Giulio Ambrosetti
Mentre gli uffici regionali confermano che, per gli oltre 130 milioni di Euro di debiti fuori Bilancio, mancano, in tantissimi casi, giustificativi di spesa e perfino le generalità dei soggetti che hanno percepito queste somme (complimenti ai deputati che la scorsa settimana hanno approvato la legge!), spuntano altri 100 milioni di Euro circa di debiti fuori Bilancio. A differenza dei precedenti – che sono somme già pagate – questi dovrebbero essere pagati entro quest’anno. La ricerca normativa e lo ‘strano’ caso dei debiti fuori Bilancio del Comune di Palermo
La scorsa settimana, dopo un batti e ribatti durato quasi tre mesi, l’Assemblea regionale siciliana ha approvato oltre 130 milioni di Euro di debiti fuori Bilancio. Il tutto in un quadro di pochissime luci e di moltissime ombre (come potete leggere qui). Ora in Aula dovrebbe arrivare il disegno di legge sull’assestamento di Bilancio. Ma, insieme con l’assestamento, c’è una sorpresa: altri 100 milioni di Euro circa di debiti fuori Bilancio da approvare. Con una differenza – sostanziale – tra i debiti fuori Bilancio già approvati da Sala d’Ercole la scorsa settimana e quelli che sono emersi in questi giorni. Gli oltre 130 milioni di Euro già approvati sono debiti fuori Bilancio già pagati; gli oltre 100 milioni di Euro che l’Aula dovrebbe esaminare e approvare sono debiti fuori Bilancio che ancora debbono essere pagati.
A questo punto una domanda è d’obbligo. Siamo già a fine ottobre: perché questi debiti fuori Bilancio non vengono trasferiti nell’esercizio successivo, cioè nella manovra economica e finanziaria del 2017?
La risposta è che ci sono decreti ingiuntivi da parte di soggetti terzi. Ma noi sappiamo che ai decreti ingiuntivi l’Amministrazione regionale si può opporre: con l’opposizione la parola passa alla Giustizia e, di solito, prima di arrivare al pronunciamento finale (che, tra l’altro, non è detto che debba essere favorevole a chi ha presentato il decreto ingiuntivo) passa un anno-un anno e mezzo.
Da qui la domanda: l’Ars dovrebbe approvare il pagamento di circa 100 milioni di debiti fuori Bilancio sulla base di decreti ingiuntivi ai quali non è stata presentata opposizione, o sulla base di sentenze passate in giudicato?
Le due cose sono molto diverse.
Nel secondo caso – cioè nel caso di sentenze passate in giudicato – c’è il danno erariale in caso di mancato pagamento.
Nel primo caso – cioè nel caso di decreto ingiuntivi – la fretta di pagare non c’è e bisognerebbe chiedersi perché l’Amministrazione regionale non si è opposta.
La verità è che i debiti fuori Bilancio sono diventati il grande affare di Comuni e Regione. Sotto il profilo contabile, i debiti fuori Bilancio sono una contraddizione in termini. Infatti, se per Regione e Comuni ci sono i Bilanci di previsione, che senso ha ricorrere ai debiti fuori Bilancio?
L’assessore-commissario della Regione siciliana, Alessandro Baccei, la scorsa settimana, per ottenere, dopo mesi, l’approvazione, da parte dell’Ars, di oltre 130 milioni di Euro di debiti fuori Bilancio, ha utilizzato il solito ricatto politico e parlamentare:
“Cari deputati, o approvate questi debiti fuori Bilancio, o ve ne andate tutti a casa”.
Baccei fa riferimento alla riforma della contabilità pubblica del nostro Paese – il Decreto nazionale n. 118 del 2011 – che prevede l’iscrizione in Bilancio, anche per le Regioni, dei debiti fuori Bilancio. Come e perché una legge dello Stato abbia addirittura ‘normato’ la pratica dei debiti fuori Bilancio che la Corte dei Conti, da anni, considera ai limiti della legge, è un mistero tutto italiano. Ma la legge c’è e va applicata.
I 45 parlamentari dell’Ars che la scorsa settimana hanno approvato gli oltre 130 milioni di debiti fuori Bilancio, in occasione della votazione, hanno inscenato una mezza operetta: in Aula sono rimasti in 45 (e tra questi anche alcuni deputati di Forza Italia, che in questo caso hanno puntellato il Governo di Rosario Crocetta); hanno chiesto il voto segreto e, nel segreto dell’urna, in 25 hanno approvato i debiti fuori bilancio.
Una manfrina che, nella testa di chi ha approvato gli oltre 130 milioni di debiti fuori Bilancio della Regione, dovrebbe impedire alla Corte dei Conti di rintracciare i 25 deputati che hanno votato sì, nel caso di un’eventuale azione di responsabilità. Cosa discutibile, perché la magistratura contabile potrebbe chiamare in causa i 45 i deputati presenti in Aula, perché il voto segreto, in questo caso, è stato, di fatto, concordato proprio per aggirare l’eventuale intervento della magistratura contabile!
I parlamentari hanno approvato non senza paura gli oltre 130 milioni di debiti fuori Bilancio. Una doppia paura.
Prima paura: andare a casa con un anno di anticipo e perdere quindi un anno di ‘stipendi’ (con l’attuale livello politico questo è un ‘grande’ problema).
Seconda paura: essere chiamati a rispondere del voto dalla Corte dei Conti.
La prima paura ha avuto la meglio sulla seconda paura: e così, come già ricordato, hanno approvato la legge. Hanno fatot bene?
A noi gli uffici hanno confermato che la stragrande maggioranza degli oltre 130 milioni di debiti fuori Bilancio approvati dall’Ars sono senza pezze d’appoggio! Non solo mancano i documenti giustificativi, ma in molti casi non si sa nemmeno nelle tasche di chi sono andati questi soldi!
Come un’Amministrazione pubblica possa erogare decine e decine di milioni di Euro senza nemmeno sapere a chi vanno i soldi è semplicemente incredibile.
La vicenda dei debiti fuori Bilancio della Regione ci consente di aprire una finestra sui debiti fuori Bilancio dei Comuni siciliani, che sono tantissimi.
Basti pensare che, nel solo Comune di Palermo, nel 2015, i debiti fuori Bilancio hanno raggiunto la cifra iperbolica di 34 milioni di Euro!
In pratica, in tanti Comuni siciliani che piangono miseria esiste una sorta di contabilità separata dove quello che succede lo sa solo Nostro Signore Iddio! Vediamo, per grandi linee, di che cosa si tratta. Precisando che quello che ora leggerete, frutto di una ricerca normativa, vale anche per la Regione siciliana.
In termini tecnico-giuridici, per debiti fuori bilancio si intendono “obbligazioni verso terzi per il pagamento di una determinata somma di danaro che grava sull’ente ( ..) assunta in violazione delle norme giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa degli Enti Locali” (Ministero dell’Interno, Circolare del 20 settembre 1993 n.F.L.21).
Il debito fuori bilancio di un Comune non è altro che un’obbligazione maturata senza che sia stato adottato il dovuto adempimento per l’assunzione dell’impegno di spesa previsto dall’art.191, commi 1-3, del Decreto Legislativo n. 267 del 2000 (ex art.35, commi 1, 2 e 3 del Decreto Legislativo n.77 del 1995). La Corte dei Conti ha preso posizione sui debiti fuori bilancio definendoli obbligazioni sorte senza il rispetto delle regole giuridiche contabili proprie degli Enti Locali.
Si distinguono cinque tipi di debiti fuori bilancio:
– debiti fuori Bilancio frutto di sentenze esecutive e sentenze passate in giudicato;
– debiti fuori Bilancio frutto di coperture di disavanzi di consorzi, di aziende speciali e di istituzioni, nei limiti degli obblighi derivanti da statuto, convenzione o atti costitutivi, purché sia stato rispettato l’obbligo di pareggio del bilancio ed il disavanzo derivi da fatti di gestione;
– debiti fuori Bilancio frutto di ricapitalizzazione di società di capitali costituite per l’esercizio di servizi pubblici locali;
– debiti fuori Bilancio frutto di procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica utilità;
– debiti fuori Bilancio frutto di acquisizione di beni e servizi, in violazione degli obblighi di cui ai commi 1, 2 e 3 dell’art. 191 del Tuel, nei limiti degli accertati e dimostrati utilità ed arricchimento per l’ente, nell’ambito dell’espletamento di pubbliche funzioni e servizi di competenza.
A questo punto ci sembra interessante una digressione sui debiti fuori Bilancio del Comune di Palermo. Considerazioni, queste, che potrebbe essere estese ad altre pubbliche amministrazioni.
Questa è la dichiarazione della vice presidente vicaria del Consiglio comunale, Nadia Spallitta, che risale a un anno fa:
“La cosa strana dei debiti fuori bilancio del Comune di Palermo è che la maggior parte di questi debiti è frutto di sentenze che vede matematicamente il Comune perdere al Tribunale. Si incrementano i debiti fuori Bilancio, pari a quasi 34 milioni (cifra spropositata e inaccettabile) dei quali 24 milioni circa per sentenze che vedono l’Amministrazione soccombente”.
“Il dubbio è che a Palermo vada in scena una sorta di ‘triangolazione’ tra Giunta, Consiglio comunale e burocrazia del Comune. Il gioco potrebbe essere il seguente: gli assessori comunali indebitano il Comune con iniziative non previste dal Bilancio; lo stesso Comune non paga e si va in causa; l’ufficio legale del Comune, pur impegnandosi allo ‘stremo’, perde in Tribunale; e infine il Consiglio comunale (che per legge deve approvare i debiti fuori Bilancio) approva e la partita si chiude”.
Quello che è successo al Comune di Palermo è andato in scena – sfumatura più, sfumatura meno – anche negli uffici della Regione?
Lo scorso anno, a proposito dei debiti fuori Bilancio, questo blog scriveva (qui potete legge l’articolo al completo):
“L’attuale normativa prevede la ‘responsabilità per danno patrimoniale’, se è vero che dà facoltà ai Comuni di ‘riconoscere i debiti fuori Bilancio nel limite dell’indebito arricchimento’: dove per indebito arricchimento s’intende il beneficio che il Comune dovrebbe ricavare dall’accensione di tali debiti”.
“Detto in soldoni, se il Comune ha acceso debiti fuori Bilancio deve averne tratto benefici, altrimenti è una truffa e, di conseguenza, c’è un danno erariale”.
“La norma è molto importante, perché consente ai Comuni di pagare i debiti fuori bilancio ‘nei limiti dell’utilità e dell’arricchimento che l’ente ha conseguito’; mentre la restante parte dei debiti fuori bilancio che hanno arrecato solo danni al Comune debbono essere pagati da chi ha ordinato o reso possibile la fornitura di beni o servizi al di fuori delle previsioni di Bilancio. Insomma, sono cavoli dei privati che hanno fornito beni e servizi che non sono serviti al Comune; o sono cavoli degli amministratori comunali o funzionari comunali che hanno aggirato le disposizioni normative che regolano questo particolare settore della vita pubblica”.
“Domanda: al Comune di Palermo e negli altri Comuni della Sicilia, in materia di debiti fuori bilancio, è stata mai applicata la normativa che prevede la responsabilità per danno patrimoniale”?
Interessante anche questo articolo:
I danni erariali nei debiti fuori Bilancio
19 Ottobre 2016
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