01 Giugno 2017
Quando hanno dato il via al prepensionamento per sfoltire i ruoli del personale regionale
stracolmi di gente e dunque centrale di costo importante, alla Regione
siciliana non hanno fatto i conti con i requisiti per la pensione.
Nessuno, insomma, ha guardato chi fosse in condizione di lasciare i
ruoli dell’amministrazione attiva e che ruoli ricoprisse.
Partiti i prepensionamenti, e collocati a
riposo i primi mille ed oltre richiedenti la pensione anticipata,
adesso dal personale si accorgono di cosa succede. Entro qualche anno la
Regione siciliana avrà soltanto dirigenti e dipendenti di fascia bassa A
e B. In pratica stanno andando via la maggior parte dei dipendenti
delle fasce C e D ovvero funzionari ed istruttori. Per farla breve, si
tratta del personale che si occupa materialmente delle pratiche, quello
che fa il lavoro vero e proprio su indicazione dei dirigenti e sotto il
loro controllo.
Per fare un esempio di natura edile, la
Regione si trova a costruire un palazzo con architetti ed ingegneri da
un lato e con ‘picciotti’ di muratore dall’altro ma senza muratori,
mastri e capomastri.
Oltre che dal prepensionamento, questa
situazione è determinata anche dal fatto che nel 2011 il governo
Lombardo stabilizzò circa 5000 precari della Regione ma lo fece nelle
categorie più basse, e B, perché la legge non permette stabilizzazioni
senza concorso per qualifiche superiori. Di fatto precari anche con
qualifiche tali da fare gli istruttori, oggi si trovano a far fotocopie o
portineria
Il problema lo si rileva già in due
specifici settori: la formazione dove serve il personale per le pratiche
che devono far partire l’Avviso 8 e nel dipartimento Lavoro dove il
personale interno deve svolgere funzioni in passato coperte dai così
detti sportellisti, soprattutto negli uffici periferici.
Per questo motivo il dipartimento ha
chiesto l’autorizzazione ad utilizzare il personale di fascia e B per
mansioni superiori. Autorizzazione negata dal Dipartimento del
personale.
“Il problema esiste – conferma a
BlogSicilia l’assessore regionale al personale Luisa Lantieri – ma
nessuno può autorizzare all’impiego di personale di fascia A e B per
mansioni superiori. E’ evidente che qualsiasi tribunale condannerebbe la
Regione a pagare i corrispettivi per le mansioni esercitate e si
aprirebbe un contenzioso legale anche sul riconoscimento giuridico
successivo”.
Secondo l’assessore Lantieri non c’è uno
scontro con altri componenti della giunta ma un problema da affrontare
“in sede di contrattazione sindacale. Quando parleremo del rinnovo dei
contratti porremo anche il tema dell’impiego del personale in mansioni
superiori. La Regione rischia di paralizzarsi nei prossimi anni ed è
naturale che debba usare il personale interno per questi incarichi.
Occorre un accordo sindacale per riqualificare il personale che ha i
requisiti per svolgere mansioni superiori. Lo si potrà fare con una
sorta di corso-concorso interno in modo da regolarizzare le posizioni
senza incorrere in vertenze e sanzioni”.
Intanto, però, le pratiche regionali
vanno a rilento per carenza di personale. Una beffa per la Regione
siciliana che certamente non ha pochi dipendenti. Forse una maggiore
attenzione nel fare le leggi sarebbe stata opportuna.
di Manlio Viola
Fonte: palermo.blogsicilia.it
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