Simona Arena-1 Agosto 2017
Cronaca – L'ente peloritano ha diramato una serie di indicazioni nei confronti delle amministrazioni locali per prevenire al meglio le conseguenze dei roghi. «La cenere che si è depositata sul terreno lo ha impermeabilizzato», dichiara l'ingegnere Leonardo Santoro. Tra le direttive, quella di aggiornare i piani urbanisticiUna nuova direttiva a Messina per evitare di trovarsi impreparati con l’arrivo della stagione delle piogge. A giocare in anticipo è l’ingegnere capo del Genio civile Leonardo Santoro che ha emesso quello che lui stesso ha definito un «provvedimento di tipo emergenziale». La misura nasce per fare fronte alla situazione che si è venuta a creare a seguito degli incendi che nelle scorse settimane hanno devastato ettari di macchia mediterranea bruciando alberi secolari. «Il terreno ha subito una vetrificazione - ha spiegato -. Questo fenomeno con l’arrivo della stagione delle piogge comporterà uno sversamento di fango dalle colline anche a ridosso di zone abitate».
La vegetazione arsa dalle fiamme, infatti, svolgeva un’azione di contenimento grazie alla presenza delle radici affondate nel terreno. «La cenere che si è depositata sul terreno lo ha impermeabilizzato - commenta -. Le prime piogge quindi non verranno assorbite dal terreno. Con i primi acquazzoni autunnali - avverte Santoro - potremmo avere fiumi di acqua, mista a detriti e fango, e non ci saranno più arbusti o alberi a rallentarne la corsa».
Ecco allora alcune indicazioni ai Comuni e agli enti interessati che dovranno in breve tempo mettere in atto opere di prevenzione di rischio idrogeologico. A cominciare da una perimetrazione dei territori che sono stati interessati dagli incendi. «Occorre soprattutto evidenziare le aree dove scorrono canali e corsi d'acqua». Il passo successivo sarà quello di stilare un programma per la rimozione dei rifiuti che si trovano abbandonati a ridosso degli alvei. «Si tratta di materiale che può essere trascinato a valle dalle piogge e scorrere nei torrenti intasandone l’alveo e ostacolando il normale deflusso idrico», aggiunge l'ingegnere.
Per lo stesso motivo Santoro ha ribadito l’importanza di eliminare ogni opera viaria e impiantistica che insiste negli alvei dei torrenti. Divieto assoluto di aprire piste in terra, piazzali, risagomatura dei pendii in assenza di adeguate reti di convogliamento delle acque, i cui progetti non siano stai presentati prima al Genio civile, ricevendone l'approvazione. Alla fine del lungo elenco di cose da fare c’è l'adeguamento degli strumenti urbanistici al piano di gestione del rischio alluvioni. «Ogni piano urbanistico dovrà essere modificato considerando la perimetrazione dei terreni interessati dagli incendi e verificando la compatibilità idraulica delle previsioni urbanistiche con i mutati livelli di pericolosità - ha concluso Santoro -. Le amministrazioni dovranno garantire queste misure. Anche perché ricordiamoci che molti sono i centri abitati a ridosso dei versanti che hanno subito la furia degli incendi».
Fonte: meridionews.it
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