Troppe casualità
Chiaramonte Gulfi - In queste giornate concitate è stato difficile andare oltre il territorio. L'incendio di Chiaramonte, infatti, ha canalizzato l'attenzione di tutta la provincia, data la vastità e la violenza del fuoco che continua a divorare ettari di bosco. Più di mille, dicono gli esperti, ma una stima precisa ancora non c'è. Adesso che la situazione sembra essere più tranquilla (lo diciamo con cautela, visto che i roghi non sono stati ancora del tutto domati), è possibile riflettere con più calma e porsi un paio di domande. E se l’incendio che ha devastato la pineta di Chiaramonte non fosse solo che l’ultimo tassello di una rete ben organizzata?
Andiamo con ordine. Giorno 30 giugno gli incendi non scoppiano solo a Chiaramonte e nel ragusano. Il primo incendio di cui si ha notizia è a Patti e Spartà, in provincia di Messina. Anche lì, in una zona molto boscosa, sulle colline. Ettari ed ettari di bosco andati in fumo.
In provincia di Catania un grosso incendio coinvolge Nicolosi e Belpasso, ai piedi dell’Etna, sempre il 30 giugno. Anche nella vicina Siracusa la situazione è grave: Cavagrande e la riserva del Cassibile vanno a fuoco fra il 30 giugno e l’1 luglio. In provincia di Agrigento, Palermo e Caltanissetta, abbiamo roghi a Caccamo, Misilmeri, Monreale, Sclafani Bagni, Gangi e Prizzi. Indovinate quando? Sempre il 30 giugno.
Nessuno vuole fare dietrologia, ma un paio di domande sono d’obbligo: strano che tutta la Sicilia sia andata in fiamme il 30 giugno. E il 30 giugno era un giorno speciale? Si. Il 30 giugno era il giorno più caldo previsto per questo periodo, con punte in Sicilia fino a 44 gradi e forti venti di scirocco. Dal 30 giugno in poi, gli incendi sono diventati quasi quotidiani. L’ultimo, è scoppiato oggi perfino a Lipari. Sempre zone di collina o di montagna, in aree boschive e con temperature particolarmente favorevoli per alimentare ancora di più gli incendi. Oggettivamente, viene da pensare ad una regia occulta, ad una longa manus che agisce indisturbata o comunque con la consapevolezza di non essere scoperta. Ma la Sicilia, può essere messa sotto scacco da qualche esperto conoscitore di boschi? Saremo più specifici: la Sicilia, può essere ricattata da chi forse non ha ottenuto ciò che voleva?
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