04 luglio 2016

STORIA DI ANGELO: LAVORATORE FORESTALE SICILIANO. LA NOTA: IL BLOG LO RICORDA CON I SUOI VIDEOCLIP, SEMPRE IN PRIMA LINEA A FAVORE DEL COMPARTO E DEI LAVORATORI. UN GRANDE LEADER!


Ricevo e volentieri pubblico


Storia di Angelo: lavoratore forestale siciliano





di Michelangelo Ingrassia
L’autista di una Squadra Antincendio Boschiva è una risorsa particolare, nell’ambito della categoria dei lavoratori forestali in lotta continua contro gli incendi. Egli deve essere dotato di una professionalità peculiare: deve essere in grado di condurre la squadra sul punto fuoco percorrendo la via più breve, che spesso è anche la più rischiosa; deve avere calma e sangue freddo perché ha la responsabilità dell’incolumità dell’equipaggio e dell’operatività dell’automezzo. Giunto sul punto fuoco, deve essere in grado di seguire a distanza i movimenti a piedi della squadra che s’inerpica lungo i sentieri aggredendo le fiamme che incontra, deve farsi trovare sempre a portata di mano per ogni evenienza, deve conoscere le fonti di approvvigionamento idrico nel territorio per rifornire rapidamente la botte dell’automezzo. Un bravo autista, dunque, deve conoscere bene il territorio, le strade, le scorciatoie, ed avere una guida sicura per ogni tipo di strada che è costretto a percorrere. E più l’autista è bravo, più la squadra a bordo si sente protetta e sicura.
Angelo Carlino era un autista bravissimo, esperto, disciplinato, che amava il suo lavoro. Lo amava a tal punto da battersi, sempre, per migliorare l’organizzazione del lavoro e le condizioni dei lavoratori; anche quando il male che lo aveva assalito a tradimento non gli dava tregua. E si è battuto: nel sindacato, nell’associazionismo, nel consiglio comunale di Collesano. Il Blog dei forestali dell’antincendio, fondato e diretto da Michele Mogavero, custodisce i documenti del battagliero impegno di Angelo.
Rivendico il diritto di affermare, ad alta voce, che la morte di Angelo non è una morte qualunque. La morte di un lavoratore forestale, di un operaio forestale non è una morte qualunque. Con Angelo non muore soltanto un marito affezionato, un padre affettuoso, un cittadino esemplare, un amico generoso. Con Angelo Carlino muore un operaio, un lavoratore che con le braccia e la mente contribuiva a salvare l’ambiente dagli incendi sul campo; e non al chiuso dei grandi saloni con l’aria condizionata dove burocrati di ogni genere spesso s’impegnano a tagliare salari e diritti. Questo non possiamo e non dobbiamo nasconderlo. Angelo Carlino e tutti i lavoratori che in questi ultimi anni sono morti per malattia o lottando contro gli incendi, sono morti senza vedere retribuito il salario che gli spettava nei tempi previsti dal contratto; sono morti con un contratto integrativo regionale scaduto da una vita; sono morti con un contratto nazionale di lavoro non recepito dalla Regione Siciliana; sono morti con una legge sulla forestazione iniqua e mentre i soliti soloni sfornano dai saloni con l’aria condizionata l’ennesima riforma-inganno; sono morti mentre qualcuno metteva in discussione il diritto al chilometraggio o la posizione in graduatoria; sono morti mentre qualcuno tagliava lo straordinario o altre indennità; sono morti mentre una opinione pubblica capricciosa, viziata, ipocrita, cavalcata da una politica infame, dava addosso ai lavoratori forestali siciliani colpendoli nella dignità di lavoratori; sono morti compiendo il loro dovere mentre altri non assolvevano al proprio dovere di rispettare le esigenze di una produttiva programmazione di salvaguardia ambientale e di efficiente organizzazione del lavoro; sono morti con il salario di cento misere giornate di lavoro mentre altri godono di privilegi che decuplicano il proprio stipendio.
Tutto questo va rimarcato di fronte alle lacrime di coccodrillo che inevitabilmente saranno versate da chi vede nel bosco non una possibilità di lavoro ma di personale profitto.
Oggi è morto un lavoratore forestale, un operaio forestale: era utile all’ambiente, al bosco, alla terra, a ciò che ancora rimane di pulito nell’aria che respiriamo.
Alla fine del Settecento il polemista Seyes scriveva che se dovessero morire mille aristocratici, non sarebbe cambiato nulla per la Nazione ma se fossero morti mille lavoratori, tutto nella Nazione avrebbe funzionato peggio. È quello che va ricordato oggi.
Angelo Carlino, adesso, corre nelle immense distese e praterie del cielo. Tocca a noi continuare la sua battaglia qui in terra: uniti, tutti gli operai, compatti sotto la bandiera del lavoro. Non sarà facile ma forse, se ricordiamo le sofferenze dei nostri caduti, diventerà possibile. Non è questo il momento per dire come tornare ad essere una categoria unita e dunque forte. Oggi dobbiamo rendere onore ad Angelo Carlino. Addio, Angelo, ti sia carezza il vento.
Michelangelo Ingrassia






Nota

Il blog lo ricorda con i suoi videoclip, sempre in prima linea a favore del comparto e dei lavoratori. Un grande leader!















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