di Accursio Sabella
Alcuni deputati del centrosinistra starebbero “consigliando” di votare per Musumeci. Anche in funzione “anti-grillina”.
PALERMO - Si fa, ma non si dice. Almeno pubblicamente. Almeno di fronte a microfoni accesi e a taccuini aperti. Ma la tentazione del “voto disgiunto” che rischia di portar via al candidato del centrosinistra Fabrizio Micari migliaia di voti è fortissima. E da tempo circola tra gli alleati della coalizione, per un motivo o per un altro.
A cominciare da certe naturali inclinazioni. Ne ha parlato, ad esempio, al quotidiano La Sicilia e prima ancora su Repubblica, il leader di Sicilia Futura Totò Cardinale: “Alcuni di quelli che votano per noi all'Ars – ha detto Cardinale - sono orientati per Musumeci”. Poi, la precisazione: quella non era “un'indicazione di voto, ma la constatazione di un flusso che proviamo ad arginare”. Un flusso che ha anche una sua ragione, a dire il vero. Basta dare un’occhiata alla carriera politica dei deputati uscenti del movimento che fa capo a Cardinale, appunto. A cominciare da Salvo Lo Giudice che cinque anni fa fu eletto all’Ars addirittura con la “Lista Musumeci”, o Totò Cascio eletto con la lista del “Cantiere popolare” che nel 2012 sosteneva il candidato di centrodestra che ci sta riprovando. E ancora, a comporre Sicilia Futura oggi ecco anche Michele Cimino ed Edy Tamajo che sono stati eletti grazie al movimento “Grande Sud” voluto da Gianfranco Micciché, oggi grande protagonista della coalizione che sostiene Musumeci. Insomma, un dialogo, una intesa tra questi esponenti politici, in rappresentanza di un elettorato tradizionalmente di centrodestra, e i partiti che compongono in Sicilia la coalizione a sostegno dell'ex presidente della Provincia di Catania non sarebbe né un inedito, né una sorpresa. Non a caso, del resto, in alcune esperienze amministrative, questa alleanza è già cosa fatta: a Caltagirone, ad esempio, il deputato regionale più vicino a Musumeci, Gino Ioppolo (ex deputato da quando è stato eletto sindaco), amministra il Comune di Caltagirone anche grazie all'alleanza con gli uomini di Sicilia Futura.
E l’ipotesi, quindi, è così verosimile da spingere ad esempio uno dei big del centrodestra, cioè il leader di Cantiere popolare Saverio Romano, non molti giorni fa, ad assumere una posizione netta: “Abbiamo assistito nei vari governi Crocetta – ha detto - al lavoro instancabile di pontieri che hanno portato in dote al governatore deputati eletti nello schieramento avverso. E la stessa operazione vorrebbero fare adesso, perché sentono vicina la vittoria di Musumeci e intendono assicurarsi per il futuro posizioni di privilegio. E comunque sarà tempo perso – aggiunge Saverio Romano – perché non solo Musumeci vincerà le elezioni ma potrà contare su una maggioranza solida che garantirà governabilità”. Il riferimento a Cardinale è molto chiaro. Ma Romano, nonostante gli accenti ottimistici propri della campagna elettorale, sfiora il vero tema: chiunque vincerà, in Sicilia, quasi certamente dovrà poi cercare una maggioranza all’interno di Sala d’Ercole. E ovviamente, sarà più semplice dialogare con deputati con i quali qualcosa in comune c'è.
Ma il voto disgiunto di pezzi di centrosinistra, nascerebbe anche da altre considerazioni. A partire ad esempio dai sondaggi. Al di là dello scetticismo manifestato pubblicamente dai sostenitori di Micari nei confronti di queste rilevazioni, quei sondaggi preoccupano, e non poco. La tendenza è quella che vede il candidato assai lontano da Musumeci e Cancelleri. Troppo lontano per recuperare. E così, la paura di perdere rischia di essere persino meno forte di un’altra paura: quella non solo di perdere, ma anche di non avere poi alcun margine per il dialogo. Cosa che avverrebbe nel caso in cui vincesse il Movimento cinque stelle. E così, ecco il voto disgiunto anche in chiave “antigrillina”. Una voce che è assai diffusa nei corridoi della politica. E che viene sorretta anche da aspetti apparentemente marginali. E che non riguardano solo il movimento di Cardinale. Così come racconta Miriam Di Peri sul “Gazzettino di Sicilia”: in molti fac simile di candidati del centrosinistra, da quelli dei Dem Luca Sammartino e Fabrizio Ferrara, passando per il candidato di Ap Vincenzo Vinciullo, manca la “X” sul nome di Fabrizio Micari. “C’è l’effetto trascinamento – la giustificazione di qualcuno – e quindi quel voto andrà comunque al candidato presidente”. Ma altri, nei loro “santini”, quella “X” l’hanno messa. Dove manca, forse, in qualche caso, si può leggere anche un tacito invito: votate pure per un altro governatore.
29 Ottobre 2017
Fonte: livesicilia.it
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