By Milena Rettondini
Dall’abbassamento delle temperature d’estate, all’assorbimento di CO2, le foreste urbane e periurbane giocheranno nei prossimi anni un ruolo sempre maggiore nella lotta ai cambiamenti climatici. Lo sostiene la Fao nel suo ultimo documento sulle linee guida della selva urbana, che mette in evidenza l’importanza del mantenimento e dell’ampliamento delle aree verdi in città.
Dal 2008 più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane, zone che rappresentano solo il 2% della superficie terrestre ma che consumano circa il 75% delle risorse naturali. Il processo di migrazione dalle campagne alle città non accenna a fermarsi e di questo passo porterà il 70% della popolazione mondiale entro il 2050 a vivere in agglomerati urbani.
Cosa sono le foreste periurbane e perché sono importanti
Tutte le città hanno una struttura simile: c’è una zona grigia rappresentata dalle infrastrutture, costruzioni, abitazioni e parcheggi, c’è poi una zona blu, ovvero fiumi, laghi e stagni, e infine una zona verde che comprende alberi, arbusti, parchi, boschi e giardini. Ottimizzare le interazioni tra questi elementi è la chiave per rimodellare o costruire città capaci di rispondere alle nuove sfide.
Le foreste urbane possono essere definite come reti o sistemi, comprendenti boschi, gruppi di alberi e singoli alberi. Una delle minacce principali a questa risorsa è l’urbanizzazione selvaggia, accanto a una mancanza di investimenti in manutenzione. Nonostante sia stato dimostrato che la cura delle foreste urbane può avere grandi impatti anche sulla salubrità dell’aria, spesso queste vengono apprezzate più per la loro valenza estetica che per altro. Da parte di molte amministrazioni pubbliche infatti, non c’è ancora un’adeguata conoscenza del valore che questi sistemi hanno sia per l’ecosistema che per l’economia di una città.
Sei benefici delle foreste urbane
Dal clima alla diminuzione dello stress, sono molti gli effetti positivi che un’area boschiva urbana può avere. In primis sulla temperatura e sul clima. Una città con più alberi può ridurre l’effetto “isola di calore” – dovuto solitamente alla superficie di cemento che riflette i raggi del sole – abbassando nei mesi estivi la temperatura anche di 8°C. Grazie al processo della fotosintesi, infatti, gli alberi assorbono CO2 e successivamente la reimmettono sotto forma di ossigeno in atmosfera. Un albero può arrivare ad assorbire fino a 150 kg di CO2 all’anno, contribuendo fortemente a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. In secondo luogo sulla sicurezza del suolo. Un terreno con radici è molto più resistente di un suolo cementificato, e previene fenomeni come l’erosione. Abbiamo poi i contributi dati alla salute. Sempre grazie al processo di fotosintesi, una pianta può contribuire fortemente al miglioramento dell’aria urbana, filtrando l’inquinamento atmosferico. C’è poi l’economia. Gli spazi verdi possono generare nuove opportunità per la produzione di cibo e di legname. Inoltre, a livello immobiliare, una casa circondata dal verde può aumentare il suo valore fino al 30%. E che dire del possibile risparmio energetico? Se posizionati nelle vicinanze degli edifici, gli alberi possono ridurre la necessità di utilizzo dei condizionatori d’aria permettendo in questo modo di risparmiare dal 20 al 50% di energia. Infine il valore culturale. Gli spazi verdi sono spesso infatti luoghi di aggregazione per eventi sociali o religiosi, ma anche posti dove potersi rilassare e fare sport.
Conosciuta come la “porta del deserto”, la città di Ouarzazate ha deciso di costruire una cintura verde attorno all’area urbana. Degrado del suolo, desertificazione e perdita di biodiversità, queste le problematiche che quotidianamente i 60mila abitanti della cittadina sono costretti ad affrontare. Per combattere queste sfide l’amministrazione locale con l’aiuto del United Nations Environmental Programme (Unep) e del servizio forestale coreano hanno deciso di circondare la città di alberi per una superficie totale di 400 ettari, utilizzando acqua depurata – riciclata – per irrigare. Il progetto ha utilizzato un approccio innovativo che prevede la partecipazione attiva delle persone della zona tramite la creazione di posti di lavoro ad hoc per l’iniziativa o attraverso lo scambio di informazioni per l’uso di tecniche tradizionali per la coltivazione e la manutenzione delle piante. Il successo del primo progetto pilota ha incoraggiato le autorità locali e nazionali a sviluppare una seconda fase per sensibilizzare sull’importanza del verde urbano e per diffondere l’esperienza di Ouarzazate in altre città marocchine.
Progetti simili sono stati attuati in molti altri paesi, dall’America all’Asia. La riforestazione ha una particolare importanza quando parliamo delle nuove economie emergenti, pensiamo all’India, alla Cina o ad alcuni stati dell’Africa, dove la crescita della popolazione va di pari passo sviluppo urbano selvaggio e poco ragionato. E sono proprio queste città che hanno e continueranno ad avere nei prossimi anni le possibilità maggiori di plasmare in via di espansione le loro infrastrutture, privilegiando spazi naturali a zone cementificate.
31 Ottobre 2016
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