemente quella terra. Ma la risposta a tutto ciò deve venire dai siciliani stessi che finalmente si tolgano di dosso l’etichetta di eterni mafiosi e imbocchino una strada che gli restituisca il paese e facciano rifiorire la loro meravigliosa terra. Questa domenica i siciliani hanno la possibilità di porre le basi per una reale rinascita rimandando al mittente la proposta mafiosa da sempre ampiamente rappresentata da partiti nati apposta per supportare quella proposta. Senza quella rinascita lo sprofondamento è certo.
Ma qualora ci fosse un cambiamento politico, allora servirà un necessario cambiamento mentale per il quale ognuno dovrà pensare che non si può cambiare nulla se si pensa a fregare gli altri e al proprio tornaconto a scapito di tutto e tutti.
Basterebbe un esempio solo, emblematico su tutti. Se proprio ci vogliono fare credere che 22 mila forestali (la metà dei forestali dell’intera Italia, in una regione che è la penultima in Italia per superficie forestale) in Sicilia servono effettivamente, allora dal giorno dopo delle elezioni, loro e tutti coloro che hanno un ruolo di impego alla regione, dimostrino di tenere alla loro terra e ai loro figli per davvero, iniziando la più grande opera di rimboschimento, salvaguardia e controllo del patrimonio naturale come mai il mondo ha visto ad oggi. E’ sicuramente nelle corde del grande popolo siciliano, sta a loro.
Fonte: www.ilcambiamento.it
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