Foto www.nuovatlantide.org
Fonte il Fatto Quotidiano
Secondo i dati emersi dal 'Rapporto sui diritti globali 2013' i precari della Pubblica Amministrazione sono oltre 3,3 miloni, che guadagnano in media 836 euro netti al mese, la maggior parte lavora nel Mezzogiorno. Nella scuola e nella sanità ne troviamo 514.814, nei servizi pubblici e in quelli sociali 477.299. Se includiamo anche i 119.000 circa che sono occupati direttamente nella pubblica amministrazione (Stato, Regioni, enti locali, ecc.) il 34% del totale dei precari italiani risulta alle dipendenze del pubblico (praticamente uno su tre). Su un totale di oltre 3 milioni 315 mila lavoratori senza un contratto di lavoro stabile, quasi 1 milione 289 mila, pari al 38,9% del totale, non ha proseguito gli studi dopo aver terminato la scuola dell'obbligo. "Questi dati - sottolinea il Rapporto - smentiscono un luogo comune che identifica il precario in un giovane con un elevato livello di studio. Per questo, è necessario pensare anche a questi lavoratori con un basso livello professionale che con la crisi rischiano di essere spazzati via dal mercato del lavoro".
Il rapporto è stato edito da Ediesse e a cura di Associazione Società
Informazione Onlus, promosso da Cgil, in collaborazione con ActionAid, Antigone, Arci, Cnca, Comisiones Obreras Catalogna, Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Forum Ambientalista, Gruppo Abele, Legambiente, Sbilanciamoci!. Secondo il lavoro di ricerca, è il Sud l'area geografica che conta il numero maggiore di precari. Se oltre 1.108.000 precari lavorano nel Mezzogiorno (pari al 35,18% del totale), le realtà piu coinvolte, prendendo come riferimento l'incidenza percentuale di questi lavoratori sul totale degli occupati a livello regionale, sono la Calabria (21,2%), la Sardegna (20,4%), la Sicilia (19,9%) e la Puglia (19,8%).
Fonte repubblica.it giugno 2013
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