di Accursio Sabella
PALERMO - Non bastano. Gli oltre 1.600 dirigenti regionali non bastano al governo Crocetta. Che sta pensando di assumerne altri. Con modalità e requisiti che allungano un po' di ombre sulle prossime selezioni. La norma è prevista nella bozza della legge di stabilità di cui si è già preliminarmente discusso in occasione della giunta di governo di ieri. E in quel testo, ecco saltare fuori uno strano articolo. Soprattutto se si pensa ai periodici giudizi di parifica della Corte dei conti che hanno sempre messo in luce non tanto il gran numero di dipendenti regionali, quanto l'eccessiva presenza – in proporzione – dei dirigenti. Ma il governo ne vuole altri.
E li vuole con specifiche caratteristiche. Forse troppo specifiche. Il concorso pubblico, infatti, col quale il governo andrà alla ricerca di questi nuovi e costosi burocrati regionali, infatti, sarà rivolto solo a “dipendenti di ruolo delle pubbliche amministrazioni che hanno svolto, in un livello di inquadramento giuridico per l'accesso al quale è richiesto il possesso della laurea, almeno cinque anni di servizio”. In questo caso gli anni di servizio richiesti scendono se si è in possesso di dottorati di ricerca o master. E qui la corsa coinvolgerebbe, ad esempio, dipendenti degli enti parco (uno di questi è ad esempio Gandolfo Librizzi, braccio destro storico di Davide Faraone e attualmente negli uffici di staff proprio dell'assessore Alessandro Baccei che ha redatto la stessa legge di stabilità), dei Comuni siciliani, degli enti regionali. Ma non solo. Il concorso è rivolto anche a soggetti che abbiano svolto il ruolo di dirigente per almeno due anni in altre amministrazioni o “funzioni apicali” in organismi internazionali. E ancora, ecco la curiosità più grande: il concorso è indirizzato a “coloro che hanno ricoperto incarichi dirigenziali, o incarichi ad essi equiparati, in amministrazioni pubbliche, per un periodo non inferiore a cinque anni.” Un identikit esattamente sovrapponibile, giusto per fare un esempio, al Segretario generale di Palazzo d'Orleans Patrizia Monterosso, la più stretta collaboratrice del presidente della Regione Crocetta.
Insomma, mentre il governo parla di dirigenti da mandare in pensione, per “snellire” la Regione e ridurre la spesa, ne cerca altri. E non certo per “ringiovanire” la burocrazia regionale, visto che i criteri prevedono già una esperienza solida nelle pubbliche amministrazioni. Nessun concorso rivolto ai giovani siciliani, quindi. Ma solo a chi, in qualche modo, con la politica e le burocrazie ha già a che fare da un po'.
Insieme alla norma “cerca-dirigenti”, poi, ecco anche gli articoli che riguardano i lavoratori e il precariato degli enti locali. La norma prevede intanto la “fotografia” delle dotazioni organiche di Città metropolitane e Liberi consorzi: il numero dei dipendenti di ruolo è quello registrato al 31 dicembre 2015. La spesa però dovrà ridursi del 15 per cento. Entro 90 giorni dall'approvazione della Finanziaria, poi, verranno individuati i soggetti che rimarranno “in servizio” nell'ente e quelli che dovranno essere messi in mobilità. I lavoratori a “tempo determinato”, invece, una volta ricevuta una proroga di due anni, andranno assunti alla Resais, una società regionale che nel frattempo verrà trasformata in un soggetto di diritto pubblico, i cui soci saranno anche i Comuni per i quali i lavoratori già prestano servizio. Questi lavoratori poi verranno assegnati prioritariamente negli enti in cui lavorano già e comunque non potranno essere trasferiti oltre i 50 chilometri dalla sede originaria. La legge di stabilità, poi, prevede il prepensionamento anche per i lavoratori degli enti regionali e delle società partecipate.
Sarà questo il “cuore” della prossima Finanziaria, che nei prossimi giorni subirà un esame approfondito da parte della giunta, prima di arrivare all'Ars dove in realtà non è stato ancora nemmeno discusso l'assestamento di bilancio (del bilancio scorso, quindi).
Intanto, ecco questa bozza che contiene poi altre norme come quelle relative all'introduzione del wi-fi nelle scuole, l'accentramento nell'ufficio regionale per il coordinamento dei sistemi informativi di tutte le spese relative all'informatica regionale (con probabile modifica del rapporto tra Regione Sicilia e-servizi), la fusione in un unico Ersu degli attuali enti per il diritto allo studio, l'applicazione in Sicilia della legge Madia sulle società partecipate. Ma non solo. Nella legge di stabilità è prevista anche la possibilità di cedere immobili della Regione ai Comuni, la riforma della gestione delle riserve naturali, la creazione di un fondo da cinque milioni per contribuire agli eventi culturali siciliani e di due milioni per l'attivazione di progetti innovativi nelle scuole. Oltre, come detto, alla norma “cerca-dirigenti”. Nella Regione che ne ha già oltre 1.600. L'esercito più numeroso d'Italia.
09 Novembre 2016
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Ma non lo capiscono che si devono licenziare loro...non assumere....Barbara Bosisio
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