30 novembre 2016

SIRACUSA. SI TENTA DI SCONGIURARE LA FERMATA DEI CANTIERI, MA I SINDACATI MANTENGONO LO STATO DI AGITAZIONE. SIT-IN PER DOMANI MATTINA DAVANTI L'AZIENDA FORESTE

Ricevo e pubblico
dal Responsabile prov.le Uila Uil Siracusa
Gianni Garfì



Comunicazione manutenzione forestale: da stamattina abbiamo tentato, durante l'incontro con il Dirigente provinciale Nunzio Caruso, di scongiurare la fermata dei cantieri, abbiamo occupato i locali dell'azienda fino ad ora ma la sospensione è inevitabile per una motivazione che si racchiude nella mancanza di approvazione degli ultimi due progetti da parte del Dipartimento a Palermo. Il dirigente ci dice che la fermata sarà di due o tre giorni ma non essendo certa la sua comunicazione, abbiamo deciso di mantenere lo stato di agitazione e organizzare per domani giovedì 1 dicembre un sit-in a carattere provinciale di tutti gli addetti alla manutenzione quindi appuntamento alle ore 09.00 in via San Giovanni alle catacombe 7 a Siracusa davanti l'azienda. 
D.Bellinvia Flai Cgil, S.Cutrale Fai Cisl, G.Garfi Uila Uil






SIRACUSA. PER MANCANZA DI FONDI SI DOVRANNO CHIUDERE I CANTIERI. LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI COMUNICANO LO STATO DI AGITAZIONE DELL’INTERO COMPARTO PROVINCIALE

Ricevo e pubblico
dal Responsabile prov.le Uila Uil Siracusa
Gianni Garfì





Oggetto: indizione stato di agitazione comparto Manutenzione.
Trasmissione via fax e via mail: pagine 2 compresa la presente.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali, con la presente, informano Le SS.LL. in indirizzo nonché tutti i Lavoratori appartenenti al settore della Manutenzione, siano essi Lti, 151nisti, 101nisti e 78ttisti, che a partire dalle ore 20.00 di oggi, è indetto lo stato di agitazione dell’intero comparto provinciale per i motivi che qui di seguito si riportano e che si intendono non giustificati, arbitrari e privi di ogni fondamento.
In data 28 c.m., nel tardo pomeriggio, uno dei componenti delle Segreterie Provinciali Unitarie, viene contattato telefonicamente dal Dirigente del Servizio 15 dell’Azienda Foreste di Siracusa dottore Nunzio Caruso il quale comunica dicendo di voler incontrare i Rappresentanti Sindacali Provinciali per dei gravi motivi che lo inducono a non poter più fare andare avanti i Cantieri della provincia, probabilmente per mancata copertura economica, fermata di Cantieri che doveva avvenire già dal 30 c.m.; il Rappresentante Sindacale contatta i colleghi per l’incontro ed avendo questi ultimi momentaneamente difficoltà di reperimento, contatta nuovamente il dottore Caruso comunicandogli che forse era meglio che effettuasse lui una convocazione scritta per giorno e ora che volesse, con i punti posti all’ordine del giorno.
In data 29 c.m., alle ore 10.00, lo stesso componente Sindacale Provinciale viene contattato telefonicamente da personale dell’Azienda Foreste di Siracusa preannunciando una riunione per il 30.11.2016 alle ore 10.00, come da disposizione urgente del Dirigente Provinciale.
In pari data, alle ore 12.09, noi sottoscritti riceviamo una mail con la nota prot.9651 a firma del dottore Nunzio Caruso il quale ci convoca per giorno 30.11.2016 alle ore 10.00 per discutere di “problematiche forestali” e “varie ed eventuali” e niente altro scritto quindi, non con una formale motivazione.
Sempre in data odierna, a partire dalle ore 13.30, cominciano a pervenire telefonate e contatti verbali di Lavoratori Otd e Capi Squadra della provincia che lamentavano una direttiva telefonica ricevuta da Capi Operai e Agenti Tecnici i quali li informavano che per direttiva provinciale, domani Mercoledì 30 Novembre 2016, tutti i Cantieri venivano sospesi per non ben meglio e specificati motivi quindi creando allarmismi  tra gli addetti ai lavori che obbligatoriamente e conseguenzialmente, si sono riversati sulle scriventi OO.SS.!
Questo comportamento adottato dal Dirigente Provinciale dell’Azienda Foreste dottore Nunzio Caruso lo riteniamo assurdo e arbitrario, oltre che insensibile alle corrette condizioni di collaborazione sindacale che si sono incardinate a tutt’oggi infatti, non si comprende come da un lato si viene convocati per discutere ufficialmente non si sa di che cosa e dall’altro lato viene dato ordine di diramare la notizia che giorno 30.11.2016 i Cantieri verranno sospesi.
Condanniamo questo operato unilaterale senza preventivo confronto sindacale ed oltretutto, pretestuoso nei modi oltre che nei tempi infatti, sospendendo i Cantieri adesso, il rischio è concreto che molti non potranno ultimare le giornate di lavoro previste per Legge per ciascun Contingente di appartenenza oltretutto, all’interno della nota del Dirigente Regionale del Dipartimento dello Sviluppo Rurale prot.28383 del 24.11.2016 viene formalmente scritto “che la Giunta di Governo ha autorizzato il Ragioniere Generale a iscrivere su apposito capitolo di bilancio regionale le risorse necessarie al completamento delle attività di forestazione per l’anno 2016” quindi ancor di più non condividiamo tale drastica decisione che ripetiamo, comporterà inevitabilmente tensioni sociali che potrebbero sfociare in disordini e azioni di rivalsa nei confronti della Regione Siciliana.
Per quanto sin qui enunciato, proclamiamo e confermiamo lo stato di agitazione dell’intero comparto provinciale, confermando ulteriori e immediate nonchè successive azioni nel caso in cui l’incontro di domani non porterà a ritornare sui suoi passi il Dirigente Provinciale.
Chiediamo l’intervento autorevole di Sua Eccellenza il Prefetto di Siracusa, dell’Onorevole Assessore Regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, del Dirigente Generale Regionale del Dipartimento dottore Dario Cartabellotta, dei Segretari Regionali di Flai, Fai e Uila onde poter scongiurare la sospensione dei Cantieri da giorno 1 Dicembre e mettiamo in preallarme tutti i Lavoratori già per Giovedì 1 Dicembre 2016 a manifestare e occupare gli Uffici Provinciali dell’Azienda Foreste Demaniali.
In attesa di gentile riscontro.






ALLUVIONE. ON. PANEPINTO (PD): PONGO ALL’ATTENZIONE DELLA PRESIDENZA DELLA REGIONE LA POSSIBILITÀ DI UTILIZZARE I LAVORATORI DELL’ESA,I LAVORATORI DELL’AZIENDA FORESTALE, I LAVORATORI DEI CONSORZIDI BONIFICA



PANEPINTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Governo, nel  considerare  lo  stralcio, - che più che uno stralcio è una “macelleria” e ne prendiam o atto-, e considerando il suo giudizio, ancor prima che insindacabile e saggio, io mi auguro che la manovra venga approvata inserendo i soldi per i comuni subito e lunedì pro ssimo venga pubblicato il testo. Pongo una questione, a prescindere poi dal suo giudizio insindacabile e saggio su tutte le norme, anche se ci sono  alcune cose  che ci lasciano perplessi, però ci rimettiamo alla sua saggezza e insindacabilità; la questione la pongo al Governo, al Presidente della Regione  Crocetta ed al Parlamento. Il Presidente della Regione sabato scorso è stato a  Ribera e a Sciacca per costatare i danni  dell’alluvione, danni che sono  drammatici in termini di distruzione soprattutto del sistema viario agricolo, hanno bisogno di interventi immediati  che non possono essere recuperati  finanziariamente dopo lo stato di dichiarazione di calamità naturale. Io sono un sindaco di quei comuni che ha visto, nel giro di poche ore, danneggiare  anni  ed anni di costruzione di un sistema viario, interpoderale, fatto di cantieri scuola, fatto d interventi e di strade interpoderali ed oggi assolutamente distrutti. I titolari delle aziende non possono aspettare per raggiungere aziende zootecniche e agricole per eseguire i lavori normali relativi alla conduzione agricola e alla conduzione di azienda zootecnica. Per cui in queste ore, grazie al direttore dell’ESA, grazie ai consorzi di bonifica, grazie all’azienda forestale che con i loro mezzi, a prescindere dal formalismo, sono stati in grado di fornire subito gli  aiuti, faccio un esempio banale: abbiamo avuto bisogno di un autobotte per rifornire un centro dialisi che grazie alla forestale è arrivata; abbiamo avuto bisogno di alcuni mezzi che ci ha dato il consorzio di bonifica per l’intervento  presso una famiglia in trappolata in una frana, e lo stessodicasi  per tutto il resto. Ora l’unica maniera per intervenire subito è quello di consentire ad ESA, assessore Cracolici, aziende forestali e consorzio di bonifica, con operai e mezzi e intervenire subito. Per  fare questo servono risorse, credo un  po’ aggiuntive per l’ ESA, risorse aggiuntive non servono  perché nell’articolo 12 è rimasto mi  pare il milione di euro per gli operai  dei Consorzi di bonifica, però viene stralciata la norma che consente l’utilizzo per i comuni. Presidente Ardizzone, so che  lei  è molto attent o e sensibile a questi ragionamenti, o noi siamo in  grado, noi Sicilia, Governo, Parlamento, Dipartimenti  di  singoli Assessorati, in modo particolare quello dell’agricoltura, di intervenire con operai  e mezzi  e con risorse che stiamo sostanzialmente finanziando, e con norme che consentono di potere subi to ripulire detriti, sistemare valloni, torrenti, consentire l’accesso alle aziende agricole  oppure, presidente Crocetta, nonostante lei si sia precipitato nelle zone, e lo abbia fatto immediatamente, oggetto del nubifragio del 25 mattina, rischiamo di non dare quel segnale di prontezza e di pronto intervento. Per cui, Presidente, io non ho nulla da recriminare sui suoi stralci. In una parentesi mi verrebbe  anche  da chiedermi se non è il caso di fissare paletti  prima alla Commissione  ‘Bilancio’  quanto meno per risparmiare il costo dell a luce ed il sacrificio  del personale. Pertanto, pongo all’attenzione  della Presidenza della Regione la possibilità di utilizzare i lavoratori dell’ESA, i lavoratori dell’Azienda forestale, i lavoratori dei Consorzi di bonifica ma servono delle norme che sono state stralciate e non sono norme di carattere finanziario.







CASSATI PER INTERO GLI ARTICOLI SULLA RICLASSIFICAZIONE DEL PERSONALE FORESTALE



Art. 15.
Riclassificazione del personale del Corpo forestale dello Stato transitato al Corpo forestale della Regione siciliana.

Disposizione stralciata dalla Presidenza nella seduta d'Aula n. 385 del 28 novembre 2016.






ASSESTAMENTO, MAGGIORANZA BATTUTA ALL'ARS: A RISCHIO I SERVIZI SUI TRENI REGIONALI


Undici franchi tiratori dai banchi della coalizione di governo impallinano la norma che stanziava i fondi per coprire il contratto di servizio con Trenitalia. Tensioni in aula. Ok ai fondi per i disabili e le ex Province. Via libera al mutuo da 65 milioni per i Comuni


di ANTONIO FRASCHILLA
All'Assemblea regionale maggioranza battuta sull'articolo 7 della manovra di assestamento di bilancio, che prevede il pagamento dell'Iva a Trenitalia: 8 milioni 366 mila euro per il 2016. Alla richiesta di voto segreto da parte del deputato Giovanni Greco del Mpa, la maggioranza va sotto con 37 voti contrari e 33 favorevoli. Prima della votazione, l'assessore regionale all'Economia, Alessandro Baccei, aveva raccomandato che "senza l'Iva non si può neanche impegnare il contratto di servizio a Trenitalia che è già stato erogato. Ogni anno la Regione paga 110 milioni, se l'articolo non viene approvato avremo un debito fuori bilancio di 110 milioni".

Insomma, il rischio è che la Regione non riesca a rispettare quanto previsto nel contratto: "Con conseguenze che potrebbero ricadere anche sul servizio", dice la capogruppo del Pd, Alice Anselmo, infuriata perché "sulla carta i deputati di maggioranza erano presenti". "Abbiamo contato almeno undici franchi tiratori, così è impossibile andare avanti", aggiunge la capogruppo.
Rimangono le tensioni tra i deputati, soprattutto dopo lo stralcio da parte del presidente Giovanni Ardizzone di diverse norme che finanziavano a pioggia enti e associazioni. Norme passate in commissione Bilancio grazie alla sponsorizzazione dei vari deputati. Non a caso Mario Alloro, deputato ennese del Pd, in apertura di seduta è stato chiaro: "Non condivido le scelte di Ardizzone, ha tagliato i fondi alla mia provincia per la Kore e l'autodromo di Pergusa, invece ne ha mantenuto altre, un atteggiamento inaccettabile". E se parla così un deputato della maggioranza, si capisce bene il clima di tensione nel centrosinistra in un voto molto delicato perché nell'assestamento ci sono norme per precari dei Comuni, enti locali e formazione. Comparti che insieme riguardano 30 mila persone.

Via libera comunque in serata a un fondo di 5 milioni per l'assistenza ai disabili garantita dalle ex Province e al finanziamento da 24 milioni di euro per le Città metropolitane e i Liberi consorzi, fondi che andranno al pagamento degli stipendi di dipendenti e precari. Approvato anche il mutuo da 65 milioni di euro per gli investimenti nei Comuni. Sì alla norma per garantire i precari dei Comuni in dissesto.


29 Novembre 2016
http://palermo.repubblica.it/politica/2016/11/29/news/assestamento_maggioranza_battuta_all_ars_a_rischio_i_servizi_sui_treni_regionali-153108128/





29 novembre 2016

SICILIANI LIBERI: “IL FUTURO DELLA SICILIA È NELL’AGRICOLTURA. QUANDO GOVERNEREMO CAMBIEREMO TUTTO”. GLI OPERAI DELLA FORESTALE DIVENTERANNO OPERAI DEL TERRITORIO: IN UNA PAROLA, SI OCCUPERANNO DELLA SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO


Ieri, a Santa Caterina Villermosa, convegno promosso dal Movimento Siciliani Liberi. L’occasione per parlare di agricoltura, settore strategico per rilanciare l’economia della nostra Isola e per tutelare la salute dei Siciliani, avvelenati dai prodotti agricoli tossici che arrivano dall’estero, a cominciare dal grano duro pieno di glifosato e micotossine. L’impegno di Antonella Pititto e della candidata a sindaco della cittadina, Caterina Carsidona. E tutti gli altri interventi
Cronaca di una giornata indipendentista. Cronaca di una domenica per sognare una politica diversa: una politica lontana dalle schifezze di un’Assemblea regionale siciliana di ascari: una politica senza Consorzi di bonifica da foraggiare, anche se da trent’anni non bonificano una mazza, ma pagano solo stipendi (300 mila Euro lordi all’anno per alcuni dirigenti!) per centellinare l’acqua agli agricoltori: acqua che gli agricoltori siciliani potrebbero gestirsi per i fatti propri, senza tenere in piedi i ‘Carrozzoni mangiasoldi’ dei Consorzi di bonifica, espressione della vecchia politica clientelare siciliana. Perché per parlare del convegno promosso ieri dal Movimento Siciliani Liberi a Santa Caterina Villermosa ricordiamo i Consorzi di bonifica? Perché ieri si è parlato di agricoltura: quella vera, però, non l’agricoltura delle mance del PSR dell’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici.


Insomma, agricoltura fatta da veri agricoltori e non dai finti agricoltori – magari giovani – del PSR 2007-2013, oltre 2 miliardi di Euro, buona parte dei quali spariti non si sa come. Agricoltura vera, non l’agricoltura biologica in salsa sicula che, per ogni PSR (per ora, anche se con due anni di ritardo, è in scena il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020: altri 2 miliardi di Euro), ‘inghiotte’ circa 340 milioni di Euro per prodotto ‘biologici’ che somigliano tanti ai ‘giovani agricoltori’ del PSR 2007-2013…

A moderare il convegno è stata l’avvocato Antonella Pititto, numero due del Movimento Siciliani Liberi, che ha ricordato i disastri provocati dai grani duri esteri che arrivano in Italia – e soprattutto in Sicilia – con le navi: spesso navi petroliere in disarmo, riadattate per la bisogna, dove l’umidità presente ‘assicura’ un grano pieno di miceti e, quindi, di ‘salutari micotossine che si si sommano al glifosato (o gliphosate), un erbicida che non è certo un toccasana per la salute umana. Micotossine e glifosato che avvelenano la pasta, il pane, le pizze i dolci e via continuando. Prodotti che, alla fine, avvelenano noi nel silenzio generale. Ma tant’è.

La parola è poi passata ad Enzo Cassata, cofondatore di Siciliani Liberi che si è soffermato sul servilismo della classe politica siciliana: “Questo Movimento è nato sulla spinta di alcune considerazioni che ci spingono a rivoltarci contro un sistema che ha ridotto la Sicilia in questo stato. Un sistema politico che si allinea a referenti che vivono fuori della Sicilia, una classe politica di ascari che fondano la loro carriera contro l’interesse di tutti. Anche la nostra agricoltura è vittima di questo sistema. Potremmo usufruire di risorse europee – sottolinea Cassata- ma mancano i regolamenti di attuazione anche del Piano di sviluppo europeo del 2014. Sorge il dubbio che l’attuale assessore all’agricoltura, chi lo ha preceduto e tutti i partiti nazionali che governano la Sicilia vogliano tenere in questo stato la nostra Regione. E il prezzo lo paghiamo noi e soprattutto i nostri giovani. Siciliani Liberi ha la pretesa di intestarsi la battaglia per il lavoro della Sicilia e per la valorizzazione delle sue risorse”.

Antonella Pititto ha poi presentato la padrona di casa: Caterina Carsidona, donna battagliera che milita nel Movimento Siciliani Liberi e che ha deciso di candidarsi a sindaco di Santa Caterina Villermosa.
“Quello che posso dire – sottolinea Caterina Carsidona – è che, se verrò eletta sindaco, mi occuperò a tempo pieno della mia città.

Non è un caso se oggi siamo qui a parlare di agricoltura. Perché per una cittadina come la nostra l’agricoltura deve essere la chiave di volta del nostro futuro. Soprattutto del futuro dei giovani. A me piange il cuore nel vedere i giovani della mia cittadina senza lavoro. Se verrò eletta mi impegnerò sul fronte del lavoro per i giovani. sarà, questo, uno dei miei impegni primari”.

Introduzione di Massimo Costa, leader del Movimento Siciliani Liberi. Che parla delle elezioni regionali del prossimo anno, “che per noi siciliani – dice – saranno elezioni nazionali”. Un modo per ribadire che la Sicilia è una Nazione. E per ricordare, invece, che, oggi più che mai, i partiti nazionali sono i nemici della Sicilia.

PD, UDC, Nuovo Centrodestra e lo stesso Movimento 5 Stelle, ricorda Massimo Costa, sono formazioni politiche che rispondono a soggetti e potentati non siciliani.

“La Sicilia sta morendo – dice Costa, che nella vita fa l’economista (docente all’università di Palermo) -. Roma ha svuotato le ‘casse’ della Regione siciliana, con il beneplacito dei partiti politici nazionali che oggi governano la nostra Isola. I risultati sono sotto i nostri occhi. La disoccupazione, specie quella giovanile, dilaga. E il nostro territorio cade a pezzi. Ormai, ogni anno, assistiamo alla stessa scena: incendi nei boschi d’estate e frane e allagamenti in Inverno. I casi di Sciacca e Ribera sono emblematici: cittadine abbandonate, con strade e fogne senza manutenzione. Le piogge saranno anche state torrenziali, ma l’assenza di manutenzione ormai, in tanti Comuni dell’Isola, massacrati dai tagli finanziari di Stato e Regione, è la regola”.

“In questo scenario – aggiunge il professore Costa – assistiamo anche alla strategia romana di creare in Sicilia la guerra tra i poveri. A cominciare dai forestali, regolarmente sbeffeggiati e massacrati dalla Tv di Stato. Dimenticando che i forestali siciliani li pagano gli stessi siciliani con le proprie imposte.  

Quando andremo a governare la Sicilia – precisa l’economista – cambierà tutto: gli operai della Forestale diventeranno operai del territorio: in una parola, si occuperanno della salvaguardia del territorio”.

Di questo, in effetti, si occupava l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana prima che il Governo regionale di Raffaele Lombardo e, soprattutto, prima che l’attuale Governo di Rosario Crocetta, per giustificare i tagli romani, procedesse con i tagli dei servizi. Dopo la ‘riforma’ – fatta solo per giustificare i tagli – i servizi sono peggiorati: a cominciare dall’attività antincendio, che ormai non è più preventiva, se è vero che si interviene solo dopo che esplodono gli incendi.
Il professore Costa, per l’ennesima volta – del resto, ripetere le cose fa bene, soprattutto per chi disinforma in Tv, o per ignoranza, o per malafede – ha ribadito che non è vero che la Regione siciliana ha più dipendenti di altre Regioni italiane.
“La Regione siciliana – ha detto il leader di Siciliani Liberi – gestisce servizi che, nelle altre Regioni italiane vengono gestiti dallo Stato. Quando i dati vengono letti correttamente emerge un’altra verità. Tenendo conto delle competenze assegnate ad ogni Regione, viene fuori che Lazio, Lombardia, Piemonte e Campania hanno più dipendenti pubblici della Sicilia”.
E qui torna il tema della guerra tra poveri: con il Governo regionale e i partiti nazionali che, per giustificare i tagli romani, mettono i forestali contro i precari, i precari contro altri precari, facendo credere che i soldi ci sono e che sono alcune categorie che penalizzano altre categorie.  Come quello che succede in questi giorni: per giustificare i tagli del Governo Renzi alla Sicilia, presidente della Regione e assessori hanno improvvisamente ‘scoperto’ che ad alcuni forestali sarebbe stata corrisposta un’indennità che non avrebbe dovuto essere corrisposta e bla bla bla.
 
L’occasione per dire ai precari: lo vedete’ i forestali si prendono soldi in più: i vostri soldi. Quando invece i soldi dei precari siciliani se i è presi il Governo Renzi.
Chiusura del professore Costa con il voto per il referendum del prossimo 4 dicembre:
“Dobbiamo andare a votare No – conclude il leader di Siciliani Liberi -. Il Governo Renzi è liberticida e va fermato. Va bloccata la clausola di supremazia. I Siciliani – tutti i Siciliani, anche quelli che, ingenuamente, vogliono votare sì, debbono sapere che il Governo nazionale userebbe questa clausola per riempire la Sicilia di rifiuti radioattivi. Domenica prossima, votare No, significherà difendere la Sicilia da un disegno politico criminale che penalizzerebbe ulteriormente la nostra Isola. Votare No significa votare contro le banche, JP Morgan in testa”.

Paolo Guarnaccia, docente di Agricoltura biologica all’università di Catania, ricorda che il trenta per cento circa delle malattie degenerative che oggi registriamo è dovuto alla cattiva alimentazione.
“Non sono un economista – dice Guarnaccia – ma so che i siciliani, ogni anno, spendono dieci miliardi di Euro per l’acquisto del cibo. Ebbene, di questi dieci miliardi, ben sette miliardi di Euro li spendiamo per acquistare cibi al di fuori della Sicilia”.
La ricetta è semplice sulla carta e un po’ più complessa nella realtà: i Siciliani dovrebbero acquistare i cibi prodotti in Sicilia. Quindi valorizzare la nostra agricoltura.
“Ho ipotizzato che se i siciliani spendessero questi 7 miliardi di Euro per l’acquisto di cibi siciliani – dice sempre Guarnaccia – si sarebbero creati circa 200 mila nuovi posti di lavoro. I miei amici economisti mi hanno fatto notare che i nuovi posti di lavoro che si creerebbero sarebbero circa 600 mila, considerando l’indotto”.
Il docente universitario ricorda che la Sicilia potrebbe recuperare i trenta mila ettari di mandorleti estirpati con la ‘benedizione’ dell’Unione Europea, cioè con i fondi che Bruxelles eroga a chi estirba gli alberi di mandorlo (poi, però, le mandorle califoniane ce li vendono a 14,5 Euro al chilogrammo, come potete leggere qui), l’industria del sughero e via continuando.

Il professore Guarcaccia ha concluso il suo intervento plaudendo all’iniziativa di GranoSalus, l’associazione che vede insieme produttori di grano duro del Sud Italia e consumatori per difendere non soltanto una produzione tipica del Mezzogiorno d’Italia, ma soprattutto la salute dei cittadini. Il riferimento è ai controlli sui derivati del grano – pasta, pane, pizze, dolci – che consentiranno a tutti di conoscere come vengono prodotti i cibi a base di grano che, soprattutto nel Meridione, mangiamo ogni giorno.

Cosimo Gioia, agricoltore, già dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione siciliana ricorda la sua esperienza nell’Amministrazione regionale, quando ha provato a bloccare le navi cariche di grano duro pieno di glifosato e micotossine (come potete leggere qui).
“Il nostro grano duro, che è uno dei migliori del mondo – sottolinea Gioia – viene mescolato con le ‘fitinzie’ che arrivano con le navi. Io ho provato a bloccare le navi cariche di questi grani duri avvelenati sulla base di esigenze scientifiche. Allora eravamo a conoscenza delle micotossine, non sapevamo nulla del glifosato. E alla quinta nave contrattata sono stato fatto fuori”.
Quindi un affondo sul presente: “Il grano duro è in crisi. E cos’ha fatto la Regione siciliana fino ad oggi? Nulla. Cosa propongono le altre autorità? Dal Governo nazionale arriva l’invito ad aderire ai contratti di filiera (ve ne abbiamo parlato qui). Ma è un raggiro: dovremmo coltivare il grano duro indicatoci da loro, con le concimazioni azotate a piene mani. per produrre un grano pieno di glutine che favorirebbe solo le industrie. Invito tutti i produttori di grano duro della Sicilia a non aderire ai contratti di filiera che, peraltro, prevedono costi di produzione alti a carico degli agricoltori. Il guadagno sarebbe irrisorio”.

Franco Busalacchi, editore di questo blog, è partito da una frase di Ovidio:
“La prima fu l’età dell’oro”.
Il riferimento è al “biondo oro della Sicilia”, cioè al nostro grano. Ma sul grano duro di Sicilia si è investito poco nel passato e si continua a investire poco oggi.
“Ricordo – dive Busalacchi – gli anni ’50. ’60, ’70 e ’80 del secolo passato, quando si investivano montagne di miliardi di vecchie lire nella cosiddetta industrializzazione. Quante risorse sprecate! Come se l’agricoltura non contasse. Non amo Luigi Einaudi, soprattutto per il suo livore contro l’Autonomia siciliana. Ma su una cosa aveva ragione: non c’è libertà politica se non c’è libertà economica”.
“Detto questo – aggiunge Busalacchi – visto che siamo qui a parlare di grano – una domanda mi sembra d’obbligo: siamo in grado, la Sicilia è in grado di fornire ai Siciliani i 30 chilogrammi di pasta all’anno e tutti gli altri derivati del grano che consumiamo ogni giorno?”. 

Vincenzo Allegra, veterinario, parla di un sistema che “ha tagliato il futuro alla Sicilia”. E cita l’esempio  della Sardegna:
“Per i sardi, prima di ogni altra cosa viene la propria dignità, la propria storia, la propria lingua, i propri prodotti”. Insomma, dovremmo prendere esempio dalla Sardegna. Dove la popolazione – esclusi quelli che vanno ancora dietro ai partiti politici tradizionali – è molto determinata a sostenere le proprie ragioni.
“Oggi, in Sicilia – abbiamo la sensazione di appartenere a un mondo che non è il nostro. E’ possibile che il mangime dei miei cavalli costi quanto il mio grano duro?”. Il riferimento è al prezzo del grano duro del Sud Italia, che quest’anno le multinazionali hanno fatto crollare.
“E che dire – aggiunge – dell’acqua che andiamo ad acquistare”. Come dargli torto? E’ normale che l’acqua dei monti Sicani ci debba essere rivenduta dalla Nestlè come acqua Vera solo perché i soliti ‘ascari’ siciliani hanno ceduto l’acqua di tale sorgente a questa multinazionale?
Come può un Siciliano sani di mentre votare ancora i partiti politici tradizionali che hanno svenduto la nostra acqua e fanno in modo che – la stessa acqua – venga venduta a noi consentendo a un terzo soggetto di straguadagnarci? Loro, governanti ed esponenti dei partiti politici tradizionali non si vergognano perché hanno la faccia come il cu… Ma che dobbiamo pensare di chi ancora li vota?

Gaetano Maiorca, produttore di grano, è la testimonianza di chi, oggi, in Sicilia, puntando sui grani antichi, si scontra con un mercato avaro, non sempre disponibile a recepire le novità. Insomma, i prezzi dei derivati di questi grani antichi sembrano troppo, alti complice anche una povertà che in Sicilia è ormai dilagante.

Angelo la Greca arriva da Lipari. Per ricordare che anche nelle isole Eolie l’agricoltura, oggi, è in crisi. La storia ci racconta che un tempo Filicudi era autosufficiente: anche per il grano. E oggi?
“Oggi – racconta la Greca – nelle Eolie non ci sono più i molini, non ci sono più i vecchi ‘trappeti’ per macinare le olive. Da Lipari, per macinare il grano, bisogna andare a Milazzo”.

28 Novembre 2016
http://www.inuovivespri.it/2016/11/28/siciliani-liberi-il-futuro-della-sicilia-e-nellagricoltura-quando-governeremo-cambieremo-tutto/


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DISSESTO IDROGEOLOGICO: “FORESTALI INDISPENSABILI, MA ALLA POLITICA E AI SINDACATI FA COMODO TENERLI AL LACCIO”


Antonella Sferrazza
Con Maurizio Grosso, segretario del Sifus, parliamo delle condizioni disastrate del territorio siciliano che, complice il maltempo, provocano vittime e danni. E, ancora, della proposta di legge che mira ad ampliare le competenze dei forestali proprio in direzione della sicurezza, di chi rema contro a questa prospettiva, di incendi e di stampa… 

Quanto sia disastrato il territorio siciliano è sotto gli occhi di tutti e non da ora. Da Licata a Sciacca a Messina, solo per attenerci ai recenti fatti di cronaca, appena piove un po’ più del consueto, è un disastro. Che diventa, in alcune occasioni, tragedia:un cadavere è stato ritrovato a Messina, ancora un disperso a Sciacca dopo le alluvioni dello scorso weekend. Per non parlare degli ingenti danni economici alle colture.
E, all’indomani di ogni catastrofe, puntuali come orologi svizzeri arrivano annunci e promesse. In questo periodo, vista la coincidenza della campagna elettorale, si stanzia pure qualche soldo, ma il problema resta mentre da due anni, ad esempio, in Commissione Territorio e Ambiente dell’Ars, giace indisturbata una proposta di legge popolare che prevede di affidare ai Forestali siciliani la messa in sicurezza del territorio. Ne abbiamo parlato con Maurizio Grosso, segretario del Sifus (Sindacato forestali uniti per la stabilizzazione), promotore della proposta di cui sopra. Lo abbiamo incontrato a Santa Caterina Villermosa, in provincia di Caltanissetta, nel corso del convegno Agricoltura e Territorio, organizzato dal Movimento Siciliani Liberi di cui vi abbiamo parlato qui.

Grosso, accusa la politica senza se e senza ma di strumentalizzare la precarietà della categoria per fini clientelari. Ma non solo. Anche i sindacati tradizionali avrebbero le loro colpe e non sono di secondo piano. Con lui parliamo anche degli incendi e di come la stampa nazionale usi questo argomento per screditare la Sicilia anche quando è in possesso di informazioni dettagliate. ma andiamo con ordine. 

Cosa prevede la vostra proposta di legge?
In sintesi, prevede un allargamento delle competenze dei lavoratori forestali che dovrebbero occuparsi non solo di quello di cui si occupano oggi in maniera non programmata, ovvero la manutenzione del territorio e la prevenzione degli incendi, ma anche di messa in sicurezza del territorio siciliano. La Sicilia non ha una legge che riguarda la messa in sicurezza e il suo territorio è tra i più disastrati. Circa 270 comuni sono a rischio idrogeologico. I drammi di questi giorni confermano questa fotografia. I forestali dunque potrebbero essere fondamentali, hanno le competenze per occuparsi di territorio. Il comparto potrebbe anche reperire nuove fonti di finanziamento, soprattutto dall’Ue che stanzia fondi per la sicurezza idrogeologica e il lavoro, oltre ad essere utilissimo tutto l’anno, sarebbe stabile. C’era stato un impegno da parte di un assessore, ma una volta decaduto, tutto si è fermato.

Se il suo iter si è fermato, evidentemente, questa legge non piace. A chi?
Non piace alla politica perché con una legge del genere perderebbe il controllo sui forestali che essendo precari sono ricattabili. Con la stabilizzazione, sarebbero impegnati tutto l’anno, liberi e autonomi. E questo non si vuole. Ma anche i sindacati tradizionali perché perderebbero la possibilità di gestire il servizio della domanda di disoccupazione che costituisce una voce importante dei loro bilanci. 

Facciamo un po’ di chiarezza. Quanti sono i forestali in Sicilia? 
Sono 22mila, con un età media di 52 anni. Ma di questi, 10mila lavorano 78 giorni l’anno, 10mila lavorano 101 giorni e gli altri lavorano 151 giorni. 

Cosa risponde a chi dice che siete troppi? A L’Arena di Giletti, dove va di moda il massacro della Sicilia, vi prendono spesso di mira. 
Proprio a Giletti ho spiegato che non è vero che sono troppi perché i forestali non lavorano tutto l’anno, come ho detto prima. Se vogliamo equipararli ai lavoratori a tempo determinato, e come se fossero 6200. Poi, stiamo parlando della Sicilia dove ci sono boschi, non della Lombardia, del Trentino o della Liguria, dove ci sono foreste. Il lavoro nei boschi deve essere necessariamente più intenso, si deve piantare, si deve seguire il ciclo biologico in ogni fase. Nelle foreste la vegetazione è spontanea. E’ una grossa differenza. Il rapporto tra l’attecchimento di una pianta tra la Sicilia e la Lombardia è di uno a dieci, se poi consideriamo la mancata programmazione è di uno a venti. E’ normale che ci vuole più manodopera nei boschi. Ma è anche ovvio che il settore non può essere gestito come si fa ancora oggi. Su Giletti posso dirle questo: sono stato ospite della sua trasmissione, concordo con lei quando dice che non danno spazio al contraddittorio. Ma aggiungo che dietro le quinte un giornalista, dopo avere visto i dati e dopo che gli avevo spiegato le peculiarità del territorio siciliano, mi ha dato ragione. Poi in diretta, ha fatto finta di nulla e mi ha attaccato. 

Insomma, devono recitare il copione anti Sicilia anche se vengono in possesso di informazioni concrete?
Lei che dice? 

Non dico, conosciamo i tipi. Torniamo in Sicilia: nessun segnale dal Governo?
Invece di andare avanti, andiamo indietro.C’è un disegno di legge di iniziativa governativa che peggiora le cose. Prevede che questi lavoratori debbano rimanere a disposizione tutto l’anno, per lavorare sempre pochi giorni ma non continuativi e senza garanzie perché le giornate si lavoreranno solo se c’è disponibilità di cassa. Insomma, la manutenzione diventa un optional. 

Parliamo di incendi. Perché si verificano e secondo lei è vero che fanno comodo alla speculazione edilizia e o a chi è in cerca di spazi per impianti di energia alternativa?
In questo contesto è normale che ci siano gli incendi visto che non vengono realizzate le opere anti incendio come i viali parafuoco. Quest’anno, che è stato drammatico sotto questo punto di vista, la campagna anti incendi è iniziata quando le erbacce erano più alte degli stessi alberi. Il che è assurdo. Se fosse avviata nei tempi giusti, sarebbe difficilissimo appiccare il fuoco. Chiarisco pure che chi accusa i forestali non si rende conto di esprimere un paradosso: dopo un incendio il terreno non si tocca per dieci anni. Non avrebbero nessun vantaggio ad appiccare incendi. Se c’è stato qualche caso, è un fatto isolato. Anche negli ospedali sono state trovate infermiere che ammazzano i pazienti. Non è la regola e non va ricercato lì il colpevole. 

In effetti, quest’estate dopo i drammatici incendi del palermitano, la Procura di Termini Imerese ha parlato di azioni dolose spinte da grossi interessi economici. Lei cosa può dirci al riguardo? Ha mai constatato la presenza di questi interessi?
Cosa posso dire? Sicuramente ci sono stati e ci sono. Fino a qualche anno fa, ad esempio, c’era il business degli elicotteri di società private che trasportavano acqua e di gente che si è arricchita ce n’ è. Oggi ci saranno altri interessi, pale eoliche, edilizia, chissà. Ma ripeto, se ci fosse la manutenzione, chiunque ci sia dietro, sarebbe difficile appiccare incendi di grosse proporzioni. 

La prossima estate pensa si potrà evitare il dramma incendi?
Se la politica continua ad agire così come ha fatto finora, ovvero mancanza di programmazione e campagne anti incendi tardive, non si può escludere.

29 Novembre 2016
http://www.inuovivespri.it/2016/11/29/dissesto-idrogeologicoforestali-indispensabili-ma-alla-politica-e-ai-sindacati-fa-comodo-tenerli-al-laccio/#_





MALTEMPO: FLAI SICILIA, INCLUDERE NELLA DICHIARAZIONE DI STATO DI CALAMITÀ NATURALE ANCHE AI LAVORATORI, GARANTENDO I REDDITI


Palermo, 29 nov- La Flai Cgil Sicilia chiede alla Giunta regionale di inserire all’interno del provvedimento di dichiarazione di stato di calamità naturale  misure anche per i lavoratori delle aziende che hanno subito danni da maltempo, con il riconoscimento delle stesse giornate di lavoro dell’anno scorso. “Perché questo accada- spiega Alfio Mannino, segretario generale della Flai regionale- la Regione deve anche chiedere allo Stato una deroga alla legge nazionale 347 del 2007, che prevede provvidenze per i lavoratori in caso di calamità a patto però che le aziende interessate abbiano una polizza assicurativa. Siccome riteniamo che tale polizza non ci sia nella maggior parte dei casi- specifica il segretario della Flai-  la nostra richiesta  è che i dipendenti delle aziende vengano comunque  tutelati, con le necessarie garanzie di reddito”. Mannino aggiunge che “non possono essere i lavoratori a pagare sempre per i problemi che si aprono in Sicilia, dove il tessuto produttivo è più debole che altrove e dove nel contrasto al dissesto idrogeologico si scontano ritardi insostenibili. E’ il caso che dalla regione vengano le opportuni risposte- conclude- : chiediamo all’assessore al lavoro di farsi promotore di un tavolo con la partecipazione dell’assessorato all’agricoltura e dell’Inps”.

29 Novembre 2016
http://www.cgilsicilia.it/2016/11/maltempo-flai-sicilia-includere-nella-dichiarazione-calamita-naturale-anche-ai-lavoratori-garantendo-redditi/





SIRACUSA, "SUL CIANE IL DEGRADO È ANNUNCIATO DA DECENNI", IL DIRETTORE DEL MUSEO DEL PAPIRO CONTESTA IL COMITATO SCIENTIFICO. IN QUEST'ULTIMO FA PARTE ANCHE L'ISPETTORATO RIPARTIMENTALE DELLE FORESTE



"Mi occupo della salvaguardia dei papiri e dell'ambiente fluviale del Ciane dagli inizi degli anni Settanta. L'impegno costante personale, svolto anche nell'ambito delle attività del Museo del Papiro, mi ha portato a raccogliere un'ampia documentazione - frutto di ricerche archivistiche e scientifiche, nonché di rilevamenti in loco - che ho in parte divulgato attraverso pubblicazioni, articoli di stampa, videodocumentari, fino alla mostra fotografica realizzata dal Museo del Papiro nel giugno 2015 con lo scopo di far comprendere meglio lo stato di degrado di quello che un tempo era uno dei luoghi più belli e incantevoli del nostro territorio. L'ambiente fluviale del Ciane presenta un evidente stato di degrado annunciato". Corrado Basile, fondatore del Museo del Papiro, esordisce così in merito al degrado del Ciane.

Soprattutto dopo che il commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale ex Provincia Regionale di Siracusa, ente gestore della Riserva Naturale Orientata “Fiume Ciane e Saline di Siracusa, e i rappresentanti di alcune associazioni per lo più ambientaliste hanno firmato un protocollo per le azioni di salvaguardia, accessibilità e valorizzazione della riserva con le associazioni che hanno offerto, inoltre, la loro disponibilità ad attivare, tra l'altro, un tavolo di indirizzo per la ricognizione degli interventi da eseguire (Leggi Qui).


"L'attenzione alla riqualificazione dell'ambiente fluviale del Ciane non può che farmi piacere ma sorge una domanda - aggiunge - nell'incontro per la firma del protocollo è stata evidenziata tra l'altro "una situazione di degrado dell'’area per interventi non eseguiti negli ultimi trent'anni" ma alcune di queste associazioni non facevano o fanno parte del Comitato Provinciale Scientifico della Riserva, i cui pareri e consigli hanno contribuito a portare l'ambiente del Ciane a questo stato? Per chi non lo sapesse o per chi non lo ricorda, voglio rilevare che il Comitato Provinciale Scientifico è composto, tra l''altro, da rappresentanti della Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Siracusa e dell'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, da esperti di associazioni ambientaliste e da docenti universitari. L'ultimo Comitato Provinciale Scientifico è stato nominato, a quanto risulta, nel 2012. Ho incominciato ad interessarmi delle questioni riguardanti la salvaguardia e la tutela dei papiri e dell'ambiente del Ciane nel 1971, quando rilevavo misure biometriche della vegetazione a Cyperus papyrus L. del Ciane per confrontarli con quelli dei papiri africani, nell'ambito di un progetto di scambio di dati che condividevo con il botanico ed amico Keith Thompson dell’Università di Kampala in Uganda. Da allora ho continuato ad occuparmi della difesa di questo fiume, divulgando i risultati delle indagini e degli studi condotti".

Cosa ha alterato l'ambiente fluviale del Ciane? Chi ha portato il fiume a questo stato di degrado? L'argomento richiederebbe molto spazio, per cui Basile si limita all'essenziale e, comunque, al periodo successivo all'affidamento della gestione della Riserva Fiume Ciane e Saline alla Provincia Regionale di Siracusa, avvenuto nel 1988: riguardo alla situazione di degrado attuale, anche se non recente, del fiume, secondo il direttore del museo tutto ebbe inizio quando, nel 1993, l'Ente gestore della Riserva Fiume Ciane e Saline, seguendo i pareri deliberati dal Comitato Provinciale Scientifico, decise a maggioranza di non procedere allo sfalcio della vegetazione dell'alveo e delle sponde, non tenendo conto né delle leggi e regolamenti per la salvaguardia dell'ambiente e della pubblica incolumità né della consolidata esperienza relativa allo sfalcio della vegetazione, una pratica eseguita da centinaia d'anni in funzione dei ritmi della natura e della funzionalità dell'alveo che non ha mai arrecato  se eseguita correttamente  danni al papiro.

"Lo stato attuale di degrado è la conseguenza delle determinazioni di pochi che hanno provocato, come prevedibile, un danno irreparabile al paesaggio, alla tradizionale fruizione del corso d'acqua e alla memoria storica - specifica - Le conseguenze di tali determinazioni, come da me previsto e reso noto, negli anni sono apparse tutte. La vegetazione ha invaso l'alveo, in molti tratti completamente, ostacolando il normale deflusso dell'acqua e rendendo impossibile la navigazione dell'intero corso del fiume. Sulla base delle conoscenze acquisite e delle informazioni fornite, i responsabili avrebbero potuto rimediare negli anni agli errori di valutazione iniziali ma è sufficiente conoscere i fatti e leggere la documentazione per rendersi conto che questi pochi hanno perseverato negli errori, nonostante le indicazioni da me fornite e le note del Ministero dei Lavori Pubblici".

È bene ricordare che il fiume Ciane rientrava, fino al 2010, nella sfera delle competenze statali; pertanto, restava ferma la competenza del Ministero dei Lavori Pubblici qualora le opere delle quali si chiede l'autorizzazione possono turbare il buon regime idraulico e l'esercizio della navigazione. Oggi, la riqualificazione dell’'ambiente fluviale del Ciane richiederà l'impiego di risorse economiche notevoli, che per Basile potevano essere evitate.

"La verità dei fatti, non quella di comodo, deve essere conosciuta - accusa - Non si è tenuto conto tra l'altro dell'ampia documentazione archivistica, rivelatrice di esperienze acquisite nel tempo per scongiurare danni all'ambiente fluviale. Non sarebbe il caso che i responsabili di questi danni arrecati al patrimonio paesaggistico ed ambientale fossero resi noti? Chiunque visiti il Ciane può constatare che l'alveo risulta invaso dalla vegetazione che crea, in molti punti, anche restringimenti e sbarramenti dell'alveo stesso. Le opere di derivazione, inutilizzate da anni, sono in stato di abbandono e la paratoia di monte della conca di navigazione è chiusa da anni. In conseguenza le acque defluiscono sia per trafilamento dalle fessure ai lati della stessa sia per stramazzo dalla paratoia; inoltre, lo sbarramento crea problemi anche alla fauna ittica impedendo, tra l'altro, ai pesci le periodiche trasmigrazioni. Ancora oggi le paratoie vengono mantenute chiuse sebbene ogni prelievo d'acqua dal fiume Ciane sia stato interrotto nel febbraio 1997. Il provvedimento del divieto di sfalcio della vegetazione d'alveo e ripariale e l'esercizio dell'impianto di sollevamento delle acque hanno comportato alterazioni in un'area, peraltro, di rilevante interesse paesaggistico e naturalistico e sottoposta a vincolo, e hanno reso sempre più difficile il recupero del paesaggio fluviale. Come da me indicato nella relazione che, in qualità di consulente dell'ex Provincia regionale, presentai all'Ente gestore nel 1993 (subito dopo mi dimisi dall'incarico che svolsi gratuitamente) e come si legge in vari miei articoli, note e pubblicazioni, per difendere la qualità ambientale e per garantire la sicurezza idraulica del fiume Ciane era necessario, tra l'altro, il controllo dello sviluppo della vegetazione, che poteva essere attuato mediante lo sfalcio (di diversa intensità) della vegetazione del corso d'acqua. Come già detto, questa tipologia di intervento, corretta e consolidata, era già praticata nel fiume Ciane nel XIX secolo con ottimi risultati ed è oggi attuata in diversi paesi europei, in quanto consente una manutenzione finalizzata non solo al contenimento del rischio idraulico ma anche al ripristino degli ecosistemi fluviali.

Basile insiste nel dire che le operazioni di sfalcio devono essere considerate operazioni di manutenzione ordinaria e periodica. Al fine di evitare un sovralzo idrico, la vegetazione va sfalciata periodicamente senza scendere sotto l'altezza minima per motivi ecologici, con un rilascio ai piedi delle sponde con finalità, tra l'altro, di rifugio, nidificazione e alimentazione delle diverse specie faunistiche.

"Purtroppo, nel caso in questione, allo stato attuale determinato da anni di trascuratezza e incuria sarà necessario non solo lo sfalcio razionale della vegetazione fluviale ma anche interventi di espurgo, rimozione di interramenti, di radici - conclude - per il ripristino delle caratteristiche idrauliche della sezione d'alveo originaria, per la garanzia di un franco nei confronti del terreno circostante al fine di prevenire eventuali allagamenti, per la navigabilità del fiume stesso e per la salvaguardia del papiro e di tutte le particolari attrattive del paesaggio fluviale del Ciane. Non va dimenticato, inoltre, che nel fiume Ciane, per la particolare importanza naturalistica, culturale ed anche turistica dell'ambiente, il papiro dovrebbe crescere, come nel passato, sulle sponde e non sul letto del fiume".

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20 Novembre 2016
http://www.siracusanews.it/node/78272



Se non ci fossero stati i forestali non ci sarebbe Pantalica, non ci sarebbe Vendicari, Cavagrande del Cassibile e neanche Cava del Carosello, solo per citare alcuni tesori del siracusano

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ARS, BOCCIATO IL «MERCATINO DELL'EMENDAMENTO». L'ELENCO DEI CONTRIBUTI CHE VENGONO CANCELLATI. STRALCIATI ANCHE GLI ARTICOLI SUI FORESTALI


Politica – Gli uffici del presidente Ardizzone hanno dichiarato inammissibili molti dei finanziamenti a pioggia che i deputati avevano inserito nell'assestamento di bilancio. Sono 29 gli articoli tagliati dalla legge che ora può riprendere il suo iter in aula


di Miriam Di Peri
«Il mercatino dell’emendamento». Così, nel corso del dibattito d’aula, il deputato M5s Giancarlo Cancelleri aveva definito ieri mattina la manovra di assestamento di bilancio, in discussione a Sala d’Ercole. Una norma che avrebbe dovuto dare respiro ai settori più in crisi, dalle ex Province fino ai precari dei Comuni, passando per l’assistenza scolastica agli studenti diversamente abili. Una norma di servizio, insomma, che tra un emendamento e un altro, si era trasformata in una sorta di nuova tabella H, con una pioggia di contributi a enti e associazioni.

Per l'intervento degli uffici della presidenza dell'Ars, saltano i 250mila euro per il Consorzio agrario di Palermo, il contributo di 580mila euro per l’Azienda Metropolitana di Catania, i 420mila euro per la demolizione del rudere del Palazzo Lombardo di Santa Margherita Belice, i 50mila euro per la messa in sicurezza dell’istituto comprensivo Mario Rapisardi di Canicattì, i 180mila euro in favore dell’Isas, i 150mila euro in favore consorzio Csei. Stralciato il contributo di 100mila euro per il Castebuono Jazz Festival, i 100mila euro per il Teatro Pirandello di Agrigento, i 100mila euro per la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella a Capo d’Orlando, i 50mila euro per l’Ente Luglio Musicale Trapanese, i 70mila euro destinati alla Biblioteca Fardelliana di Trapani, i 150mila euro per il teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto, i 300mila euro per il progetto Biobanche della Fondazione Franco e Piera Cutino, i 100mila euro per l’associazione Rises, i 50mila euro alla Fondazione Leonardo Sciascia, i 50mila per il Centro Studi Pirandelliani.

Stralciato anche un articolo che prevedeva un fondo da 210mila euro, destinato alla riclassificazione delle qualifiche professionali del Corpo Forestale, l’articolo sulla comunicazione istituzionale (20mila euro per il 2016 e 300mila per il 2017), 350mila euro destinati alla «realizzazione di una gestione unitaria del sistema infrastrutturale stradale», da ricercare tra i dipendenti in capo all’amministrazione regionale e alle società partecipate, o eventualmente avvalendosi di supporti specialistici, insomma immaginando la possibilità di nuove assunzioni. Salta, tra le altre norme, anche quella che prevedeva la possibilità di stabilizzare i precari degli Istituti autonomi case popolari.

La sforbiciata è arrivata ieri, nel corso del pomeriggio, con un lavoro certosino da parte degli uffici di presidenza. Ardizzone su questo punto è stato molto chiaro: la norma doveva essere di servizio e in piena campagna referendaria l’Ars non avrebbe prestato il fianco a strumentalizzazioni elettorali. «La priorità - gli aveva fatto eco il governatore Rosario Crocetta intervenendo in Aula - è garantire la copertura finanziaria ai Comuni, per evitare disequilibri di bilancio per il 2016». Ma il primo inquilino di palazzo d’Orleans ha elencato anche altri provvedimenti su cui puntare, dalle ex Province alla Protezione civile, fino ai Consorzi di bonifica, ricordando in quest’ultimo caso le «cartelle esattoriali elevatissime, imponendo importi di cinque o sei volte superiori a quelli che di norma pagano gli agricoltori».

Ventotto, in tutto, gli articoli inseriti nella manovra di assestamento, mentre (tra norme stralciate per intero o parzialmente) sono 29 gli articoli tagliati fuori dalla legge che adesso proseguirà il suo iter. Crocetta li aveva definiti «indifendibili», la presidenza di Palazzo dei Normanni si è limitata a dichiararli inammissibili per «profili di incompatibilità costituzionale» o perché «recano norme di settore da esaminarsi in appositi disegni di legge». Stralciati, nel dettaglio, diversi commi dell'articolo 12, nota ai più come ex tabella H, e dell'articolo 26, gli articoli 13 e 15 sui forestali, l'articolo 17 sulla comunicazione istituzionale, l'articolo 22 in materia di trasporti e tutti gli articoli dal 32 al 54 . I deputati avranno tempo fino a mezzogiorno per presentare gli emendamenti. Poi gli uffici della presidenza potranno valutarne l’ammissibilità, prima di farli approdare in aula per le 16.

28 Novembre 2016
http://meridionews.it/articolo/49313/ars-bocciato-il-mercatino-dellemendamento-lelenco-dei-contributi-che-vengono-cancellati/





FLAI CGIL PALERMO. CORSO PER I DELEGATI SULLA SALUTE E SICUREZZA NEI CANTIERI FORESTALI. FOTO


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Flai Cgil Palermo

Corso di formazione con i nostri delegati, nei locali della CILA, in via Don Orione Palermo. Tiene il corso il dottore Nunzio Lo Cascio, medico competente del Policlinico di Palermo, con la partecipazione del segretario della FLAI Palermo Tonino Russo, Pino Lo Bello, Salvino Carramusa.







Nota del Blog

Ricordiamo ai nostri lettori, che a destra del Blog trovate un'importantissima sezione con 43 schede (in continuo aggiornamento), curata egregiamente da Salvino Carramusa. 
Vi invito a prendere visione: "Sicurezza forestale. Valutazione dei rischi e partecipazione dei lavoratori".