Il Tar dice no alla costruzione di circa 120 villette nella zona di Eloro a Noto confermando il vincolo boschivo. I giudici, accogliendo le ragioni delle associazioni ambientaliste e del Comune di Noto, hanno affermato che in quella zona è presente una zona boscosa estesa oltre 10 ettari.
“Vogliamo brevemente ricordare, in questo momento di gioia e soddisfazione, alcuni tappe di questa battaglia iniziata nel lontano agosto 2011 – dicono da Natura Sicula e NotoAmbiente – L’amore per la giustizia, per la nostra città e il territorio ci hanno permesso di superare momenti difficili: l’iniziale arrogante ostilità alla proposta da parte del sindaco Corrado Bonfanti, le relazioni pseudoscientifiche con cui falsamente si affermava che a Eloro non esisteva la macchia mediterranea, gli incendi di dubbia origine, la distruzione di una parte della zona boschiva (la macchia mediterranea per legge è assimilata al bosco) con mezzi meccanici. Questa vittoria “impossibile” è stata ottenuta grazie all’azione congiunta delle associazioni con il mondo scientifico, in particolare con Pietro Minissale e Saverio Sciandrelli, botanici dell’Università di Catania, con il nostro legale Giuseppe Fianchino e soprattutto con la gente di Noto che con passione ha firmato la nostra petizione“.
Il 20 luglio 2011 era stata presentata infatti un’istanza di variante funzionale al piano di lottizzazione convenzionato il marzo precedente, resasi necessaria in sede di progetto esecutivo in relazione alle prescrizioni dettate dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali per la realizzazione di una barriera o zona filtro a verde che separasse la parte da destinare alla nuova edificazione rispetto alla retrostante zona di verde agricolo.
Sul progetto di variante esprimevano parere favorevole l’Ufficio del Genio Civile, la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali nonché il Comando del Corpo Forestale e l’Utc del Comune. Ma nel 2013 il Consiglio comunale non approvava la variante proposta, nonostante fosse corredata di tutti i prescritti pareri favorevoli e l’esistenza del vincolo boschivo fosse stata espressamente esclusa dal competente Corpo Forestale, il cui parere venne considerato dalla allora III commissione consiliare “lacunoso, radicalmente illegittimo ed errato” e addirittura annullava in autotutela la delibera precedente riguardante il Piano di lottizzazione.
Da lì il ricorso contro il Comune, supportato dall’associazione Onlus Sciami. Il Collegio di giudici, dopo aver eseguito accertamenti istruttori per verificare la presenza effettiva di un bosco, ha ritenuto possa essere riconosciuta la legittimità del vincolo boschivo apposto dal Comune di Noto rilevando che l’area censita come “macchie e arbusteti” nel Sistema Informativo Forestale del Piano Forestale Regionale per le caratteristiche floristico-vegetazionali e strutturali possiede le caratteristiche proprie della macchia mediterranea e può essere considerata bosco ai sensi sia della legislazione nazionale sia della legislazione regionale.
“L’entusiasmo, la passione e la consapevolezza con cui i notinesi hanno firmato la petizione in cui si ribadiva che a Eloro esisteva la macchia mediterranea da proteggere da ogni tentativo di speculazione, ci hanno dato la forza di continuare con ostinazione anche quando la battaglia sembrava perduta – concludono gli ambientalisti – Adesso bisogna fare il passo successivo per tutelare quel chilometro di costa di straordinario interesse storico, archeologico e naturalistico includendo l’area di Eloro-Pizzuta nella Riserva Naturale di Vendicari, come recita la delibera del Consiglio Comunale del 5 maggio 2015 approvata all’unanimità“.
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27 Febbraio 2017
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