Panorama apocalittico? Il vescovo chiede l’ecologia integrale
Non basta solo la condanna per quanto è accaduto con gli incendi che hanno distrutto il territorio consegnando ai cittadini un panorama apocalittico. Lo sostiene il vescovo di Cefalù, Vincenzo Manzella, in un messaggio inviato alle Comunità ecclesiali e civili della sua Diocesi. « Dobbiamo soprattutto educarci a prenderci cura del creato – sostiene il Presule - e come ci ha richiamato recentemente Papa Francesco, prenderci cura di una ecologia integrale della persona umana».
Per il Vescovo non si può e non si deve sfruttare la natura, un territorio «per reclamare e per raggiungere fini personali discutibili ed eticamente illeciti; ma impegnarci a garantire, conservare e custodire il creato con tutto ciò che esso comprende perché tutti ne possano trarre beneficio». Riprendendo l’Enciclica di papa Francesco, il vescovo di Cefalù fa sue le parole del Pontefice e sostiene che quando l’essere umano pone sé stesso al centro, finisce per dare priorità assoluta ai suoi interessi contingenti, e tutto il resto diventa relativo. «Perciò non dovrebbe meravigliare il fatto che, insieme all’onnipresenza del paradigma tecnocratico e all’adorazione del potere umano senza limiti, si sviluppi nei soggetti questo relativismo, in cui tutto diventa irrilevante se non serve ai propri interessi immediati. Vi è in questo una logica che permette di comprendere come si alimentino a vicenda diversi atteggiamenti che provocano al tempo stesso il degrado ambientale e il degrado sociale». E sempre rifacendosi alle parole di papa Francesco il presule cefaludese spiega che la natura non è qualcosa di separato dagli uomini. «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura». Nel suo messaggio Manzella ringrazia amministratori, forze dell’ordine, vigili del fuoco, dipartimento regionale della protezione civile, associazioni di volontariato che si sono mobilitati per arginare queste emergenze. Ecco il testo integrale del Messaggio del Vescovo
Carissimi fratelli e sorelle, Pace a Voi! È appena trascorsa una settimana da quegli eventi incendiari che hanno messo a dura prova ognuno di noi, le persone care, le nostre case, le nostre attività lavorative. Voglio innanzitutto, esprimervi la mia vicinanza di Padre e Pastore di questa amata Chiesa Cefaludense, che condivide con voi le vostre preoccupazioni e i vostri disagi per gli eventi accaduti. Ciò che vediamo è un panorama apocalittico. Eventi che hanno non solo distrutto la flora e la fauna del nostro territorio, ma che hanno sconvolto e ferito gli animi di tutti coloro che piegati dal peso di una grave crisi socio-economica, adesso devono anche affrontare il disagio di dover cominciare da zero.
Questi gesti che portano distruzione e che possono causare morte, vanno vivamente condannati e perseguiti. Ma non possiamo fermarci alla semplice condanna. Dobbiamo soprattutto educarci a prenderci cura del creato e come ci ha richiamato recentemente Papa Francesco, prenderci cura di una ecologia integrale della persona umana.
Il creato è un dono! Un dono affidatoci da Dio, perché c’è ne prendessimo cura; perché ne traessimo nutrimento e beneficio e non per ridurlo in cenere.
Non possiamo e non dobbiamo sfruttare la natura, un territorio per reclamare e per raggiungere fini personali discutibili ed eticamente illeciti; ma impegnarci a garantire, conservare e custodire il creato con tutto ciò che esso comprende perché tutti ne possano trarre beneficio.
Nell’Enciclica Laudato Sii al n° 122 così dice Papa Francesco: “Un antropocentrismo deviato dà luogo a uno stile di vita deviato. Nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium ho fatto riferimento al relativismo pratico che caratterizza la nostra epoca, e che è « ancora più pericoloso di quello dottrinale ». Quando l’essere umano pone sé stesso al centro, finisce per dare priorità assoluta ai suoi interessi contingenti, e tutto il resto diventa relativo. Perciò non dovrebbe meravigliare il fatto che, insieme all’onnipresenza del paradigma tecnocratico e all’adorazione del potere umano senza limiti, si sviluppi nei soggetti questo relativismo, in cui tutto diventa irrilevante se non ser¬ve ai propri interessi immediati. Vi è in questo una logica che permette di comprendere come si alimentino a vicenda diversi atteggiamenti che provocano al tempo stesso il degrado ambientale e il degrado sociale.”
E ancora al n° 139: “Quando parliamo di “ambiente” facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita. Questo ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati. Le ragioni per le quali un luogo viene inquinato richiedono un’analisi del funzionamento della società, della sua economia, del suo comportamento, dei suoi modi di comprendere la realtà. Data l’ampiezza dei cambiamenti, non è più possibile trovare una risposta specifica e indipendente per ogni singola parte del problema. È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura.”
Permettetemi ora di ringraziare tutti coloro che a vario titolo, Amministratori, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Dipartimento Regionale della Protezione Civile, Associazioni di Volontariato, si sono mobilitati sin da subito per arginare questa emergenze. Di cuore a tutti e a ciascuno Grazie!
29 Giugno 2016
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